Una Roma tra le migliori della stagione. Forse, con un po’ di attenzione, senza il gol di Simeone sarebbe stata la migliore. Non so se ha avuto questa sensazione, perché da lì avete giocato veramente bene.
“Dal primo minuto. Abbiamo avuto un periodo di dieci, quindi minuti dopo il gol di Osimhen, in cui in campo si sentiva l’ingiustizia di quell’1-0. Al di là di questo, la squadra è sempre stata in controllo, ha giocato benissimo: pressando altissimo, recuperando palla, difendendo molto bene.
Ci sono delle partite che tu perdi ed esci più fiducioso di prima: sembra una contraddizione, ma questo è il mio feeling.
Siamo sicuramente la squadra che ha fatto soffrire di più il Napoli, siamo certamente la squadra che ha fatto paura a tutti loro, a uno stadio dove l’ambiente è tremendo eppure sembrava vuoto.
Al di là del risultato, che è negativo, esco da qua più fiducioso. Poi, il fatto di vedere che i nostri tre cambi sono tre bambini che l’anno scorso giocavano su un campo di plastica a Trigoria e che oggi vengono qua e giocano così, mi fa un piacere tremendo e mi rende orgoglioso.
Qualche volta il calcio è ingiusto, qualche volta la squadra che merita di più perde. Qualche volta è successo a noi di vincere senza meritare: penso che oggi meritassimo di vincere la partita. Mi dispiace per il risultato, ma era quello che dicevo ai ragazzi: facce tristi, perché quando perdi non puoi sorridere tanto, ma su con l’animo e ci vediamo mercoledì all’Olimpico (per Roma-Cremonese, ndr)”.
Abbiamo visto un bell’abbraccio caloroso con Spalletti. Cosa vi siete detti?
“All’inizio, l’ho ringraziato per il regalo di compleanno che mi ha fatto prima della partita, e che però non ho ancora avuto la possibilità di vedere. E un regalo di un collega fa sempre piacere. E dopo la partita non lo so: qualche parola, ci siamo abbracciati.
Ripeto quello che ho detto ieri (sullo scudetto al Napoli, ndr), anzi lo sottolineo: perché oggi si è visto che, al di là di essere molto brava, questa squadra ha la buona stella del campione. E io ne so qualcosa, perché ho vinto otto campionati: nei momenti chiave, la stella si illumina per te. Loro questa sera hanno avuto questa stella, che dice che questo sarà sicuramente il loro campionato”.
Come sta Pellegrini? Fa un grandissimo lavoro difensivo, ma a volte non riesce a trovare la posizione giusta per entrare subito nel gioco.
“Sono due settimane che Lorenzo non si allena con la squadra. Si è allenato solamente ieri, e la seduta del sabato non ti dà intensità. Ha fatto dei sacrifici per giocare, non era al top della sua condizione, si vedeva. Gli mancava la forma, l’intensità.
Ma sono d’accordo, avevamo preparato la partita così. Ho sempre detto che giocando una partita a settimana, possiamo essere una squadra molto brava, come oggi. Il problema si presenta per cercare di giocare così due o tre volte a settimana: è più difficile.
Però abbiamo interpretato la gara pensando che il Napoli avrebbe fatto fatica se fosse stato pressato, e che il Napoli quando ha la palla nel centrocampo avversario ha una qualità tremenda in tutti i suoi interpreti. Abbiamo preso dei rischi, i miei giocatori hanno accettato molto bene di prenderli.
Matic ha giocato ovviamente molto bene, ma ha fatto molto bene anche tutta la gente dietro: Mancini ha giocato praticamente da terzino destro, ha chiuso molto bene ha chiuso molto bene Kvaratskhelia, così come hanno fatto molto bene Ibanez e Smalling con Osimhen. Perché Osimhen è veramente difficile da marcare. È un calciatore top, però se un giorno va in Inghilterra deve cambiare un certo tipo di atteggiamento, perché lì lo ammazzano. Qui in Italia lo accettano.
E noi abbiamo preso tutti questi rischi. Con le qualità che abbiamo noi, abbiamo giocato molto, molto bene. Ho detto adesso ai giocatori di dimenticare la sconfitta, di farsi animo per come abbiamo giocato, di guardare la classifica e vedere dove siamo, di guardare il calendario e capire che abbiamo giocato a Napoli e a San Siro con Milan e Inter e a Torino con la Juventus. Possiamo fare bene.
Ovviamente adesso arrivano le difficoltà, perché le difficoltà sono tre partite a settimana: arrivano la Coppa Italia e l’Europa League.
Se guardo al modo in cui noi giocavamo a San Siro e all’Allianz Stadium l’anno scorso, e anche quello prima che arrivassi io, sembrava che ci fosse un blocco tattico, mentale o tattico-mentale. Ora veniamo qui e giochiamo in questo modo. Per me è una gioia, è un orgoglio. Anche se ovviamente sono zero punti”.
Cosa si è fatto Abraham? Un eventuale infortunio potrebbe riportare Zaniolo al centro della Roma?
“No. Prima di tutto, non so se sia un infortunio o stanchezza, per lui e per Matic. È stata una partita dispendiosa un po’ per tutti, anche per Nemanja, che ha dovuto saltare tante volte Di Lorenzo. Ed è stata dispendiosa anche per Tammy. Non so quindi se siano degli infortuni.
Però, io voglio gente così: voglio gente che vuole giocare nella Roma. Voglio gente che è disponibile a stare con noi. Quando tu non stai bene in famiglia, devi andare via. Devi trovare una soluzione. La famiglia è per chi vuole restare”.
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