Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Cosa si prova a tornare qui 9 anni dopo con un’altra veste. Questo è un ambiente infuocato, lo hai già detto l’altra sera. Sarà la tua prima partita da allenatore in Europa. Volevo capire il risvolto emotivo di questa trasferta.
“Sono contento di esordire così in Europa, non era molto preventivabile tempo fa. Il 14 febbraio è il compleanno di mia figlia, un anno fa l’avevo passato alla sua festicciola, un paio di ore prima mi avevano esonerato.
Mi dispiace di non essere lì con Olivia, ma l’umore diciamo è opposto. E devo essere quindi anche grato. Bisogna fermarsi a volte, capire che siamo fortunati, non ricordarci solo quando le cose vanno male. Sono contento, soddisfatto, vorrei approfittarne”.
L’atmosfera sarà un fattore?
“Sappiamo che tra l’incontro da me disputato come giocatore, ad oggi, ci sono state altre sfide tra Roma e Feyenoord.
Altre sfide, con qualcosa di importante in palio. Come lo sarà domani. Sicuramente ci sarà un clima infuocato, però poi ci sono le righe del campo, dove si gioca a calcio. Là dentro ci vanno i giocatori, gli atleti, le idee, quindi dobbiamo pensare a quello”.
Domani sarà una gara speciale per te. Dovessi scegliere una partita particolare del passato, quale diresti?
“Non lo so, ne abbiamo vissute tante belle, tante negative, perché poi alla fine non abbiamo mai tirato su il trofeo, non abbiamo mai vinto l’ultima partita dell’anno.
Però tante volte ci siamo ricompattati, ricordo anche qualche 7-1 in cui uscivamo a pezzi dallo stadio, ma poi ci ricompattavamo.
La vita dello sportivo, del calciatore, dell’atleta in generale, è anche ricca di momenti così. E ti danno tanto, riuscire a ritirare su la squadra, l’umore, la condizione mentale, riportarti i tifosi dalla parte tua, anche dopo serate molto negative.
Poi, ovvio, se devo scegliere un episodio, forse perché è anche quello più recente, Roma-Barcellona 3-0 è stata una notte indimenticabile. Per la forza dell’avversario, per la condizione psichica dell’Olimpico, l’acustica, è stata una notte assurda, quindi sceglierei quella.
Ce ne sono state tante altre, periodi in cui ci consolidavamo come squadra tra le prime otto d’Europa o le prime sedici. Io credo che la destinazione sia quella, noi dobbiamo tornare ad essere quel tipo di squadra là”.
Come sta Pellegrini in questo momento? Sembra un giocatore ritrovato. E poi, cosa si aspetta dal processo di crescita nella sfida di domani?
“Riguardo Pellegrini, valuto quello che ho visto da quando sono arrivato qui. Penso che sia più corretto. Ho più strumenti in mano per poterlo giudicare.
Sia come essere umano, come guida per i compagni, come capitano, io non potrei essere più contento. Continua ad essere un esempio, continua a migliorare non solo fisicamente e tecnicamente, ma ogni partita, ogni allenamento fa sempre più cose simili a quelle che vorrei vedere io.
È sintomo che ci capiamo, capisce quello che chiedo, come tutti gli altri giocatori. Io posso solo ringraziarli per l’attenzione che stanno mettendo, per quello che mi stanno dimostrando anche nelle partite.
A proposito del percorso, quello sarebbe stato più morbido se fossimo all’otto luglio, giocando prima contro i boscaioli, il risultato viene in secondo piano perché sai che è già acquisito, la seconda amichevole la giochi e il risultato viene in secondo piano perché tanto non succede niente.
Qui il percorso lo fai e nel frattempo devi vincere le partite perché comunque veniamo giudicati, perché comunque la classifica era quella che era. Dobbiamo vincere tante partite, il risultato è sempre tanto importante, lo è per me, lo è per qualsiasi altro allenatore.
Non esiste allenatore che la pensi diversamente. Voi a volte parlate di giochisti e risultatisti, che è una roba che fa ridere, perché il risultato è fondamentale per qualsiasi allenatore”.
Quanto sarà diversa la tua Roma rispetto a quella di Mourinho?
“Non posso dire quanto sia differente, ogni allenatore arriva, porta qualcosa di suo, qualcosa può cambiare, io ho studiato parecchio la Roma di Mourinho perché dovevo sapere dove andare a mettere le mani, soprattutto l’ho vista sempre perché prima ero un semplice tifoso.
Le vedevo sempre le partite, non saprei dire quanto è differente, la Roma con Mourinho ha ottenuto ottimi risultati, soprattutto in Europa, spero quindi che da quel punto di vista non sia troppo distante. È una squadra che è arrivata in fondo per due anni consecutivi, dobbiamo prendere esempio da quel percorso.
Poi dopo ogni allenatore ha la sua visione, la sua idea, le sue preferenze, qualsiasi allenatore porterai in una squadra darà sempre qualcosa di diverso da quello precedente”.
Come vedi il Feyenoord in questo momento?
“Vedo una squadra che ho studiato perfettamente nelle ultime settimane. Era già una squadra che mi aveva impressionato quando l’avevo vista all’Olimpico nell’ultima partita di Europa League, è una squadra che sa giocare a calcio, con giocatori molto interessanti.
Soprattutto sugli esterni sono interpreti di grandissima qualità e di gamba, quindi ho grande rispetto per come giocano e per gli individui che giocano all’interno della squadra.
Penso che sarà una bella partita, penso che nelle sfide precedenti – al di là del fatto che ha sempre vinto la Roma – c’è sempre stato grande equilibrio in campo, mi aspetto una partita difficile”.
Se il Feyenoord giocasse o no con Gimenez, cambieresti il tuo approccio?
“No, è un giocatore molto importante, molto forte, è un centravanti, se non dovesse giocare lui, giocherebbe il suo sostituto, abbiamo visto anche le caratteristiche individuali di ogni giocatore, siamo abbastanza preparati.
È ovvio che Gimenez è un giocatore molto forte”.
Dal punto di vista fisico, come sta la squadra? Saranno fatti dei cambi o quelli verranno pensati più per Frosinone?
“Io penso che qualche cambio verrà fatto. Non solo per la partita di Frosinone, non solo per l’importanza, ma ho fiducia in tutti gli elementi della rosa. Veramente, non solo a chiacchiere.
Non mi piace però fare 10 cambi a Frosinone, 15 cambi a Frosinone, snaturerebbe troppo la struttura della squadra e metteresti in difficoltà quel nuovo blocco che giocherebbe.
Quando giocano tanti calciatori che spesso non hanno giocato insieme, e fai una partita di turnover, spesso non è un bel vedere e spesso non li metti in condizione di fare la loro miglior performance.
Se dobbiamo cambiare, cambiamo. Ma non ci saranno mai undici giocatori che entrano e undici giocatori che escono. A meno che non si giochi un’amichevole”.
Pensi che Angelino abbia bisogno di riposare e Spinazzola bisogno di mettere più minuti nelle gambe? Volevo sapere su questa scelta.
“La scelta verrà fatta in base a diverse cose. Angelino ha giocato poco negli ultimi mesi, ha fatto due partite di seguito, il fatto che Spina è tornato e sta bene. Il fatto che io ami quanto siano diversi. Amo avere due terzini sinistri così diversi.
A partire dal fatto che uno è mancino e l’altro è destro. A partire dal fatto della loro stazza, della loro gamba, delle qualità balistiche. Sono molto diversi e questa diversità mi piace.
Riuscire a costruire una squadra e avere nelle stesse posizioni giocatori che sappiano fare cose diverse è un vantaggio perché ogni partita è diversa dalle altre, quindi è un ruolo dove siamo coperti. Con due giocatori molto forti, sono tranquillo nella scelta.
Ma non sarà solo una valutazione fisica. Vorrei farli giocare più spesso tutti e due. Anche se tutti e due insieme è un po’ difficile.
Cristante può giocare?
“Sì, sì, sta bene con la schiena. Ha sempre dei problemi un paio di volte l’anno, non ha nulla di gravissimo, è partito con noi e può giocare”.
Cosa pensi del fatto che non ci saranno tifosi romanisti al seguito?
“È brutto, è un peccato, lo avevo già detto prima di andare a Salerno, è un peccato giocare senza tifosi ospiti. Penso non verranno nemmeno i tifosi del Feyenoord a Roma, quindi è un peccato doppio.
Spesso in passato tante tifosi ospiti ci hanno dato dimostrazione di come si possa tifare la propria squadra con amore. E, ovviamente, quelli della Roma mi hanno accompagnato per i miei diciotto anni. Ovunque in giro per l’Europa, nel mondo, è veramente un peccato. Cerchiamo di giocare anche per loro e di portare a casa un risultato buono anche per loro”.