Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Partirei dal macrotema che sta facendo discutere tutto il mondo del calcio, della sentenza che riguarda UEFA e Fifa. Lei che è un uomo di esperienza di calcio internazionale, dove sta andando il calcio? Dove deve andare il calcio, in che direzione?
“Io sono allenatore della Roma, la posizione ufficiale della Roma ovviamente è la mia. Non ho altri commenti da fare.
Tu hai ragione che io ho tanta esperienza di calcio, che ho vissuto il calcio in tanti momenti, ma non voglio fare alcuna analisi pubblica. La posizione della Roma è chiara, io sono l’allenatore della Roma”.
Il Napoli, nonostante i problemi avuti e risultati altalenanti, resta una delle squadre con i più alti valori tecnici di questo campionato.
“Sono i campioni d’Italia, sono i campioni con merito. Hanno vinto in modo molto chiaro l’anno scorso. Hanno perso un giocatore, ne hanno presi tanti. È la stessa squadra.
Hanno perso un bravissimo allenatore, ma hanno un allenatore con tanta esperienza di calcio, di Serie A, di Napoli. Hai detto bene, i risultati sono diversi. L’anno scorso avevano perso pochissimo, però la gente è la stessa, il potenziale è lo stesso, la panchina è poderosa con tante soluzioni. Il Napoli è il Napoli”.
Perché ha scelto di comunicare la sua volontà di restare alla Roma in questo momento? E cosa la spinge di voler rimanere alla Roma, tra qualche incertezza legata al futuro? La direzione sportiva è ancora un’incognita, non si sa chi sarà il prossimo ds. Qualche problematica, che anche lei ha segnalato in queste stagioni. Il fair play finanziario, che non sta aiutando la Roma a crescere, nonostante l’aumento dei ricavi. E anche qualche dubbio sulle future scelte di mercato, con l’abolizione graduale del decreto crescita.
“Il motivo è esattamente tutto questo discorso che tu hai fatto. Sicuramente c’erano dubbi sulla mia posizione. Tu hai parlato di questo, del financial e di altre problematiche. Magari si poteva pensare che nella mia testa ci potesse essere un dubbio, che nella mia testa dipendesse da questo o da altro, di qualche frustrazione che mi potesse creare dei dubbi.
Io ho lasciato chiaro qual è la mia posizione, il mio obiettivo. Il mio obiettivo è esattamente che non ci sono dubbi. E che non dobbiamo neanche parlare. Non c’è motivo, è tutto molto chiaro, è tutto molto obiettivo. Magari la gente poteva pensare: “Vuole rimanere, non vuole, vuole aspettare, non vuole aspettare. Dipende da questo, dipende da quell’altro”.
Per me non dipende, è così. Sono stato sempre diretto e onesto all’inizio. Quando ho firmato per la Roma, una settimana dopo ho avuto una fantastica offerta, ho informato onestamente, non ho accettato perché avevo un accordo con la Roma.
A dicembre del 2021, come sapete, ho avuto l’offerta del Portogallo. Lavorare con i migliori giocatori del mondo, poter vincere l’Europeo, poter vincere il Mondiale, ho parlato con la società, era importante che io restassi, sono rimasto.
Dopo la finale di Budapest ho cercato la proprietà, ho informato loro della possibilità di andare in Arabia, ho deciso di no. Adesso la mia onesta finisce qui. Che dire? Che mi piacerebbe rimanere, lottare con tutte le difficoltà, con tutte le condizioni, con tutte le cose positive, con alcune cose negative che possono accadere, qualche difficoltà come tu hai parlato. Ma questa è la mia posizione, non ci sono dubbi. E non voglio più parlarne”.
Il calcio è fatto anche di protagonisti e di calciatori vetrina. Nell’immaginario, la partita con il Napoli è anche la sfida tra due calciatori come Lukaku e Osimhen. Volevo chiederti la due opinione su questi due attaccanti? Pregi, difetti e dove possono migliorare.
“Sono due attaccanti fortissimi, fortissimi. Diversi. Uno si abbassa, fa reparto con i colleghi. L’altro è un giocatore più diretto, più di profondità.
Sono due bravissimi giocatori. La Serie A deve essere felicissima di avere entrambi. Sono due calciatori top, potevano giocare anche in qualche altro campionato, non c’è storia”.
Drogba era più forte di questi due?
“Diverso. Sono tutti calciatori diversi. Difficile paragonare, non mi è mai piaciuto paragonare grandi giocatori.
Osimhen è il miglior giocatore africano, Didier è stato il miglior giocatore africano per tanti anni, Lukaku è africano di papà e mamma, ma europeo lui. Non entra in questa cosa, ma resta uno degli attaccanti più forti al mondo. Stai parlando di top”.
Come procede il recupero degli infortunati, in particolare di Mancini? E se questa poteva essere la partita del ritorno di Kumbulla in campo per qualche minuto.
“No, Kumbulla neanche in panchina, non ancora. Va bene, non è successo nulla di negativo, però è stanco, ha avuto bisogno di riposo oggi, ne avrà bisogno domani. All’inizio della prossima settimana penso che andrà in panchina nella prossima gara. Penso che sarà possibile.
Paulo (Dybala, ndr) va bene, entro il tempo di recupero che ci aspettavamo. Ovviamente domani sarà fuori. E Mancini non si è allenato tutta la settimana. Si è allenato oggi per la prima volta, però gioca domani. È uno di questi che se non ha triple fratture, gioca. Gioca se la squadra ha bisogno di lui. Gioca domani. Aouar ancora lontano. Smalling non l’ho visto ancora in campo, continua a fare la sua evoluzione con il dipartimento medico, però in campo nemmeno allenamento individuale. Manca ancora tanto”.
Quanto è difficile affrontare il Napoli in questa partita?
“Il problema del Napoli è stato qualche risultato, non la qualità dell’organico che – come ho detto prima – è lo stesso dell’anno scorso senza Kim. Però degli undici che hanno vinto lo scudetto, ne giocano 10, hanno tante soluzioni in tutte le posizioni. È una squadra top.
Le difficoltà sono quelle che conosciamo. Per dire la mia verità, abbiamo affrontato sempre il Napoli il risultato è stato sempre lì sul filo. Abbiamo perso 1-0 subendo gol all’80’. Abbiamo pareggiato a Napoli. Abbiamo perso a Napoli all’ultimo minuto senza meritare.
Abbiamo fatto molto bene contro il Napoli in queste due ultime stagioni, senza avere i risultati che il nostro gioco contro di loro meriterebbe. Speriamo domani di meritare meno e fare risultato migliore. Ma tu hai ragione. Tutti quelli lì, Kvara, Osimhen, Politano, Raspadori, Simeone, sono tutti bravi”.
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