Ed è una finale con sfumature giallorosse, perché tra gli azzurrini del CT Nunziata, ci sono anche due romanisti puri: Giacomo Faticanti, il capitano della nostra Primavera e il suo compagno di squadra, Niccolò Pisilli. Abbiamo alzato il telefono e abbiamo chiamato Giacomo, per accorciare un po’ le distanze, per far capir loro che nonostante un oceano di mezzo, siamo orgogliosi di loro.
Subito, dal tono di voce, capiamo che non è una vigilia come le altre, che anche un leader nato come Faticanti è emozionato come non lo è mai stato e infatti, sincero come sempre, non lo nasconde affatto:
“Si sente che è una gara unica e irripetibile, è una finale di un Mondiale, provo un’emozione e un senso d’ansia che non avevo assolutamente provato nelle partite precedenti. Ma è ansia positiva che non mi fa vedere l’ora di scendere in campo, perché anche se in palio c’è un trofeo importantissimo, anche se sarà la partita più importante della mia carriera finora, il bello di questo sport per me è scendere in campo per divertirmi ed è quello che farò anche domani. È una partita emotivamente complicata, difficile da affrontare, ma proprio per questi motivi, bellissima".
All’inizio della competizione ti saresti mai aspettato di arrivare fino alla finale?
"Siamo una squadra forte e lo abbiamo sempre saputo, ma penso che in una competizione come questa la prima partita sia la più importante. Noi siamo stati bravi a battere il Brasile e quel successo ci ha dato ancora più consapevolezza della nostra forza".
Consapevolezza che non è stata minata dalla sconfitta contro la Nigeria.
"Esattamente. Perché abbiamo capito che una sconfitta può far parte di un percorso e durante la fase a gironi è un passo falso al quale puoi rimediare, dopo no. Ci siamo rialzati immediatamente e quella sconfitta ci ha dato ancora più forza per arrivare dove siamo ora".
Ti aspettavi di essere così protagonista nonostante tu sia stato convocato sotto età?
"Il CT Nunziata mi ha sempre dato fiducia, io la percepisco e provo a ripagarla sul campo, ma a prescindere dal mio utilizzo o meno, conta solo il gruppo e vincere contro l’Uruguay è l’unica cosa che conta, l’unico obiettivo comune".
Stai condividendo questa esperienza con un compagno di squadra: Pisilli. Vi aiutate reciprocamente?
"Assolutamente, sì. Stiamo sempre insieme, condividiamo tutto di questa esperienza. Analizziamo ogni partita, la rivediamo insieme subito dopo per migliorarci e darci consigli reciprocamente. Sono contento di essere qui con lui, perché Niccolò non è solo un compagno di squadra, ma è un amico ed è un romanista vero come me. Averlo qui in Argentina riporta alla quotidianità di Roma".
Stai vivendo un’esperienza unica, ma da capitano della Roma Primavera quanto ti è costato non poter giocare le Fasi finali del campionato?
"È stata dura, non lo nego. Ho sofferto insieme a loro, ero al fianco dei miei compagni pur non potendo scendere in campo con loro. Appena finita la sfortunata partita con la Fiorentina, ho mandato un messaggio di complimenti ai miei compagni e li ho ringraziati, perché hanno dimostrato ancora una volta di voler vincere ad ogni costo.
Non a caso abbiamo vinto la Coppa Italia e nella chat di gruppo ho mandato proprio una foto della Coppa Italia vinta, per ricordare a tutti il percorso fatto. Non sarà una partita a cambiare questo percorso. Essere qui è il coronamento di una stagione ricca di soddisfazioni con la Roma. Abbiamo vinto la Coppa Italia Primavera e ho fatto il mio esordio in Europa League. Vincere il Mondiale Under 20 renderebbe la mia stagione indimenticabile, sarebbe la chiusura perfetta del mio cerchio con il settore giovanile".
Cosa significa per te rappresentare la Roma in maglia azzurra?
"Un orgoglio incredibile, un onore e una grande responsabilità. Quando qui in Argentina mi chiedono per quale squadra gioco in Italia, quando rispondo Roma sento dentro di me il cuore esplodere di orgoglio. Poi, inevitabilmente, si inizia a parlare di Paulo Dybala, che ovviamente è un autentico idolo".
Come hai vissuto la finale di Budapest?
"Forse viverla a distanza mi ha permesso di soffrire leggermente meno, ma ricordo ogni cosa di quella sera. Quando ha segnato Dybala eravamo negli spogliatoi e il Ct Nunziata stava facendo il consueto discorso pre partita. Alla fine del riscaldamento il punteggio era di 1-1 e poi c’è stata la gara, al termine della quale ho subito chiesto come fosse terminata la finale. È stata una notizia difficile da gestire, perché ero in campo con i miei compagni a festeggiare la vittoria contro l’Inghilterra, ma dentro di me soffrivo".
Che avversario sarà l’Uruguay?
"Hanno dimostrato di essere forti non solo tecnicamente, ma anche mentalmente. In questa competizione non hanno mai sbagliato approccio alla gara, per questo dovremo essere perfetti. Ognuno di noi dovrà dare il massimo, svolgere perfettamente i rispettivi compiti e soprattutto dovremo giocare con la giusta testa".
Sei alla vigilia di una finale Mondiale, il primo pensiero qual è?
"Sono sincero, faccio fatica a crederci ancora. Proprio ieri ne parlavo con la mia fidanzata e le dicevo: ma ti rendi conto che sto per giocare una finale di un Mondiale? Spero che lei, la mia famiglia e i miei amici siano orgogliosi di me e spero lo saranno ancora di più domani".
Lo sono anche i tifosi della Roma
"Lo so bene, io e Niccolò sappiamo che i romanisti tiferanno per noi e che sono sempre al nostro fianco. Questo è un motivo in più d’orgoglio".
In bocca al lupo e forza Roma
"Sempre".
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