
Bruno Conti spegne 70 candeline e la maggior parte della sua vita – professionale e non – l’ha legata alla Roma, la squadra del suo cuore da sempre.
Di lui è stato detto e scritto tantissimo, lo raccontiamo in una chiave diversa, attraverso un alfabeto a lui dedicato.
Agostino. Di Bartolomei. Il suo capitano nella Roma, con cui ha condiviso di più. L’amico eterno. L’abbraccio di una vita, come quello fraterno che Ago gli dà la notte del suo addio, nella pancia dell’Olimpico, come testimoniano le immagini del bellissimo documentario realizzato per il suo addio al calcio, "Un giorno d'amore".
Bearzot Enzo. Il commissario tecnico della nazionale italiana del 1982. Quello che per Bruno “era come un papà. Noi lo chiamavamo tutti così”. La squadra che in Spagna diventerà l’Italia campione del mondo. Di quel gruppo fantastico fanno parte tantissime leggende del nostro calcio, Bruno è “il migliore giocatore del Mondiale”, secondo tutti gli addetti ai lavori.
Conti Bruno. Lui. È stato tutto per la Roma. A qualsiasi livello. Calciatore per 16 stagioni con questa maglia, totalizzando 402 partite e 47 gol. Allenatore per una parte della stagione 2004-05, salvando la squadra dopo un campionato pericolosissimo. Dirigente per la prima squadra, responsabile del settore giovanile scovando tantissimi talenti.
Derby. In particolare, quello del 27 marzo 1977, deciso da un suo gol meraviglioso, di sinistro al volo, sotto porta di Curva Nord. Sarà la sua unica rete nelle stracittadine, anche perché in quell’epoca – suo malgrado, soprattutto negli anni 80 – la squadra biancoceleste non era sempre presente nel massimo campionato italiano.
Europa. Conti ha vestito la maglia della Roma in 34 partite in competizioni UEFA, segnando tre gol (1 al Goteborg, doppietta al Partizan Belgrado). Ha giocato 7 edizioni di coppe: 3 di Coppa UEFA, 3 di Coppa delle Coppe, 1 di Coppa dei Campioni.
Francesco. Totti. Il capitano della Roma quando era lui ad allenarla o a dirigerla da Direttore Tecnico. Un rapporto fraterno, da leggenda a leggenda. Un paio di istantanee insieme: Totti che tiene in braccio Bruno sotto il settore del Franchi di Firenze dopo la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia ai rigori. Oppure, insieme seduti a bordocampo nel derby del 2006, vinto 2-0 con i gol di Taddei e Aquilani.
Goteborg. È il primo gol europeo con la maglia della Roma, nel debutto dei giallorossi in Coppa dei Campioni nel 1983 contro la squadra svedese all’Olimpico. Lui segna il 2-0 di sinistro sotto la Sud e dà il via all’azione capolavoro del terzo gol, quella finalizzata da Cerezo e resa “Divina” da un vedo/non vedo la palla di Falcao.
Hellas Verona. È la squadra a cui ha realizzato l'ultimo gol da professionista, segnato nel 5-2 finale della stagione 1989-90 al Flaminio. È il 25 marzo 1990, Bruno apre le marcature, poi Voeller e Desideri fanno una doppietta a testa. Questa è anche l’ultima partita che disputa dal primo all’ultimo minuto.
Italia. Campione d’Italia nel 1983 e campione del mondo con l’Italia nel 1982. È stato Brunoconti per la gente romanista, ma lo è stato anche per tutta la nazione. Non a caso nella sua memorabile e struggente partita d’addio del 1991 fece affrontare due squadre: la Roma campione ’83 e l’Italia campione ’82.
Juventus. L’avversaria della sua epoca, a cui lui ha segnato il primo gol della sua carriera da professionista (1977). La squadra che gli ha conteso scudetti e Coppa Italia. A volte ha vinto la Roma, a volte la Juve. Dall’altra parte, tanti giocatori fortissimi, ma anche amici e compagni di nazionale nel 1982: Zoff, Gentile, Scirea, Cabrini, Causio, Paolo Rossi.
Kohl Helmut, solo omonimo del più famoso cancelliere tedesco. Lui fu un arbitro austriaco negli anni 80 e 90. Incrociò il cammino di Bruno in una sola occasione, almeno per quanto riguarda i club. In Roma-Dinamo Dresda di Coppa UEFA, edizione 1988-89. Il direttore di gara mise a referto l'ultima apparizione europea da titolare di Conti con la Roma. E quella contro la squadra della DDR fu anche l'ultima partita europea del "Barone" Liedholm sulla panchina giallorossa.
Liedholm. Nils, il Barone. L’allenatore che lo ha fatto esordire con la Roma. L’allenatore della Roma campione d’Italia con Brunoconti in campo. L’allenatore con cui ha giocato più partite in maglia giallorossa: 268. L’uomo che ha dato sostanza ai suoi sogni.
Maradona Diego Armando. Lui, “el diez” dell’Argentina, il più forte calciatore della storia del calcio stravedeva per Conti e avrebbe fatto di tutto per portarlo a Napoli. Ma Bruno gli rispondeva: “Semmai, Diego, vieni tu a Roma”. Avevano un grande rapporto di amicizia. Nel 2005, Maradona fu ospite a Trigoria. E Conti – che allenava la Roma in quel periodo – lo fece entrare in conferenza stampa a sorpresa, tra lo stupore dei giornalisti: “Ecco un nuovo acquisto per il prossimo anno”.
Nettuno. “Di Bruno ce n’è uno e viene da Nettuno”, cantavano i tifosi della Roma. Nettuno è il luogo in cui è nato e in cui vive ancora oggi. Dove è diventato calciatore, uomo, padre e poi nonno. Nettuno è la sua casa.
Olimpico. Il suo stadio, quello in cui ha giocato più partite nella sua vita da calciatore. La prima della sua carriera, con il Torino, e anche l’ultima della sua carriera, in Coppa UEFA contro il Bordeaux. 198, per l’esattezza, il numero delle volte in cui è sceso in campo in quest’impianto, con 114 vittorie ottenute.
Pruzzo Roberto. Uno dei compagni di squadra con cui Bruno ha condiviso più storie, momenti, attimi. Prima, insieme al Genoa a inizio carriera in Serie B. Ma, soprattutto, nella Roma. E Pruzzo, “il Bomber”, metteva la palla in rete spesso grazie ad un assist o ad un cross di Conti.
Quintini Francesco. È stato il suo primo portiere nella Roma, quello che difese i pali giallorossi nel match in cui Bruno fece l’esordio contro il Torino allo Stadio Olimpico nel 1974. Quintini con la Roma conta 9 partite ufficiali.
Ranieri Claudio. Non ha mai giocato una partita della Roma insieme a Conti, ma esordirono entrambi nella stessa stagione 1973-74 con Liedholm allenatore. Tanto bastò ai due per restare in contatto nel corso del tempo. Fu così che nel 2009 Bruno portò Ranieri sulla panchina giallorossa dopo le dimissioni di Luciano Spalletti.
Sette. Il suo numero di maglia per definizione, anche se all’epoca non esistevano i numeri fissi con il nome scritto sopra. Ha portato anche la 11 in vari momenti della stagione scudetto 1982-83, la 16 in nazionale nella spedizione mondiale, ma nell’immaginario il sette è quello suo. Di Bruno Conti, tanto che la Sud gli dedicò anche una scenografia con quel numero.
Torino: la squadra che segna il suo esordio in gare ufficiali con la Roma, il 10 febbraio 1974. Quella granata è anche l’avversaria dell’ultima giornata del campionato 1982-83. La gara che celebrò all’Olimpico il secondo scudetto della storia giallorossa, già conquistato una settimana prima in casa del Genoa.
Ultrà. Quelli del Commando. Sempre presenti nei suoi anni, sempre in Curva Sud. Dalla prima apparizione del CUCS. Bruno era in campo quel 9 gennaio 1977, Roma-Sampdoria 3-0. E sempre il Commando rese unica la notte del suo addio al calcio, il 23 maggio 1991. “Stare insieme a te è stata una partita, ci vorrebbe un amico per poterti dimenticare”.
Viola Dino. Il presidente della Roma del secondo scudetto nel 1983. E anche di 5 Coppa Italia vinte, la prima nel 1980. L’ultima nel 1991. Tutte con Conti in rosa. "L'uomo che ci ha portato a grandi livelli. Ha costruito pezzo dopo pezzo la squadra che ha saputo cucirsi sul petto un tricolore dopo 41 anni e ci ha condotto alla finale di Coppa dei Campioni”, le parole di Bruno sull’Ingegnere.
Walter. Sabatini. La prima presenza in campionato con la Roma – nell’unica stagione da calciatore, 1976-77 – Sabatini la fece subentrando proprio a Conti. È Genoa-Roma, 3 ottobre 1976: il giovane perugino subentra a Bruno al minuto 76. La partita finisce 2-2, uno dei due gol del Grifone lo segna Roberto Pruzzo. Per l'attaccante di Crocefieschi si tratta del suo primo gol in Serie A. Lo fa alla Roma.
Xavier Abel. L’unico calciatore straniero, insieme a Leo Cufrè, che Conti schiera dal primo minuto nella sua ultima partita da allenatore della Roma, Roma-Chievo 0-0 del campionato 2004-05. In quella stagione, la Roma si piazza ottava in Serie A, ma si qualifica comunque all’edizione successiva della Coppa UEFA arrivando in finale di Coppa Italia.
Yes. Oui. Ja. Da. Significa sì in tutte le lingue del mondo (o quasi). È quello che ha sempre detto Conti alla Roma. Sì. Per qualsiasi cosa, Bruno c’è sempre stato. In diversi modi e per ricoprire qualsiasi incarico. Da calciatore, allenatore, dirigente, consigliere, tutto. Brunoconti è e sarà sempre un pezzo di storia. Perché lui è unico.
Zero a zero. Giusto una curiosità, per la cronaca e la storia. La prima partita della carriera di Bruno, da calciatore, Roma-Torino, finì 0-0. L’ultima da allenatore, Roma-Chievo, finì 0-0. Entrambe allo stadio Olimpico. Ma la sua carriera non è stata da pareggio e nemmeno da 0-0. Ha vinto sempre, Bruno, con la Roma.