Abbiamo visto una squadra diversa nel secondo tempo.
“Sì, abbiamo fatto meglio nella ripresa. Nel primo avevamo fatto un po’ di fatica nel ripartire. Io stesso gli avevo detto di evitare di giocare troppo palla a terra, perché il campo era secchissimo. Ho quindi chiesto ai miei giocatori di andare di più in verticale, perché non volevo fomentare l’aggressività del Cagliari. Ma siamo sempre rimasti abbastanza ordinati.
Nel secondo tempo, molto meglio: hanno avuto un paio di occasioni loro e due o tre noi. Ho visto cose molto migliori nel secondo tempo”.
Il secondo tempo riparte dalle giocate di Soulé. È stato un po’ lui il traino nella ripresa?
“Sì, assolutamente. Lui deve fare quello. Noi gli chiediamo di fare quello, oltre alla fase difensiva. È sempre vivo, è dentro la partita. Poi, è giovanissimo: qualcosa la fa giusta, qualcos’altra la sbaglia, ma è positivissimo nell’atteggiamento. Ha grandissima qualità. Cercavamo qualcuno così, che se ne andasse sia di qualità, sia di velocità. Mi è piaciuto. Credo che migliorerà sempre sia l’intesa con i compagni, sia la sua condizione”.
C’è la sensazione che abbiate una grande facilità nello sviluppare negli ultimi 30 metri: è lì che volete lavorare nelle prossime settimane?
“Sì, poi si tratta sempre di centimetri. Tutto il resto fatto meglio, fatto bene - la fase difensiva, i momenti della linea, l’aggressività - a volte ti permette di avere un po’ di più la palla tra i piedi e quindi ci arrivi più spesso nei 30 metri. Nel primo tempo ci siamo arrivati poco e dobbiamo fare meglio, analizzando i motivi per i quali ci siamo arrivati così poco.
Ma ripeto, io tante partite come queste non le ho disputate da allenatore però le ho giocate: il campo secco, il venticello, loro aggressivi, lo stadio pieno…: ti metti a giochicchiare davanti l’area e rischi di prendere delle ‘bambole’ incredibili.
Ho chiesto io di andare molto in verticale per allungarli un pochino. A volte ci siamo riusciti, altre meno. Nel secondo tempo siamo riusciti a far abbassare di più il Cagliari è stato più basso e lì la qualità dei nostri attaccanti si sprigiona meglio”.
La spaventa l’idea di una Roma senza Dybala?
“Io ho parlato già abbastanza di questa storia e ho detto che non ci sarei tornato più. A settembre parleremo del mercato e di chi c’è. Mi spaventerebbe una Roma senza Paulo e senza altri sostituti, che potrebbero arrivare se dovesse andare via lui e se dovesse andare via qualcun altro.
Numericamente, la squadra così è a posto. Se dovesse andare via qualcuno e non dovessimo prendere nessuno, mi potrei spaventare, ma se qualcuno dovesse andare via e riuscissimo a sostituirlo, anche in altre posizioni del campo, con giocatori funzionali e forti, si va avanti e si lavora con quelli che arriveranno".
Dovbyk è cresciuto dentro la partita.
“Sì, non è stata una partita facile per lui, perché nel primo tempo abbiamo calciato parecchio e non lo abbiamo fatto da dove volevamo farlo. Arrivavano questi campanili morbidi, difficili da valutare sia per il vento, sia per la pressione dei difensori. Non lo abbiamo messo nelle condizioni migliori. Nel secondo tempo ha fatto benissimo: ha tenuto tante palle, ha rischiato di fare gol. Ho la sensazione che ne farà tanti”.
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