Home Notizie

La conferenza stampa di Ranieri alla vigilia di Athletic-Roma


Claudio Ranieri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Athletic-Roma, ritorno degli ottavi di finale di Europa League.

Ecco le parole del tecnico giallorosso.


Cosa è cambiato nel suo lavoro con i 5 cambi? Quanto si può incidere sulla partita? Oppure, come dice Allegri, un allenatore è bravo quando fa meno danni?

“Sicuramente, io lo dico sempre. Un allenatore è bravo quando fa meno danni. La forza di un allenatore sono i propri giocatori, io ho la fortuna di avere buoni giocatori, che mi seguono, sanno che se sbaglio lo faccio in buona fede, sanno che non ho altre mire e cerco di aiutarli con tutte le mie possibilità, conoscenze. Certo avere 5 giocatori, che meritano di giocare, non giocano dall’inizio, ma capiscono la problematica. Ognuno di noi è un po’ permaloso e magari possono pensare che se non giocano non hanno la mia fiducia, tutte queste cose qua. No, loro sanno che per me sono veramente – non dico tutti uguali – ma uno differente dall’altro. E allora, nel corso della partita ci sono tante partite, questi ragazzi mi permettono di aiutarli cambiando alcune cose. La mia fortuna è avere questi ragazzi a disposizione”.

È riproponibile la partita dell’andata?

“Io credo che già dentro una partita ci sono tante partite. E una partita non è mai uguale all’altra. Domani sera l’Athletic, con la spinta del proprio pubblico, spingerà ancora di più. Noi dobbiamo essere bravi a fare il nostro gioco, senza paura, cercando di attaccare e difendere come stiamo facendo ultimamente”.

Il mister interviene dopo una domanda fatta a Dybala, sul suo essere leader tecnico e non solo.

“Non è solo un leader carismatico, tecnico, è diventato leader in tutto e per tutto. Lui si sente partecipe al bene della squadra. Stiamo parlando dello sport della squadra. Io ho la fortuna di avere dei leader che si sentono partecipi alle sorti di una squadra. E tutto quello che fanno, lo fanno per il bene della squadra. Questo lui l’ha capito benissimo e lo sta portando avanti. Lui, come altri compagni”.

Entrerete in campo con quale spirito? Come se non ci fosse stata l’andata o con il pensiero di poter avere due risultati su tre?

“Io dico che noi dobbiamo entrare in campo e fare il nostro gioco, sapendo che davanti abbiamo una squadra bella, compatta, tosta, che cercherà di vincere la gara. Se entriamo in campo con la paura o il pensiero che il pari ci potrà stare bene, l’andremo a perdere. Già gliel’ho detto a loro, andiamo a fare la partita come siamo abituati. Attacchiamo in 11 e difendiamo in 11, sapendo quali sono i nostri pregi, i nostri difetti, dobbiamo cercare di nascondere il più possibile i nostri difetti. Noi sappiamo quali sono”.

Questa partita può rappresentare un bivio decisivo in questa stagione, in un senso o nell’altro?

“Questo lo possiamo sapere solo vivendole le cose. Io dico ai ragazzi di cancellare la partita precedente, sia vinta, sia persa. Quello che abbiamo fatto, non macina più. Acqua passata, non macina più. Noi dobbiamo pensare alla partita che c’è domani. Finita quella, io ho già tutti i video della gara con il Cagliari. Io ragiono così, una partita alla volta. Non mi ricordo nemmeno il risultato di due partite fa, non mi ricordo i giocatori, sono concentrato su questa partita. E chiedo alla partita di fare questo. Non mi interessa se passiamo o no, se è un bivio o non è un bivio. Domani c’è una grande partita, punto. Domenica c’è un’altra grossa partita. Io cerco di tirare fuori il massimo dalla squadra e da me stesso, partita per partita”.

Lei vinse qui a Bilbao nel 1996 con il Valencia. Oggi, quasi trent’anni dopo, è di nuovo qui a giocarsi qualcosa di importante. È un po’ orgoglioso di questo?

“L’anno scorso sapevo di smettere, quando andavo all’Olimpico, a San Siro, dicevo questa è l’ultima volta che lo faccio. E chi si immaginava di venire qui alla Catedral in Spagna? Sono orgoglioso, sì, ma quando non allenerò più vedrò quello che ho fatto e dirò qui potevi fare meglio. Sicuramente. Conoscendomi, essendo molto severo con me stesso, andrò a vedere più le cose che ho sbagliato. Ma è la vita, non ho problemi ad affrontare le cose sbagliate, come non mi fanno andare di testa le cose che ho fatto bene. Metto tutto nel calderone. E sono un uomo fortunato. Fortunato di allenare da tantissimo tempo. Fortunato perché stando con i giovani, resti giovane. Fortunato perché faccio un mestiere che amo. Non tanti possono dire faccio il lavoro che mi sono scelto, che ha dato da vivere a me e alla mia famiglia. Per cui, sono contento”.

All’andata la Roma ha preso gol da calcio da fermo e in totale ne ha presi 7 in stagione. Pensa di cambiare qualcosa in questo aspetto?

“Non si può cambiare dall’oggi al domani, anche se io ho fatto sia la zona, sia la marcatura a uomo. Quando ho detto che noi dovremo nascondere i nostri difetti, ci sta anche queste cose qua. Contro una squadra che fai dei calci di punizione il suo fiore all’occhiello. Per cui, dovremo essere molto attenti”.

Il mister interviene a margine di una domanda rivolta a Dybala sulle sue condizioni fisiche.

“Ho la fortuna di avere uno staff meraviglioso, io sono soltanto la punta dell’iceberg. Dietro di me c’è un nucleo di persone che lavora giorno e notte per cercare di far star bene i giocatori. Paulo è uno di questi. Non c’è soltanto una persona, ma uno staff intero che studia con me le metodologie e quanto riposo dare ai giocatori. È tutto un insieme di componenti, non c’è un esercizio. Altrimenti, perché non l’ha fatto prima? È tutto un insieme di fattori per non far infortunare i giocatori. Abbiamo tirato fuori una statistica, se non sbaglio siamo la squadra con meno infortuni e subito si è fatto male Celik. E questo è un guaio. Ma è il calcio, nel calcio ci possono stare dei guai, auguriamoci che siano solo piccole interruzioni e che non ci sia un grosso infortunio”.

Come mai nelle ultime partite Saelemaekers non è partito titolare? C’è una motivazione?

“No, come non giocava Hummels, non giocava Saelemaekers. Ce ne ho tanti, giocano bene, se un pochino riposa qualcosa, non succede nulla. Quando è entrato poi ha fatto bene, assist o gol, sono contento così, va bene così”.

Che ricordo ha dello stadio dell’Athletic? E quali saranno le chiavi del match di domani?

“L’ambiente sarà fenomenale, una grande tifoseria, lo stadio è una meraviglia. Complimenti per tutto. La chiave non la so, non la conosco, la chiave spero che sia italiana, come squadra. È chiaro che giocheremo contro una grande squadra, una squadra che gioca veloce, diretta. Non è la solita squadra spagnola che ha palla a lungo. Sappiamo quali sono i punti forti e come giocarli. Vedremo cosa succederà”.