Queste sono state le parole del nostro allenatore dopo il match!
Cosa può diventare la Roma?
“Se questa è la Roma di stasera, devo lavorare e immaginare la Roma di giovedì. Se questi ragazzi possono fare una partita così, possono continuare a giocare sempre così, perché sono calciatori fortissimi.
Quindi, concentriamoci sul futuro più prossimo: su giovedì, sulla partita dopo e poi su quella dopo ancora”.
Come si fa a costruire in così poco tempo un gruppo così compatto e coeso?
“Evidentemente, era coeso anche prima. Io non ho fatto niente. Questo gruppo è andato per due anni fino in fondo in Europa, ha fatto delle cavalcate importantissime. Se non sei un gruppo unito, non puoi raggiungere quegli standard.
Io continuerò a gestire gli esseri umani prima ancora dei calciatori. Cerco di essere onesto, di dire la verità, cerco di essere diretto quando vedo qualcosa che non mi piace. E poi faccio l’allenatore: faccio le mie scelte. Loro sono fantastici con me, io sono cono contentissimo di stare in mezzo a loro, sia pe come lavoriamo, sia per come mi fanno sentire.
È ovvio che sia avvantaggiato perché qualcuno di loro era un mio compagno, e hanno avuto un occhio di riguardo quando sono arrivato. Hanno fatto finta che fossi il loro allenatore, ma magari mi hanno aiutato anche per quello che siamo stati insieme, quando eravamo compagni”.
Su cosa ha lavorato, per Pellegrini? I numeri e le prestazioni parlano chiaro.
“Fisicamente, tatticamente, tecnicamente. Ho cercato di dare quello che penso sia la mia idea di calcio. Credo particolarmente in questo tipo di gioco, ma credo pure che occorra stare molto bene fisicamente per farlo. E mi piace il fatto che oggi abbiamo giocato meglio della partita prima, e quella a sua volta avevamo giocato meglio delle precedenti.
Mi piace che questa squadra – non solo Lorenzo – stia capendo quello che voglio da loro, e quanto questo tipo di gioco, che oggi abbiamo sviluppato in modo molto buono, abbia bisogno di uno sforzo fisico, di corsa, di gamba, di movimento senza palla, di fatica. Anche perché sennò diventa un gioco fine a se stesso”.
Stai facendo qualcosa di incredibile: 20 gol nelle ultime sette partite, migliore attacco. Penso che tu abbia messo questi giocatori nelle condizioni di esaltarsi. Quanto c’è del tuo lavoro in questi 20 gol?
“Spero tanto, non lo so. Io cerco di mettere in campo una squadra abbastanza offensiva, perché so che ho dei giocatori che ti fanno gol in qualsiasi momento. Non è che in allenamento dico a Pellegrini di fare quel dribbling così, mentre la seconda rete, di Lukaku, la proviamo già un po’ più spesso.
Penso che ci siano delle qualità di questi calciatori che debbano essere rispettate e sfruttate. Io cerco di organizzarli in modo che spesso si trovino con la palla in mezzo ai piedi e possibilmente spesso vicino alla porta.
Quando parlo di prestazione dei singoli per raggiungere il filotto che abbiamo fatto, che non è ancora niente, voi magari pensate che io parlo della punizione di Dybala, della rete di Lukaku, del bel gol di Pellegrini, ma quando in questa squadra si fa male un giocatore – e speriamo che non sia niente di grave – ti giri ed entra un nazionale turco, che non faccio mai giocare e che si allena sempre a duecento all’ora, e ti fa questa prestazione come ha fatto oggi Zeki Celik, ecco, questi sono i singoli: i singoli sono anche quelli meno visibili, che domani stanno meno sui giornali ma ti fanno vincere alla lunga, ti fanno ottenere i piazzamenti che vuoi ottenere, ti fanno vincere il campionato o ti fanno salvare se devi salvarti”.
Se vogliamo trovare un pelo nell’uovo, nel primo tempo eravate messi male con i difensori. Tu sai quanto siano importanti i dettagli, ci dovrai lavorare.
“Assolutamente, anche nelle partite migliori c’è sempre qualcosa su cui lavorare. Anche oggi, magari, non abbiamo preso gol da un cross dal fondo, ma abbiamo rischiato di prenderlo nel secondo tempo, su una palla colpita sotto porta. Anche oggi un paio di palle lunghe ci hanno colto un po’ alla sprovvista.
Bisogna lavorare su tutto, ma penso che già adesso, sia dal punto di vista della squadra, che più corta rispetto all’inizio, sia dal punto di vista delle pressioni davanti, e anche dal punto di vista delle letture difensive, io vedo qualche miglioramento. Non è assolutamente abbastanza, e soprattutto più giochi contro squadre forti e più queste ci metteranno in difficoltà e metteranno in evidenza (gli errori, ndr) se non siamo perfetti”.
La cosa più bella per i romanisti è vedere che Dybala sta bene, con continuità.
“Sì, siamo contenti della sua attitudine quotidiana: lavora, gli piace lavorare, quando non lavora e c’è il defaticante, viene a sostenere in campo i compagni che si allenano. È veramente un esempio, e mi dispiace dirlo di lui, perché dovrei dirlo di tutti. Sono veramente fantastici. È ovvio che lui, oltre alla professionalità e alla condizione fisica ritrovata, stia mettendo in campo anche tutto il suo talento, che è qualcosa di diverso rispetto agli altri, non possiamo nasconderci”.
Era dal 2017 che la Roma non aveva una coppia di attaccanti in doppia cifra. È una cosa importante per trascinare la squadra in Champions League?
“Dobbiamo segnare tutti, dobbiamo in area in tanti per segnare. Ma inevitabilmente, le stelle di ogni squadra devono dare il contributo che loro stanno dando. Ma, ripeto, faccio un po’ fatica a parlare solo degli attaccanti, perché secondo me oggi hanno fatto tutti una grande partita.
Mi piace sempre sottolineare che tutti quelli che sono entrati lo hanno fatto alla grande. Questi ci trascinano se poi alle spalle ci sono una base solida, uno scheletro importante e l’atteggiamento positivo di tutti”.
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