
Ecco cosa ha detto la Joya.
Stai diventando anche un leader carismatico: c'entra Ranieri?
"Sicuramente sì, con la sua esperienza, con i giocatori che ha avuto, mi ha trasmesso la fiducia di poter parlare ai miei compagni, specialmente ai più giovani, cercando di aiutarli soprattutto nei momenti di difficoltà. In campo cerco di dare sempre il massimo, sapendo quali sono le mie caratteristiche, e nello spogliatoio cerco di aiutare: non sono uno che si mette a urlare o a prendere a calci, ma cerco di trasmettere sempre fiducia ai miei compagni".
Interviene Ranieri: "Non è soltanto un leader carismatico o tecnico, è diventato un leader in tutto e per tutto. Perché il leader si sente partecipe del bene della squadra, per cui io ho la fortuna di avere dei leader che si sentono partecipi delle sorti di una squadra. E tutto quello che fanno, lo fanno per il bene della squadra. Questo lui l'ha capito benissimo e lo sta portando avanti, così come altri suoi compagni".
Domani può essere il giorno giusto per festeggiare i 200 gol in carriera?
"Lo spero. Ovviamente sarebbe bellissimo raggiungere questa quota, ma l'importante è che, se succede, sia per passare il turno. Ok i gol, ma penso che domani la cosa più importante sia tornare a Roma con la qualificazione".
A parte Budapest, non hai mai segnato in trasferta in Europa con la Roma: è un caso, perché ti ha detto male quando avresti potuto fare gol? E poi: l'imminente - speriamo - convocazione con la nazionale argentina è uno stimolo in più per fare bene in Europa?
"Non avevo fatto caso a questa cosa. Speriamo. Come ho detto prima, la cosa più importante è tornare a Roma con il passaggio del turno. Naturalmente, un attaccante vuole sempre aiutare la squadra segnando o facendo un assist, che è comunque importante. Ma in queste partite penso che uno debba essere meno egoista e pensare agli interessi della squadra.
E quanto alla nazionale, ancora non è uscita la lista ufficiale. Per noi argentini vestire la maglia della nazionale nella nostra terra è qualcosa di unico e ovviamente spero di poterci andare".
C'è un segreto alla base del tuo stato fisico?
"Se è un segreto, se ne parlo non è più tale. Rimarrà un segreto. Stiamo lavorando bene. Sto cercando di trovare la cura, l'ho fatto per molto tempo, per qualcosa è andata meglio e per qualcun'altra no. Ma adesso spero di poter continuare così. Sto facendo dei lavori che fisicamente mi fanno sentire bene. Quindi sì, stiamo facendo alcune cose ma non le dico...".
Riprende la parola Ranieri: "Ho la fortuna di avere a disposizione uno staff meraviglioso. Io sono soltanto la punta dell'iceberg, ma dietro di me c'è un nucleo di persone che lavora giorno e notte per cercare di far star bene i giocatori. E Paulo è uno di questi. Non c'è soltanto una persona ma uno staff intero che si relaziona con me: studiamo che tipo di recupero bisogna dare ai giocatori.
È tutto un insieme di componenti, non c'è un esercizio solo, altrimenti perché non l'avrebbe fatto prima? È un insieme di cose che permette ai calciatori di cercare di infortunarsi il meno possibile. Se non sbaglio, abbiamo tirato fuori la statistica della squadra con meno infortuni e si è subito fatto male Celik. E questo è un guaio. Però è il calcio: quando giochi tanto, rischi di avere piccoli guai. Mi auguro che siano solo delle piccole interruzioni e non ci sia mai un brutto infortunio".
Tu, Soulé e Paredes vi sentite un punto di riferimento per lo spogliatoio?
"No, penso che, essendo argentini, conoscendoci da tanto tempo e condividendo tanti momenti, abbiamo tante somiglianze. Ma in questo gruppo ci sono tanti punti di riferimenti, tanti calciatori di esperienza che hanno giocato in grandi club e hanno vinto trofei importanti. In più, c'è gente che è qua da tanto tempo.
C'è un gruppo molto bello che adesso ha trovato un equilibrio in tanti aspetti, che sta portando avanti la squadra, composto anche da giocatori che hanno meno minutaggio, che subentrano nel secondo tempo. Non ci sono momenti di tensione tra noi, neanche in allenamento. Diamo tutto. Ognuno di noi a modo suo sta dando il proprio contributo molto importante per il gruppo, che fa la differenza nei momenti difficili".
Cosa ti aspetti dalla partita di domani? Che probabilità dai alla Roma, considerando il vantaggio dell'andata?
"Penso che sia 50 e 50. Per noi è come se all'andata fosse finita 0-0. Veniamo qui a fare il nostro gioco, la nostra partita, senza pensare al vantaggio che abbiamo, perché potrebbe tornarci contro. Per quanto riguarda l'ambiente, sarà molto bello da vedere. Tanta gente mi ha parlato di questa squadra, di questa tifoseria, ma lo vedremo solo nei primi minuti perché dopo ci concentreremo sulla partita. Se non lo faremo, con i giocatori veloci che hanno loro, potremmo pagarla cara".
Cosa conosci del San Mamés e dell'Athletic Club?
"Del San Mamés niente, è la prima volta che vengo qua. Le cose che so me le hanno raccontate, alcuni colleghi mi hanno parlato molto bene di questo stadio. Ho molta curiosità di giocare qua e di conoscere questa tifoseria. Ma quello che dobbiamo fare è concentrarci bene, perché si mettiamo a guardare in giro la pagheremo".