Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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    Mourinho: “Non potevamo sprecare questa occasione, ora siamo più vicini alle posizioni top”


    Dopo l’incredibile rimonta sul Lecce, mister Mourinho ha commentato così la prestazione della Roma!

    Parto dalla sua esultanza, bellissima, anche un po’ liberatoria, per una partita che sembrava stregata.

    “È stata velocissima, perché dopo volevo parlare con i giocatori: la partita non era finita, c’era ancora qualche minuto da giocare e la squadra era sbilanciata.

    Noi oggi abbiamo sposato la vecchia filosofia che perdere per uno o per dieci gol, è uguale: negli ultimi dieci minuti avremmo potuto perdere per due o per tre reti. E in quel momento lì, la squadra era sbilanciata. Abbiamo finito giocando con cinque calciatori offensivi, con Belotti quinto a destra. 

    I ragazzi sono stati straordinari e lo è stato anche il pubblico, perché di solito, quando la squadra di casa perde 1-0 a dieci minuti dalla fine e la sconfitta è molto, molto vicina, non è normale questa passione, questa connessione tra i tifosi e i giocatori. Hanno meritato loro: i giocatori e i tifosi. 

    Nel primo tempo, non dico che la partita poteva già essere finita, ma sicuramente il risultato avrebbe potuto essere dalla nostra parte. E se lo meritano per questo finale, perché hanno avuto cuore e hanno risposto a una situazione di grande rischio. 

    Il Lecce non ha tradito le mie aspettative, ossia quello che dicevo ieri in conferenza stampa. Avevo detto che è una squadra molto bene allenata e organizzata, con quei tre attaccanti super veloci in contropiede. Mi dispiace per loro, perché hanno fatto un lavoro straordinario. E mi dispiace per Falcone, perché - abbiamo già scherzato un po’ insieme - dice di essere un grande romanista, però quando gioca contro la Roma para praticamente tutto”.

    Non può più essere un caso che questa squadra nel finale porta via tanti punti: è questione di cuore, di carattere, di mentalità? Come descrive questa situazione?

    “La descrivo parlando di cuore, mentalità e principalmente questa connessione con i tifosi. Io ho allenato sei, sette squadre e non mi ricordo di casi in cui, perdendo in casa, negli ultimi minuti la gente abbia continuato a giocare per te. Credo che la ragione sia questa connessione.

    Poi, gli allenatori fanno questi cambi, ma la verità è che la squadra si è totalmente sbilanciata. Ok, avevamo in campo della gente che può segnare e un accumulo di attaccanti che può generare delle difficoltà, creando qualche volta del caos difensivo nell’avversario. Ma la verità è che loro avrebbero potuto segnare il 2-0. Hanno avuto questa possibilità. È stata una partita pazza, che alla fine è venuta dalla nostra parte. E ovviamente sono tre punti molto importanti”. 

    Ha tenuto in campo Dybala per 97 minuti. E più ha giocato, più ha giocato bene. È stata una sorpresa positiva la sua condizione.

    “Ha fatto delle cose bellissime nel primo tempo. Dybala è importante per noi. Ma non penso che quello che abbiamo visto oggi sia la verità sulla condizione di Paulo: ha giocato con il sapore dell’emozione, con il sapore di una squadra che è tale anche nelle difficoltà. E lui ha fatto troppo. Ma sorprendentemente - ho parlato adesso con lui, per dirgli che forse sarebbe meglio che lui restasse a Roma e non viaggiasse con la squadra per Praga, per preparare il derby – Paulo mi ha detto che vuole venire e vuole giocare”.

    In vista la prossima partita, questa vittoria e il fatto di essere davanti alla Lazio dà una spinta in più?

    “Il problema non è essere davanti alla Lazio, lo è che nello stesso fine settimana tante squadre top della classifica abbiano perso punti. Abbiamo parlato di questo nello spogliatoio, all’intervallo: hanno perso la Lazio, l’Atalanta, il Milan e una fra la Fiorentina e la Juventus, o pareggiano e perdono due punti entrambe. Non è normale. Di solito, nessuno perde punti. 

    Questa è quindi una situazione che non potevamo sprecare. Questi tre punti sono veramente importanti per noi, perché adesso siamo più vicini a tutte queste squadre che hanno come obiettivo la parte alta della classifica”.

    Cosa c’è in quel bacio a Lukaku, che ha segnato dopo avere sbagliato il primo rigore in Italia? 

    “Il primo in Italia e il secondo con me (il mister sorride, ndr): ne sbagliò uno con il Chelsea, in Supercoppa Europea con il Bayern Monaco. I rigori li sbaglia solo chi li tira. Io non sono mai triste nei confronti di un giocatore che li sbaglia.

    La decisione di non far tirare il rigore a Paulo è stata dettata dal fatto che Paulo non si sentiva a suo agio nel calciare il pallone da fermo. Il suo legamento soffre un po’ con la potenza del calcio da fermo: niente calci d’angolo, né punizioni dirette, né rigori. Per questo ha tirato Romelu, un calciatore verso il quale nutriamo una grandissima fiducia e che ieri in allenamento aveva fatto molto bene. 

    Il problema è che Romelu è un ragazzo ultra-emotivo: io lo conosco meglio di tutti, perché l’ho allenato in tre squadre diverse. È un ragazzo molto sensibile: quando sbaglia un rigore all’inizio, il suo cuore e la sua anima piangono e lui soffre. 

    Avere avuto quindi la possibilità di realizzare il gol vittoria, per me non poteva essere meglio, perché ha significato la vittoria della squadra e ha permesso a Romelu di dormire un po’ meglio, svegliandosi con il sorriso, perché è davvero un ragazzo dal cuore grande”.