È un’eliminazione resa ancora più dolorosa per le energie, per la tenuta della rosa?
“È sempre doloroso. Quando è un Derby, lo è ancora di più. Abbiamo delle grandi difficoltà, contro cui lottiamo sempre: nelle ultime settimane abbiamo giocato contro Napoli, Juve, Atalanta e Lazio. Abbiamo vinto molto bene contro il Napoli e meritavamo di più contro l’Atalanta e la Juventus, e oggi abbiamo perso la partita per un rigore del calcio moderno. Non voglio dire che ci sia o non ci sia, ma è un rigore da VAR, che l’arbitro non dà a tre metri di distanza. E perché dopo lo dà il VAR?
I giocatori sono educati in questo modo, i calciatori di dieci, venti anni fa non si sarebbero mai buttati come quelli di oggi, e così perdiamo per un rigore.
Nel primo tempo, mi è sembrato che fossimo noi la squadra con più personalità, messa bene in campo. Quando poi si perde Dybala, cambia tutto per noi: era successo contro la Fiorentina in una partita che sembrava che avremmo vinto facilmente, ed è cambiato oggi. Perché senza Paulo c’è meno connessione, c’è meno qualità nel possesso palla.
Quanto al gol che prendiamo, al di là del fatto che è figlio dei tempi moderni, è anche un po’ ridicolo. Non parlo del rigore, perché è causato da un bambino top, veramente top come calciatore e persona, e che merita questa possibilità di crescita, ma è il rigore di un bambino che ha 55 minuti di Serie A: parlo dell'azione prima, è una rimessa laterale nostra, davanti ai miei occhi. Non è possibile che su una rimessa laterale nostra facciamo quello che abbiamo fatto, determinando il calcio d'angolo da cui scaturisce il rigore.
In partite di questo tipo, si trova in una situazione privilegiata anche emozionalmente. E poi non c’erano più i palloni, non c’era più tempo di gioco. E infine: storicamente, con un arbitro top, intelligente, che domina tutti gli aspetti del gioco, con la squadra che con Orsato segna per prima, la partita finisce lì, perché lui dopo non lascia giocare”.
Quali sono le condizioni di Dybala?
“Solito problema muscolare al posteriore. Ha giocato due giorni fa una partita molto, molto fisica, dove ha fatto più o meno 80 minuti. Con due giorni per recuperare, per Paulo è dura. Questa partita lui la voleva giocare e noi abbiamo bisogno che tutti diano il proprio massimo: abbiamo esempi di gente che è al limite, ma che va oltre, come Mancini, che non si allena da un mese ma prende analgesici e anti-infiammatori per giocare, e poi non si allena fino alla prossima.
Ma ha una struttura fisica diversa: quando arriva il problema al posteriore, per Paulo cambia tutto. Con Paulo fuori, è entrato Pellegrini, che non è in un momento positivo e ha subìto una botta importante nella zona vertebrale.
Sono queste le nostre difficoltà. Sono un po' deluso da qualche giocatore dal punto di vista individuale, perché dobbiamo fare di più”.
Anche con Lukaku?
“No, Lukaku avrebbe potuto fare un gol incredibile. Noi lavoriamo tanto per arrivare sulle corsie esterne, facciamo un grandissimo lavoro ma non facciamo un cross: o vai basso o vai alto, o sul secondo palo o la palla finisce al primo difensore. Non facciamo un cross. Incontriamo grandissima fatica, con il gioco che sviluppiamo, ad arrivare in quelle posizioni dove è difficile arrivare: noi ci arriviamo, e non riusciamo a dare continuità all’azione.
Dal punto di vista individuale, posso avere non essere totalmente soddisfatto di qualche giocatore, ma dal punto di vista collettivo la gente cerca di dare quello che ha in un momento difficile per noi.
Ora la Coppa è finita, si è perso un Derby ed è una cosa che pesa per tutti noi, soprattutto quando si pensa a questi incredibili tifosi che la Roma ha. Però, dobbiamo andare avanti. Finiamo questo ciclo orribile domenica a Milano e dopo abbiamo per la prima volta da tanto tempo una settimana completa, non dico di lavoro ma di recupero, e aspettiamo che la gente torni, per dare il massimo nelle due competizioni che abbiamo”.
(La domanda è di Massimo Mauro, talent di Italia 1 nel post-partita) Vorrei aggiungere una riflessione in più: il metro di giudizio dei falli a metà campo è tutto il contrario della costrizione che il VAR fa a Orsato nel fischiare il rigore. Questo è inaccettabile, in una partita di calcio. Ossia, il fatto che a metà campo, giustamente, c’è palla-piede e l’arbitro non fischia, mentre in area di rigore un fallo su cui non cadrebbe nemmeno un uccellino, invece porta al rigore. Non puoi perdere una partita per questo.
“Non so se in Italia si utilizza la stessa espressione che abbiamo in Portogallo, ma in Portogallo si dice che in area, quando si fischia un fallo, è la pena massima: è quasi come la pena capitale, alla ghigliottina ai tempi della Rivoluzione francese. La pena massima è una violenza importante, in un contesto calcistico.
È vero (il mister si rivolge a Mauro, ndr). Questo intelligentissimo arbitro lascia di solto giocare su questo tipo di interventi a centrocampo, e decide di non dare il rigore. Ma poi, dopo, quando c’è uno seduto al VAR che decide di richiamarlo, ed esiste questo minimo contatto, e quando c’è un giocatore che fa il suo show dopo il contatto, e l'arbitro va al monitor, è fatta. Non voglio neanche dire che non fosse rigore…”.
(parla di nuovo Mauro, ndr) I giocatori sono intelligenti, furbi, e quindi cercano in tutte le maniere di ottenere il massimo.
“Si adattano alla situazione”.
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