Che partita ti aspetti domani?
“Penso che affronteremo una grande squadra, una squadra – come ha detto il mister – velocissima: dovremo essere concentrati più quando avremo palla noi, che la possiamo perdere, che quando ce l’hanno loro e noi siamo bassi. Hanno veramente cinque, sei giocatori con una gamba pazzesca. Sarà una grande partita”.
Questo momento che stai vivendo è determinato dalla stanchezza o da cosa? Cosa sta succedendo?
“In ogni partita ad alta intensità sono uno dei primi della squadra, quindi il mio fisico sta bene. Poi è normale che dei dettagli - ci sono anche gli avversari - o delle piccole sbavature possono portare a un gol avversario, così come un mio passaggio può comportare un gol nostro. Non sta succedendo niente, sto bene”.
Perché l’allenatore ha detto che tu soffri a giocare tante partite consecutive.
“Ma come tutti i giocatori. È difficile che un quinto, ma anche un calciatore in un altro ruolo - e noi ce la mettiamo tutta -, che possa avere lo stesso rendimento in tutte le partite. È normale. Poi ci sono anche gli avversari e ci sono degli episodi nei quali si può sbagliare. L’importante è riprendere”.
Il tuo futuro dipenderà anche da come finirà questa stagione?
“Non saprei cosa rispondere. Ora vado a casa, vado a dare un bacio a mio figlio, ché è il suo compleanno. Poi domani c’è una partita importantissima. Questo è il mio futuro”.
Non ci pensi a…
“No, no. Non avrebbe senso. C’è ancora un mese e mezzo di partite super importanti”.
Quest’anno in Europa hai fatto le tue partite migliori: è più legato alla tipologia di incontri a livello mentale o è magari è una questione di campo, perché hai più spazio per esprimerti e per le tue caratteristiche avere un po’ più di campo da aggredire ti fa rendere meglio?
“Può darsi, può essere una buona analisi, perché in Europa trovi molti più spazi, le squadre sono meno attendiste. In Italia curano più la tattica, più come chiuderti, mentre in Europa hanno più intraprendenza, pensano più ad attaccarti e a fare gol che a difendere tutti insieme. Può essere un’analisi importante”.
Hai sempre detto che a destra non è la tua collocazione ideale, ma sei destro di piede. Non so se hai parlato con l’allenatore della possibilità di provarti a destra o se ha sempre scelto lui di tenerti a sinistra. E poi una curiosità tattica in merito all’errore con l’Inter: mi è sembrato un eccesso di generosità, volevi addirittura uscire prima su Darmian nel momento in cui lui ha girato per un attimo la postura e per quell’attimo ti sei perso il giocatore che era dietro. È così o c’era qualche disposizione che non era chiara in quel momento?
“No, è un errore che ho fatto difficilmente in passato. L’errore è stato quello di volerlo attaccare e far male agli avversari, e invece hanno male loro a me, a noi. Era un’anticipazione di un possibile passaggio e mi ha rubato quel metro che ha permesso a Dumfries di mettere la palla in mezzo. Ripeto, mi dispiace, dispiace sempre, ma sono errori. Non lo farò più. L’importante è riprendere, fare domani una grande gara e vincere.
Quanto al fatto di giocare a destra, il mio ruolo è a sinistra. Se poi non c’è proprio nessuno a destra, è normale che ci giochi io. Ma il mio ruolo è a sinistra e gioco a sinistra”.
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