Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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    Mourinho: “A Udine sarà una partita molto difficile per noi”


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Udinese-Roma, quinta giornata di campionato.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Sulla partita di domani. L’Udinese viene da due vittorie di fila. Si è un po’ allungata la lista degli infortuni, com’è la situazione in vista di Udine? È pronto per giocare il nuovo acquisto Camara? Un’altra curiosità, l’addio di Serena Williams che sensazioni le suscita?

    “Sportivi come Serena, in questo caso nel tennis, sono eterni. La storia dà loro una dimensione eterna e di generazione in generazione questa gente non si dimentica. Quello che lei ha fatto in campo è indimenticabile e fuori dal campo – come detto – è eterno. Per me questi sportivi non smettono mai. Anche quando smettono di giocare”.

    “Camara? Non ha 90 minuti dal punto di vista fisico e non ha ancora le conoscenze tattiche del nostro metodo per giocare dal primo minuto. Dimostra chiaramente in allenamento la sua qualità, è stato anche una sorpresa positiva per alcuni compagni che non seguivano il campionato greco, ma non per noi che lo abbiamo studiato prima di prenderlo. È un giocatore di qualità che ci aiuterà, tanto, ma per il momento va in panchina. Se è necessario farlo giocare lo faremo ma non per troppo tempo. Ha un percorso da fare”.

    “L’Udinese è difficile, molto difficile. Tra le più difficili del campionato. È una squadra che sa giocare, sa competere, sono furbi, sono intelligenti, sanno gestire i tempi della partita come vogliono loro. Hanno questa intelligenza, questa esperienza di condizionare anche l’arbitraggio. Una squadra che veramente mi piace e che rispetto, mi fa pensare che domani sarà una partita molto difficile per noi”.

    Gli altri giocatori sono tutti disponibili? E sul fair play finanziario, ritiene congrua la sanzione comminata dall’UEFA alla Roma? Questo meccanismo funziona o ci sono due pesi e due misure?

    “A parte gli infortunati già noti, stanno tutti bene. Sul fair play, non penso che ci siano due pesi e due misure. Ovviamente, non è solo per noi. È un meccanismo che dentro la sua onestà, penalizza troppo chi lo vuole applicare in un modo virtuoso. Ma che in modo indiretto protegge quelli che non lo rispettano in modo virtuoso. E protegge le squadre che sono già delle potenze”.

    “È una protezione per loro. È un meccanismo onesto, non dico il contrario, ma ci sono quelli che trovano dei meccanismi per farlo in modo legale, non virtuoso. Ma quello che mi colpisce di più, penalizza gli altri che vogliono essere grandi. A livello competitivo, non è un meccanismo di fair play. Magari doveva avere un altro nome. Per me non c’è fair play in una squadra che può spendere 300 milioni e altre che possono spendere 30. È semplicemente questo. Non contesto l’onestà del processo”.

    Quale può essere allora un meccanismo più equo?

    “Non voglio perdere tempo con questa cosa qua. Io alleno con piacere, mi fa anche piacere lavorare in questo modo, con questo tipo di condizione. Però è dura. Io dico che con qualche milione in più la Roma sarebbe in vera condizione di sognare. Per pochi milioni condizionati da questa situazione, è molto più difficile per noi di poter arrivare. Quello che ha fatto il direttore in questo periodo, è duro”.

    “È brillante, ma è duro. Se poi guardi la dimensione della squadra, ovviamente mi piacerebbe avere qui Veretout, per fare un esempio. Ovviamente mi piacerebbe avere un altro difensore. Ovviamente mi piacere avere Felix, anche se è giovane e al suo posto abbiamo preso Belotti. Ma è un giocatore, un giovane che ha potenzialità per crescere. Abbiamo questo condizionamento, ci rende le cose più difficili, ma va bene. Ci divertiamo uguale”.

    Quanto sposta giocare le coppe rispetto a chi non le gioca?

    “Ovviamente, chi gioca una partita alla settimana può preparare la partita in modo diverso. Con intensità diversa. Si può lavorare su tutti i dettagli. Quando giochi tanto hai poco tempo per allenarti, devi essere preciso, devi scegliere su cosa lavorare. Quando giochi una partita a settimana è una storia completamente diversa. Io per fortuna da più di 20 anni gioco le coppe europee e preferisco avere questo bel problema.

    “Quando hai due giocatori per ruolo è più facile da fare, puoi operare una gestione diversa. Quando non ce li hai è un pochino più difficile. Ma va bene, come squadra è stimolante, andiamo. A Udine sarà dura, in Europa League la prima fuori casa è sempre importante. Una sconfitta può rendere le cose difficili. Poi avremo un’altra trasferta ancora a Empoli. E l’Atalanta invece giocherà una sola volta, a differenza nostra. Ma sono sicuro che Gasperini e i suoi ragazzi preferirebbero giocare in Europa League anche loro”.

    Ha già un valore essere primi in classifica dopo 4 o 5 giornate?

    “No, sono 4-5 partite. Io preferisco dire che tutte le partite sono uguali, perché ogni partita dà 3 punti, però se tu guardi le partite che ha avuto una squadra o un’altra, puoi fare delle considerazioni sulla difficoltà degli impegni. Quando guardo il calendario della Sampdoria, ad esempio, ha incontrato in casa Atalanta, Juventus, e Lazio: tre partite difficilissime”.

    “La Cremonese ha giocato di fila due gare fuori casa per i lavori nel loro stadio. È dura. È troppo presto. L’importante sono i punti che tu fai. Io non guardo la classifica. Guarda noi, a me non piace mai il pareggio, ma il pareggio della Juventus, con la prestazione del primo tempo, è stato un pareggio molto positivo. Vediamo se domani riusciremo a portare punti”.

    “Andiamo partita, partita, cerchiamo di vincere sempre. Arriveranno pareggi o sconfitte, ma vorremmo vincere sempre. Non guardare il nome dell’avversario, non guardare troppo il fatto che si giochi in casa o fuori. Per noi deve essere un po’ così, non è che noi abbiamo tanti giocatori per respirare e non essere preoccupati con qualcosa che può succedere. Altre squadre non hanno questo tipo di problema. Se dici Karsdorp-Celik, Spinazzola-Zalewski, Rui-Svilar dormo tranquillo”.

    “In altre posizioni non è così. Per esempio, ieri nella conferenza del direttore, assolutamente brillante, onesta, ma lui ha detto una cosa che se io sono qui rispondo: “Direttore, non è così”. Ha dichiarato che se ci fosse un problema, potrebbe giocare Cristante in difesa, io rispondo “e allora chi gioca a centrocampo?”. Questo siamo noi. Io non piango come qualcuno fa, ci sono allenatori che piangono tanto e che dopo alla fine sorridono”.

    “A me non piace piangere, mi piace scherzare come ho fatto ieri. Guardiamo davanti. Complimenti al direttore, alla società, dentro le nostre limitazioni hanno fatto cose fantastiche. Con la speranza che mi possano aiutare ancora…”.

    Come pensa di gestire Smalling?

    “Non posso gestire. La gestione è stata fatta contro il Monza, la gestione era Smalling non giocava contro il Monza. Kumbulla non giocava a Udine, Ibanez non giocava con il Ludogorets. Adesso non c’è più gestione, non c’è un altro.

    Domani in panchina avremo Tripi e Keramitsis. Tripi si sta allenando con noi, ma non è un vero difensore centrale. Keramitsis gioca in Primavera e quest’anno la Primavera non gioca con il nostro sistema. Per questo la sua dinamica è diversa perché cresce con un altro modo di pensare e di giocare. Cristante se gioca lì, non gioca a centrocampo. Si può lavorare su Vina, su Celik, ma un vero difensore centrale non c’è”.

    Le sue impressioni sulle prime prestazioni di Celik? Sono cambiate le gerarchie a destra?

    “Non ci sono gerarchie. Quando hai due giocatori bravi nel ruolo, non c’è gerarchia. C’è tranquillità per me. Tranquillità per la squadra. L’anno scorso non abbiamo mai fatto quello che è successo a Torino. Karsdorp fuori, dentro Celik fresco con energie e intensità”.

    “L’anno scorso non abbiamo mai fatto questa situazione di iniziare con Zalewski e poi far entrare Spinazzola fresco. Quest’anno ce l’abbiamo e non ci sono gerarchie. Sono giocatori con particolarità diverse. Sono quelle particolarità che mi fanno scegliere uno oggi e un altro domani. Sono bravi tutti e quattro”.

    Domani affrontate una squadra fisica, aggressiva. Quanto sarà importante pensare velocemente? Ed è ipotizzabile passare a quattro in alcune fasi della partita?

    “Può andare a quattro sempre, al di là del numero dei centrali. È una cosa che possiamo fare. Contro la Juventus lo abbiamo fatto. C’era Kumbulla in panchina e lo abbiamo fatto in funzione del problema durante la partita. Questa dei quattro non è mai un problema per noi, è anche una soluzione. In questo senso bisogna lavorare di più per far sentire i giocatori comodi in due sistemi diversi. Possiamo farlo anche dall’inizio della partita”.

    “L’Udinese l’hai descritta bene. È vero, sono forti fisicamente, aggressivi, è una squadra molto difficile, contropiede, gioco sui laterali, palle inattive, squadra molto difficile, senza dubbio”.