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    Mourinho: “Nella ripresa abbiamo cambiato atteggiamento e intensità”


    "Il primo tempo non mi è piaciuto. Nella ripresa sono cambiati l’atteggiamento e il ritmo, e con la palla abbiamo fatto molto più movimento. Siamo stati aggressivi".

    Queste sono le parole di mister Mourinho dopo la vittoria della Roma con il Servette.


    Partirei dalla prestazione, convincente sul piano realizzativo – 4 gol – e avete concesso un solo tiro al Servette. 

    “Sì, ma il primo tempo è stato orribile. Non mi è piaciuto per niente. Ero in una posizione bellissima per vedere la partita. Non abbiamo mai pressato, c’è stato un momento – penso nel primo minuto – in cui siamo stati troppo passivi. Li abbiamo lasciati giocare, abbiamo fatto poco movimento anche a palla libera. Il primo tempo non mi è piaciuto, il secondo sì”.

    È cambiato l’atteggiamento.

    “Sono cambiati l’atteggiamento e il ritmo, e con la palla abbiamo fatto molto più movimento. Siamo stati aggressivi. E senza palla siamo stati più sicuri. Il secondo tempo sì che mi è piaciuto”.

    Cosa le è piaciuto della coppia Lukaku-Belotti?

    “A dire la verità, del primo tempo non mi è piaciuto niente. Il secondo, sì. Ovviamente quando giochiamo con loro due senza Paulo, ci manca la creatività, ci manca il giocatore che si abbassa e che fa da connessione, perché loro sono due attaccanti puri. 

    Quando sono insieme, si avverte la mancanza di Paulo e di Pellegrini, che hanno più creatività, però sono due presenze fisiche in area. Uno può giocare per l’altro e uno dei due può restare più fisso se i nostri quinti ci arrivano in fondo e ci fanno arrivare la palla in area. Sono due calciatori che sanno fare gol. Però è diverso giocare con Paulo o senza”.

    Undici minuti per Pellegrini, un gol e un assist: si deve alla sfortuna questo infortunio?

    “È un giocatore di enorme potenziale, ma purtroppo ha questa storia clinica che lo porta ciclicamente ad avere un problema. Non l’ho ancora visto, non ho ancora parlato né con lui, né con il dipartimento medico, ma dal linguaggio del corpo mi è sembrato qualcosa di muscolare. Ed è quello che di solito gli succede”.

    Volevo chiederle del centrocampo (la domanda è di Beppe Bergomi dallo studio di Sky Sport, ndr), della qualità di questo reparto per cambiare l’inerzia del gioco.

    “Quando Bergomi parla, dice sempre cose giuste. È vero, non abbiamo ancora incontrato questa solidità e non abbiamo ancora incontrato – perché non ci sono ancora i giocatori con regolarità - quello che io pensavo di avere incontrato prima degli infortuni. Renato è un giocatore importante per noi, perché significa ritmo: ha fatto una partita e poi si è infortunato. Leandro è la nostra sicurezza, la nostra organizzazione, e sta crescendo. 

    Bove deve migliorare la capacità di decidere negli spazi corti e lo sta facendo abbastanza bene, ha una buona evoluzione. E Cristante, che era il calciatore più in forma, più completo, deve giocare difensore centrale. Lorenzo, che rappresenta la nostra creatività, gioca e non gioca.

    Aouar è quello che veramente sta facendo fatica a trovare quello che siamo noi come squadra, e a crescere nella nostra direzione, perché non saremo noi ad andare nella sua: è lui che deve andare nella nostra direzione, nella nostra essenza. Abbiamo bisogno di tempo. E quando non hai tempo, è perché hai bisogno di punti”.

    Esiste una differenza tra la Roma di campionato e la Roma di Coppa?

    “C’è una differenza nel livello degli avversari. Le squadre di Serie A sono più brave, sono più difficili da affrontare rispetto allo Sheriff e al Servette. Abbiamo fatto sei punti e dovevamo farli: siamo più forti, siamo più squadra anche i cambi. Tutte le squadre di Serie A sono più brave di Servette e Sheriff. Lo Slavia è una storia diversa, è un’ottima squadra. 

    Nelle prossime due partite contro di loro parleremo di una squadra che poteva perfettamente giocare in Champions. Quella sarà la grande difficoltà. Con Servette e Sheriff è obbligatorio fare 12 punti”.