Il tecnico romanista ha commentato così il successo.
Qual è l’aspetto che le è piaciuto di più e quale quello che le è piaciuto di meno?
“Mi è piaciuta la partita, sono stracontento. La cosa che mi è piaciuta di più è che ho visto in campo le cose che avevo sottolineato di più in questa settimana piena di allenamenti.
Mi è piaciuto come abbiamo giocato. Poi, è ovvio che, quando la sblocchi così presto, sembra più facile. Però, venivamo da due partite nelle quali avevamo sbloccato, avevamo raddoppiato, e sembrava che stessimo comandando, e invece poi abbiamo sofferto fino all’ultimo. Quindi, sono contento che abbiamo saputo gestire da squadra grande anche il momento di vantaggio, il momento di rilassatezza”.
Migliore partita di Dybala, ma non tanto per i gol quanto per come si è messo all’interno della tua idea di calcio: non ha mai dato punti di riferimento. E poi menzione per il centrocampo, sempre più consapevole dei propri mezzi. Non solo Pellegrini, che ha fatto gol: mi è piaciuto tantissimo Cristante per come ha attaccato la zona avversaria. È questo l’inizio della Roma che hai in testa?
“Sì, riempire l’area per me è un concetto tanto importante. E non solo per me, ma per tutte le squadre. A volte i gol possono essere un po’ casuali, su un rimpatto, altre volte vengono da giocate di grandi campioni che abbiamo in squadra, come quella sul secondo gol.
Soprattutto quando gioca Angelino, che ha un piede magico, avevo chiesto a Bryan di entrare parecchio in area, perché l’aveva sempre fatto. Forse, più all’Atalanta che qua alla Roma. Ma è uno che si sa inserire. Però, sono stati tutti bravi a riempire l’area, ad andare alle spalle della difesa del Cagliari. Mi è piaciuto quello che ho visto: oltre al centrocampo, anche la difesa, che è stata attenta. Dobbiamo migliorare tante cose, ma mi reputo soddisfatto di questa partita”.
Tre schemi su calci inattiva: su uno hai fatto gol, su uno hai procurato il rigore e su un terzo per poco non segna Dybala. Quanto stai lavorando su queste cose?
“Onestamente, questa settimana ci abbiamo lavorato un po’ di più. Nelle precedenti ho avuto un po’ meno tempo. Questo è uno schema sbagliato, tipo il drink (il Negroni, ndr): l’avevamo fatto con la Spal e Georgi Tunjov e Alessandro Murgia lo hanno fatto diventare quello che è stato stasera. Io avevo fatto un altro schema, ma non era venuto e loro l’hanno rimesso a posto.
Lo abbiamo riproposto. Ora lo abbiamo fatto, Inzaghi lo avrà visto (sabato c’è Roma-Inter, ndr) e adesso non lo possiamo più fare. Però, ci stiamo attenti, perché tante partite vengono decise dai calci piazzati e quindi è troppo importante”.
Cosa hai chiesto a Cristante, oltre agli inserimenti stile Atalanta: se gli hai chiesto di allargarsi per passare a un 4-4-1-1 nel momento in cui Dybala andava al centro.
“Gli chiediamo un po’ di abbassarsi per fare una sorta di terzino, per costruire a quattro, affinché Rick Karsdorp potesse salire e coprire l’ampiezza lì davanti, perché c’era il loro quinto e per permettere a Paulo di giocare tra le linee. È una soluzione.
Ovviamente, se lui si abbassa, non gli possiamo anche chiedere di riempire l’area. A volte lo può anche fare. Ma è un giocatore talmente tanto intelligente che sa gestire i momenti della gara. Nel secondo tempo gli abbiamo chiesto di rimanere un po’ più basso, in preventiva. È troppo intelligente, non c’è nemmeno bisogno di parlargli: lo guardi e ha già capito”.
In fase difensiva, cosa vuoi da Dybala?
“Può cambiare in base all’avversario che affrontiamo. Gli chiedo sacrificio. Ma stiamo anche valutando quanto sacrificio chiedergli, perché nella prima partita lo abbiamo messo un po’ troppo a rincorrere il terzino del Verona e lo abbiamo un po’ affaticato, anche se in quella partita non era in questa condizione, era più indietro, non stava benissimo. Dobbiamo quindi cercare di farlo lavorare, farlo tornare indietro, farlo lavorare sotto palla, ma magari sempre in zona centrale, affinché, se la palla viene recuperata, lui si trovi in una posizione più congeniale per le sue caratteristiche”.
Immagino che tu abbia visto l’Inter: arriva nel momento giusto una partita come questa, così difficile, così stimolante?
“Prima o poi, queste partite arrivano. È un momento di consapevolezza. Abbiamo parlato anche trenta secondi dopo la gara. È giusto enfatizzare le vittorie, festeggiare le vittorie, tenere alto l’entusiasmo, ma veramente abbiamo fatto poco più di niente.
Arriva l’Inter, che dicono tutti sia la squadra più forte del campionato. Lo dico anche io. Pochi dicono che è anche la squadra che gioca meglio di tutti. E secondo me, facciamo un torto a Simone Inzaghi, perché giocano veramente bene.
Forse, solo il Bologna gioca altrettanto bene. Dobbiamo essere la nostra miglior versione per poter vincere la partita”.
So che Tiago Pinto ti ha sostenuto molto in queste settimane. Ti è stato vicino. Ma mi sembra che il feeling sia esploso subito anche con la famiglia Friedkin: è così?
“Tiago è stato fantastico con me. Ma anche adesso che non c’è più, continuo a sentire un sostegno incredibile. Anche oggi pomeriggio ho parlato con Dan e non è facile per un allenatore giovane sentire i proprietari che ti sostengono e ti danno quel supporto che ti avevano promesso, e poi te lo continuano a dare costantemente, giorno dopo giorno.
Qui a Trigoria sono a strettissimo contatto con Lina (la CEO Souloukou, ndr), tutti i giorni, e lavoriamo per fare le cose fatte bene. Ci confrontiamo. Io mi sento veramente comodo qui. Mi stanno aiutando.
Quello di buono che si è visto finora non l’ho fatto da solo, ma anche grazie alla fiducia che mi hanno dato loro, alla credibilità che mi hanno dato loro, sin dal primo giorno agli occhi dei giocatori”.
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