UEFA Europa League, Giovedi, 12 DIC, 18:45 CET
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    Mourinho: "Dobbiamo vincere per forza e credere di poter arrivare primi"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Sheriff, matchday 6 di Europa League.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Anche domani previsti più di 60mila spettatori contro lo Sheriff. 

    “Che posso dire? Il giorno che non sarà pieno sarà una sorpresa negativa per noi. È bello, è una motivazione e per loro non ci sono condizioni per andare all’Olimpico. 

    A loro non interessa se è Fiorentina o Napoli. Non interessa se è contro una grande squadra europea o meno. Se dobbiamo vincere o no. Per loro non ci sono condizioni. E nemmeno per noi ci dovranno essere. Domani dobbiamo vincere per loro, per noi, per il calcio. Dobbiamo rispettare il calcio. 

    E se nessuno pensa che lo Slavia non vincerà la partita, il calcio è il calcio. Dobbiamo pensare che è possibile. E se è possibile che loro non vincano la partita, noi dobbiamo vincerla per forza. Sicuramente ci saranno dei cambi, ma sono dei cambi obbligatori. Non tanti cambi per opzione. 

    Dietro Ndicka è squalificato, Mancini è infortunato, Smalling è quello che già sapete, sono cambi obbligatori anche nel modo di giocare, però dobbiamo vincere”. 

     

    Lo scorso anno la Roma aveva un’identità chiara: difesa forte, pericolosa sulle palle inattive e altre caratteristiche. Ad oggi, questa Roma si caratterizza su qualcosa? La può delineare lei? 

    “Sì, si caratterizza, sì. Anche per essere meno forte su palla inattiva e meno forte sui duelli individuali difensivi. Le caratteristiche non sono sempre le caratteristiche positive, una squadra con Smalling e Ibanez sicuramente vince più duelli difensivi. 

    Sicuramente è molto più pericolosa sui calci da fermo offensivi. Però senza di loro ha più costruzione, più possesso, meno errori nella prima fase di uscita, significa che siamo una squadra diversa. Tu hai avuto la possibilità di capire le qualità negative, mi auguro che tu sia altrettanto bravo a capire le qualità positive. Fare dei gol dopo 21-23 passaggi è una qualità che per altre squadre è fantastico, merita dei post o dei reels della Lega Calcio, per noi no.  

    Però lo sappiamo. Ho letto le dichiarazioni del presidente Viola di 20 o 30 anni fa. 20 o 30 anni fa non era diverso”. 

    Viste le contingenze, gli infortuni che ci sono sempre, può essere che per il vostro prosieguo della stagione, tra coppe e Serie A, si potrebbe decidere anche grazie al mercato di gennaio? 

    “Il nostro mercato sarà sempre un mercato adatto a quello che possiamo fare”. 

    Sembra quasi che lei creda e conti poco sul mercato. 

    “Io? Certo che ci conto. Noi siamo insieme. Non è che io voglio una cosa e che i proprietari o Tiago vogliano altro. Vogliamo tutti la stessa cosa. Però le difficoltà sono per tutti noi. 

    Non è che sono geloso, però il City ha pagato 80 milioni per Phillips, ora a gennaio Pep dice che è meglio che vada via, andrà e ne prenderanno un altro. 

    Noi siamo una realtà diversa. Vorremmo uno, due, tre o quattro giocatori nuovi, anche Tiago, anche la proprietà, vogliamo tutti cercare di migliorare la squadra, dare la possibilità di essere più forte nella seconda metà della stagione. 

    Però abbiamo difficoltà per farlo. Dico onestamente, se facciamo un difensore a gennaio, io sono già felice. Poi se mi chiedi se mi piacerebbe qualcosa di più, certo che mi piacerebbe qualcosa di più. Ma non è possibile. Loro stanno lavorando per cercare di darmi delle opzioni, di un difensore che sia possibile. 

    Ma anche con il difensore che arriverà, saremo in difficoltà sulla lista UEFA. Prendi un giocatore che dopo non può andare in lista, poi se ci va lui ci sono altri che devono uscire. Ci sono Azmoun e Kristensen che non sono in lista, entrano in lista o no? Esiste complessità. A me piacerebbe che la gente lo capisse. Mi piacerebbe onestà anche sugli obiettivi, che si doveva arrivare di qua o di là, però va bene anche così.  

    L’importante che noi internamente sappiamo cosa vogliamo, ma una cosa è volere e un’altra è potere. Io penso che non possiamo fare niente di più che non sia un difensore centrale che possa aiutare. Non ci sarà Ndicka il 3 gennaio, non ci sarà Smalling il 3 gennaio al 100%, Mancini è diffidato e anche infortunato, Llorente resiste e continua a giocare. È lì la nostra difficoltà. Vediamo se sarà possibile, io penso che sarà possibile fare qualcosa”. 

    Domenica scorsa lei e tutta la Roma non avete parlato. Volevo chiedere la ragione di questo silenzio stampa. 

    “No, abbiamo parlato tanto…”. 

    A parte il suo Instagram ieri… 

    “Eh, hai letto il mio post? Il grande Cicerone, abbiamo parlato tanto”. 

    Però può spiegare la motivazione del silenzio? 

    “Non è silenzio. Abbiamo parlato tanto, abbiamo parlato tanto”. 

    A che punto è Renato Sanches? 

    “Gioca domani”. 

    E come sta? Come lo vede? 

    “Vediamo domani. Lavora con noi da due settimane di fila, senza giocare. Spero che la sua intensità aumenti. È un po’ frenato dalle sue paure per gli infortuni muscolari. Io mi auguro che l’emozione della partita, l’adrenalina, lo porti dall’altro lato. 

    Perché se non va dall’altro lato è difficile giocare partite di livello, partite di intensità. Penso che domani sia un giorno importante per lui, dal punto di vista individuale, per come risponderà. Ovviamente lo sa che inizia la partita, sa che gioca, si è allenato in modo specifico sulla partita, ha avuto modo di lavorare anche sulla testa. 

    E domani va. Quello che mi aspetto da lui domani non sono 90 minuti di bassa intensità, di protezione. Ma sono 45-55-60 minuti veri. Questo mi aspetto da Renato domani”. 

    Torno sul post su Instagram, sul ringraziamento per lo striscione ricevuto dalla curva Sud. Questo amore crescente tra lei e i romanisti allo stadio è un motivo di orgoglio suo personale o anche un motivo per pensare ad un futuro ancora insieme? 

    “Io? Pensare un futuro insieme? Io? Non bisogna pensare a niente. Nella mia testa ho tutto molto chiaro e obiettivo. Questa gente posso solo ringraziarla. E poi dire loro che questa situazione non mi fa sentire del tutto a mio agio. 

    In campo si urla per i giocatori, per la squadra, si fanno gli striscioni per quelli che sono in campo. Ovviamente, è una cosa che mi fa emozionare, mi fa avere orgoglio e ancora più empatia con loro, ma non è una cosa che mi piace. Se io posso chiedere di non farlo per me, lo dico. Sono i giocatori e la squadra che devono sentire questo appoggio. Però, ovviamente, li ringrazio tantissimo. 

    Quanto al bambino a bordocampo, quella è una cosa che io ho fatto tante tante volte. Io raccattapalle, mio padre allenatore, siamo arrivati ad un livello che non c’era bisogno di fogli di carta. Lui mi diceva, io passavo le informazioni. Qualche volta dicevo anche di più…”. 

    Mi sembra di aver capito che la Roma giochi domani a quattro, se si può sapere. Poi, a proposito dell’assenza di Dybala, a cosa stai pensando per le prossime partite? 

    “L’assenza di Dybala si è già sentita domenica scorsa. C’è stata una partita con Dybala e una partita senza Dybala. C’è stata una Fiorentina che con Dybala in campo non riusciva a pressare, a recuperare palla, noi trovavamo sempre un’uscita, sempre palla nel lato opposto, fino all’occasione in cui Paulo sbaglia il 2-0. E magari lì poteva finire la partita. 

    Poi, c’è stata una partita senza di lui perché non c’è un altro come lui. Adesso lui non ci sarà. Neanche Romelu ci sarà alla prossima. Sarà difficile perché non c’è qualcuno che può fare lo stesso. Dovremo fare diversamente. Abbiamo Belotti, abbiamo Pellegrini che può giocare da secondo, El Shaarawy, abbiamo due bambini che domani saranno in panchina come Cherubini e Joao Costa. Creativi, veloci, piccoli, agili.  

    Però senza Paulo non sarà lo stesso, lo sappiamo. Non c’è niente da fare”. 

    Giocherete a quattro in difesa? 

    “Più o meno sì. Più o meno sì perché giocheranno Celik e Karsdorp sullo stesso lato”. 

    Le condizioni dei giocatori che non hanno svolto la rifinitura: Mancini e Pellegrini come stanno? E, in vista di Bologna, visto che Azmoun potrebbe non farcela, le volevo chiedere anche di Spinazzola, se può recuperare. 

    “Dura per Leo, dura per Azmoun, però la speranza c’è. Mancini ha un problema importante, però non ha le due gambe rotte. E non avendo le due gambe rotte, gioca. 

    È un profilo diverso da chi ha un problema qua (indica l’unghia del dito, ndr), già non gioca perché ha un problema qua. Lui non ha questo problema. Mancini giocherà al 100%. 

    Pellegrini, Paredes e Cristante ci saranno domani”.