Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Tre partite in sette giorni, ora è il turno del Servette. È questo l’elemento più critico da gestire, un probabile sovraccarico di stanchezza dei giocatori?
“È una situazione dalla quale non ci possiamo nascondere. È una situazione reale, una problematica reale per tutte le squadre che giocano in Europa. Principalmente per quelle che hanno rose meno equilibrate. E sappiamo, tutti noi sappiamo: in tanti paesi si sta parlando di questo tipo di situazione.
Dagli infortuni a intensità e qualità di gioco, succede. La gente lo capisce. Però è una situazione dalla quale non ci possiamo nascondere.
Ovviamente, faremo qualche cambio. L’ho già detto dopo il Frosinone, domani Paulo sarà in panchina. E non solo lui. Tre o quattro giocatori riposeranno. Vogliamo vincere la partita, per vincere la partita dovremo avere la squadra in grado di farlo. Per questo non sarà un turnover totale, ma qualcosa si farà”.
Sta vedendo dei passi in avanti dai suoi giocatori dopo la vittoria con il Frosinone? Da quelli che dovrebbero rendere un po’ di più? E le pesa non essere in panchina domani?
“Ho fiducia nei giocatori, ho fiducia nello staff. Non stare in panchina può avere un piccolo impatto, ma non voglio andare oltre questo. Un piccolo impatto, che dipende anche da come va la partita. Abbiamo vinto o perso con me fuori dalla panchina. Non penso che questo faccia grande differenza.
Dopo la partita con il Frosinone, come io dico sempre e come ho detto dopo la vittoria contro l’Empoli: con un altro allenatore sarebbe una cosa incredibile, una partita dell’altro mondo. Con noi è stato normale vincere 7-0.
Dopo quella partita ho detto che non era oggi che eravamo bravissimi, incredibili, allo stesso modo non è dopo una sconfitta che siamo scarsi. Dico questo quando si vince e dico questo quando si perde.
Dopo l’ultima partita con il Frosinone, in cui abbiamo vinto, il giorno dopo abbiamo lavorato su tutto quello che abbiamo fatto bene e su tutto quello che abbiamo da migliorare. Questo definisce bene quello che siamo noi: abbiamo vinto, ma non tutto è stato perfetto. Abbiamo lavorato sulle due cose. Ovviamente, è più facile lavorare sulle cose positive, perché ti migliora l’autostima e la fiducia.
Quando lavori sulle cose sbagliate e sulle quali fare meglio, devi farlo in modo equilibrato, ma devi farlo. Non ti puoi nascondere. Dopo il Frosinone abbiamo lavorato ieri. Abbiamo iniziato oggi a lavorare sul Servette. Per quello che si può fare. Quando voi siete andati via dal campo, abbiamo fatto il nostro lavoro. Fase difensiva, fase offensiva, senza grande intensità ovviamente, per arrivare senza dubbi. È questa la situazione”.
L’obiettivo della Roma, nonostante la presenza di squadre molto forti nella competizione, è quello di arrivare in fondo a questa coppa?
“È prematuro. Il primo obiettivo è qualificarsi, il secondo obiettivo è finire primi nel girone. Lo scorso anno ci siamo qualificati, ma non da primi e abbiamo giocato due partite in più contro un’avversaria che veniva dalla Champions (Salisburgo, ndr). Dobbiamo fare di tutto per arrivare primi.
È prematuro dire dove si può arrivare. Andiamo passo passo e poi vediamo. In Europa League ci sono già squadre di altissimo livello. Qualche squalo dalla Champions arriverà sempre. Ovviamente, è molto molto difficile. Ma era difficile anche lo scorso anno e siamo arrivati in finale. Passo passo. Ora abbiamo tre punti. Poi l’obiettivo è qualificarsi e, possibilmente, qualificarsi da primi. A febbraio, poi, vedremo”.
Bove può giocare domani titolare? Fa comodo avere un giocatore con questo dinamismo a centrocampo?
“Prima di tutto fammi fare un po’ lo scemo, ho diritto di farlo qualche volta... Quando parlate di Bove, ricordate chi l’ha fatto Bove. Non parlate sempre male di me, dite anche qualcosa di positivo. Quando sono arrivato qua Bove sarebbe andato in prestito in una squadra di Serie C. Datemi un po’ di merito, datemi qualcosina…
Sì, Bove gioca domani, gioca domani di nuovo. È un ragazzo sano, che non ha storia clinica. È un ragazzo che lavora incredibilmente sempre, anche quando non gioca. Questa è una qualità preziosa nel calcio di oggi, dove i ragazzi non hanno sempre questa forza mentale di lavorare sempre allo stesso modo. Lui da questo punto di vista è straordinario.
Ovviamente, ogni minuto che gioca in campo a questa età è un’opportunità in più di evoluzione, giocando bene o meno bene, lui prende questi minuti con grande senso di responsabilità.
Sì, domani gioca di nuovo. Sì, dà sempre qualcosa di positivo alla squadra. Sì, nel secondo tempo contro il Frosinone ha avuto più spazio, si è liberato, ha avuto occasioni per arrivare alla conclusione. È un giocatore che cresce. Il suo orribile allenatore è molto orgoglioso di avergli dato la possibilità di crescere. In due anni andare da Serie C a diventare un giocatore importante per la Roma e per il calcio italiano”.
Quanto Paredes dà in più alla Roma in fase di costruzione rispetto a Matic, anche se sono giocatori diversi? Vede il gioco in una certa maniera, certe situazioni in un modo preciso. E quanto c’è da lavorare quando la palla ce l’hanno gli altri? Forse ha meno dinamismo, la Roma ha un po’ di sofferenza alle volte, soprattutto nelle transizioni.
“Tutto vero. È un prodotto finito come giocatore. Non è un ragazzino in fase di evoluzione. È quel giocatore là, che io ti dico veramente che in fase offensiva mi piace tanto da sempre. E ora che lavoro con lui, dico di più, lo amo con la palla. Amo. E la squadra con lui è passata da avere meno possesso palla dell’avversario ad avere più possesso palla rispetto dell’avversario.
Questa è la sua caratteristica. Una connessione importante fra i difensori e la parte offensiva. Una grande tranquillità con la palla, se la gode anche.
Senza palla è un pochino quello che siamo noi. Non è solo Leo, siamo noi, non siamo una squadra molto veloce. Non siamo una squadra con una transizione molto forte, reattiva, non siamo questo.
Noi cerchiamo sempre gli equilibri come squadra, se siamo equilibrati, questo tipo di problema si sente meno. Nell’ultima partita mi è piaciuto molto l’equilibrio che la squadra ha avuto. La vera opportunità che loro hanno avuto è stata la profondità diretta dell’attaccante centrale. Dove noi difensivamente non abbiamo anticipato la copertura della profondità, quando il giocatore era in possesso e a palla libera.
Non è stato un problema dei centrocampisti, ma più dei difensori che non hanno anticipato la profondità. Questo per dirti che basicamente la tua analisi è corretta, io sono d’accordo. Mi piaceva tanto, tantissimo, Nemanja. Per questo motivo ha giocato con me in tre club diversi. Mi piace tanto Paredes, come carattere, come giocatore, in fase offensiva lo amo. È un grande giocatore in fase di possesso palla”.
Come si prepara questa partita contro una squadra che affronta la sua partita più importante degli ultimi 20 anni?
“Perché sarebbe la partita più importante degli ultimi 20 anni?”.
È sicuramente importante per il prestigio europeo del club, per l’avversario che si affronta, compreso l’allenatore. Se ne è parlato moltissimo.
“È importante per voi, ma forse è importante più per noi. La responsabilità, in fondo, è dalla nostra parte. Non so che ambizioni abbia il Servette in coppa, ma conosco bene le nostre. Bisogna rispettare il Servette, non è andato benissimo in campionato, ma ha fatto bene nelle qualificazioni europee.
Poi, ha un buon allenatore. Io ci ho giocato contro ai tempi dell’Anderlecht, io ero al Manchester United. Ha sempre una squadra ben organizzata, un bel collettivo. Non è facile, per questo ho detto che cambierò tre o quattro giocatori.
Proprio per dimostrare rispetto. Io rispetto il Servette. Auguro ai loro tifosi una bella serata in questa città, in questo stadio, ma che tornino a casa con zero punti”.
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