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    La conferenza stampa di Juric prima di Roma-Torino


    Alla vigilia di Roma-Torino, Ivan Juric ha risposto alle domande dei giornalisti a Trigoria.

    Queste sono state le parole del tecnico in conferenza stampa.


    In questo caso, che tipo di cambiamenti ha in testa dopo la sconfitta di Firenze?

    “Hai detto bene, c’è stato un crollo emotivo, dal mio punto di vista, rivedendo le immagini. Dopo 40 giorni di buon lavoro - non eccellente, ma buono, dove ci sono state delle buone prestazioni - mi aspettavo un passo in avanti. Invece c’è stato un crollo totale. Potrebbe essere anche una svolta in positivo. 

    Magari è meglio perdere così che nascondere qualche problema, che cova già da anni o da tempo. Se raccogliamo bene quello che è successo, può essere una svolta, come quando il Milan prese 5 gol dall’Atalanta con Pioli: anche lui là disse che aveva capito le cose e cominciarono a lavorare nel modo giusto”.

    Sul Torino: conosce molto bene il club. In una serata come quella di domani si lavora più sulla testa o sulla tattica?

    “In questi giorni c’era di tutto, questo è chiaro: il Torino è una squadra consolidata, abbiamo fatto un buon lavoro lì tre anni, e Vanoli sta facendo bene. Ci sono degli acquisti buoni, stanno facendo un buon campionato. La squadra è di idee, di valore, bisogna stare molto attenti ai particolari. A livello anche emotivo, bisogna essere preparati”.

    Lei percepisce questa strana atmosfera da ultima spiaggia? Inoltre, una curiosità personale: Mourinho nel 2021 dopo la brutta sconfitta di Bodo mise fuori alcuni giocatori. È questa la strada: rivoluzionare tutto?

    “Quanto alla prima parte della domanda, io non ci penso proprio. Ogni volta mi chiedete cose così, ma io penso a fare il mio lavoro e quello che succede, succede. Sapendo cosa si può migliorare o cosa è stato fatto bene. 

    Io penso che la rosa della Roma non si possa permettere esclusioni, anzi bisogna portare tutti dentro, il più possibile: occorre far capire il significato di maglia, di posto, di quello che bisogna fare. Non escludere, ma convincere anche perché non è tempo di mercato. O meglio, non convincere: far presente quello che va fatto in questo momento”.

    In questi due giorni sono emerse tante voci su quanto accaduto negli spogliatoi di Firenze. Questo gruppo lo sente ancora convinto del progetto?

    “Sono stati giorni di litigi, pesanti, però è anche meglio che sia successo presto. Che sia uscito fuori ciò che era stato accumulato, in questi due giorni: sia litigi, sia discussioni. Abbiamo indirizzato la barca, almeno a livello di pensiero. Su cosa deve fare la squadra, su cosa deve essere concentrata. 

    In quel senso io la vedo come una cosa positiva, anche il mio carattere preferisce questo tipo di confronti, per andare a testa alta, pulita, invece di fare chiacchiere dietro. Cercherò di mettere in campo la squadra migliore possibile, cercando di vincere la partita. Per me è tutto chiuso, zero a zero, si riparte alla grande. Ieri li ho visti giusti, convinti. Come ho detto, magari è meglio così che perdere 1-0 e continuare questo tran tran. È un momento importante per tutti quanti”.

    Cosa c’era di accumulato nei giocatori? Quali sono i rancori di questa squadra?

    “Deve rimanere tra di noi. Ho detto che ci sono stati litigi, scontri, ma sul resto deve restare tra noi. Non voglio parlare di questo”.

    Pellegrini ha dichiarato a fine partita: “Bisogna guardarsi negli occhi e dirsi la verità”. Quale verità deve uscire fuori tra i giocatori?

    “Penso che ci siamo detti la verità. All’inizio magari in modo violento, poi in modo più ragionevole. Il mio punto di vista è semplice: sono l’allenatore, devo preparare la squadra sulla partita. Il mio medico deve prendersi cura dei giocatori. E i calciatori devono giocare. Molto semplice. 

    Devono pensare a come correre, alla posizione del corpo, a essere concentrati, come io devo solo pensare a far giocare nel miglior modo possibile la squadra. Stessa cosa chi qua dentro ha altri compiti e deve pensare al suo, non ad altre cose. La definizione dei ruoli è importantissima, secondo me. Ognuno si concentrasse su quello che veramente può incidere”.

    Durante questi confronti di cui lei ha fatto menzione sono emerse anche differenti vedute tattiche?

    “Io penso che la squadra in sette partite ha preso 5 gol. Se voglio fare un paragone con lo scorso anno, tra Torino e Roma, il Torino con questo modo di giocare ha preso 36 gol e la Roma 46. Per me sono solo scuse. 

    Se non sono convinti i giocatori, me lo possono tranquillamente dire e io me ne vado. Mi risulta invece che la situazione sia diversa, che loro siano convinti: i giocatori vogliono fare bene, vogliono migliorare rispetto a Firenze. Porta tanti benefici questo modo di giocare: si può fare benissimo, loro hanno le caratteristiche per farlo alla grande, sia nella fase di possesso, sia in quella di non possesso. Non vedo problemi”.

    Ha sentito la Proprietà in questi giorni? Pellegrini, inoltre, ha parlato di difficoltà organizzative della Società. Nei vostri confronti è emersa questa mancanza societaria?

    “Con il presidente abbiamo dei contatti. Abbiamo parlato di tutte le cose, e bene secondo me. Queste sono tutte cose che tolgono il pensiero sul campo. Resto di questa idea. Ognuno deve fare il suo: io devo allenare. Guardando l’organizzazione qui, come dico dal primo giorno, non vedo delle mancanze. Anzi, io preferisco così. Ossia, che prendo io le decisioni. La società ti responsabilizza, dobbiamo fare i risultati. Tutto il resto è distrazione. Ognuno deve fare il suo: lavorare forte, con grande umiltà, questa è la cura giusta per uscire da una situazione. Dopo una sconfitta così, si chiarisce bene tutto. Questa è la mia idea”.