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    Mourinho: "Sarà una partita difficile, per entrambe le squadre"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Napoli, undicesima giornata di Serie A.

    Il tecnico giallorosso ha iniziato l’incontro con i giornalisti con una premessa.

    “Volevo mandare un abbraccio da tutti noi alla famiglia di Francesco, a suo papà, a sua mamma, a sua sorella. A tutti quelli che hanno pianto al funerale. Un abbraccio da tutti noi, da parte della squadra”.


    Ci uniamo anche noi come giornalisti al dolore di Luca Valdiserri e Paola Di Caro. Non è facile parlare di calcio, ci proveremo in questa sede. Questa è una partita importante, ricca di significati, come ci arriva la Roma?

    “Abbiamo fuori Dybala, Wijnaldum, Darboe e Celik. Forse Celik per la prossima partita di campionato sarà in condizione di giocare. Noi siamo in una buona condizione, dopo tante gare di fila, abbiamo avuto una settimana di lavoro, una settimana per recuperare gente piena di minuti, che aveva bisogno di recuperare, una settimana anche per allenarci e preparare questa partita.

    Non c’è tanto da dire, affrontiamo la prima in classifica. Una squadra prima in classifica dopo 10 gare ha già un significato, magari dopo due o tre turni no, ma dopo 10 – con 30 punti a disposizione – c’è un significato. Questo lo sappiamo, giochiamo contro la capolista. Abbiamo il diritto di giocare, abbiamo il diritto di pensare che vogliamo tanto giocare. L’opinione generale è che il Napoli è favorito, ma qualche volta il favorito perde”.

    Con i cinque giocatori a centrocampo, con tre mediani, sembra che la squadra in campo stia meglio. È una formula che può essere confermata? E, in linea generale, Zaniolo può essere un intermedio di centrocampo?

    “Io penso che Zaniolo sia ancora in un momento della sua carriera dove deve crescere, deve capire il suo gioco, deve migliorare la sua interpretazione. In questo senso, quando sei un giocatore più offensivo, sei di solito più istintivo. Quando sei un giocatore di centrocampo, un trequartista, devi essere un giocatore più cerebrale, devi capire i momenti, capire il gioco meglio. Lui è nella fase della carriera dove deve capire meglio questa cosa qui.

    Quello che veramente mi piace tanto di Nicolò, anche nella partita contro la Sampdoria, è che mi dimostra chiaramente una crescita anche emozionale. Di solito, Zaniolo che non inizia la partita è un giocatore triste, più individualista, che pensa più a lui che alla squadra. Con la Sampdoria è partito in panchina con una sola idea in testa: “Sono un giocatore della Roma, voglio che la mia squadra vinca, capisco la scelta dell’allenatore”.

    Ho visto uno Zaniolo con grande tranquillità, questo per me è una fase di crescita che mi piace tanto. Non so se arriverà la domanda, nel caso la anticipo io: tre partite di squalifica in Europa mi sembrano allucinanti. Non capisco. Il rosso poteva essere perfettamente un giallo. Se l’assistente ha deciso per l’espulsione, una giornata di squalifica è già una punizione importante. Tre partite mi sembra troppo.

    Su questo ragazzo è tutto troppo. In questo caso devo difenderlo, non l’ho voluto fare prima del comunicato. Ora che è uscito, lo faccio. Non è tanto per il fatto che non avrò questo giocatore per due gare importanti, ma più per il sentimento del giocatore. Per il feeling che avrà. Questa è l’UEFA, comunque, domani è un’altra storia.

    Sul sistema di gioco? Noi pensiamo delle cose, dobbiamo fare dei cambi in accordo con la situazione. Ci sono delle squadre dove c’è un’unica idea di gioco, nel nostro caso quando si perde un giocatore dobbiamo rivedere le cose, trovare delle soluzioni. Senza Dybala dobbiamo pensare in modo diverso. Giocare con tre o con due più sembra lo stesso, ma in realtà non lo è. È tutta una questione di equilibri tattici.

    Ad esempio, Camara. Uno dei suoi problemi in questa crescita con noi inizialmente era la difesa. Poi ci sono dei comportamenti tattici di un ragazzo che deve imparare a giocare con noi. Io sento che quando giochiamo con tre di centrocampo, la squadra non è comoda, ma sicuramente si sente bene”.

    Il Napoli è una delle squadre che ha segnato di più, la Roma fa della solidità difensiva la sua arma migliore. La Roma andrà ad aspettare il Napoli o ad aggredire?

    “Questo lo dici tu. Se i numeri sono i gol segnati, è una cosa. Se i numeri sono le occasioni create, è un’altra cosa. Se una squadra segna poco, ma crea tante occasioni da gol, non si può dire che sia una squadra difensiva. Il Napoli di sicuro ha segnato tanto, ma non si può dire che noi non siamo offensivi. Siamo l’ottavo attacco del campionato, è vero, ma perché sbagliamo gol, non perché siamo difensivi. Hai mai visto noi aspettare qualcuno? O ci hai visti sbagliare gol? Se li abbiamo sbagliati, come facciamo a essere difensivi o ad aspettare gli avversari?

    In questo momento esiste una contraddizione tra il numero delle occasioni che creiamo e il numero dei gol che segniamo. Ma questa cosa va interpretata. Con l’Atalanta abbiamo tirato 20 volte, abbiamo perso prendendo un solo tiro in porta. Credo che prima o poi un giorno una squadra pagherà tutto questo. Magari andremo quattro volte in avanti e faremo quattro gol, vincendo 4-0. Un giorno succederà. Noi domani andremo a fare il nostro gioco, con l’obiettivo di vincere la partita. Il Napoli è favorito, il Napoli è una grande squadra, il Napoli segna tanto, il Napoli difende bene. È tutto il Napoli. Noi andiamo là e vedremo cosa possiamo fare”.

    Come si può correggere il fatto di non segnare tanto? È una questione psicologica, di sicurezza, tecnica, come si lavora?

    “Prima di tutto, si lavora tanto. È la prima cosa. Non è solo un fatto psicologico, non solo a livello di fiducia, non solo tecnica. Ci sono i profili di giocatore. Ci sono i giocatori che non segnano, con una storia personale di gol segnati bassissima. Noi abbiamo questo profili di giocatore. Ma abbiamo anche profili di giocatore che segnano.

    Tammy segna. Belotti segna. Pellegrini segna. Abbiamo profili di giocatori che segneranno. È quello che dico io. Il lavoro di squadra è importante, i gol arriveranno. La mia sensazione è che un giorno una squadra pagherà. Un giorno faremo 5 gol con 5 occasioni. Quel giorno diranno “Roma fantastica, gioco offensivo”. No, la Roma gioca sempre uguale. Quel giorno entreranno tutti i palloni, con il ginocchio, con la spalla. Pensate se a Genova il giovane Quagliarella avesse segnato l’1-1 alla fine, avrebbero detto che la Roma è difensiva. Non è così. Giochiamo la nostra partita con le qualità che abbiamo noi”.

    Spalletti ha speso parole di grande elogio per lei e per la Roma in conferenza stampa. Può essere pretattica?

    “Io non ho ancora sentito la sua conferenza, ma non credo che bluffi. Che è mio amico, è vero. Che ci rispettiamo, è vero. Lui è un bravissimo allenatore, io non sono scarso. Non c’è ipocrisia, è tutta verità. Lui sa che può vincere domani, ma sa anche che può perdere. Lui sa che la sua squadra è top, ma lui sa che non è facile. Non c’è bluff, è tutto onesto. Pensate che lui può andare in conferenza stampa e dire che può vincere agevolmente? Loro sono primi, ma anche noi siamo quarti dopo 10 partite. Il quarto non è scarso. E questo Luciano lo sa. Abbiamo giocato fuori casa a Torino, Milano, Udine. Loro sanno che sarà una partita difficile. Lo penso anche io”.

    Anche la Roma è stata interessata a Kvaratskhelia? Come si ferma un giocatore così? Cosa dobbiamo aspettarci da lei?

    “Da me? Da me, niente. Magari lo posso scalciare se passa vicino a me… (ride, ndr). Scherzi a parte, adesso è troppo facile dire che erano tutti interessati. L’unica cosa che interessa è che il Napoli ha scelto bene, lui ha scelto bene il Napoli. Loro ora hanno un grandissimo giocatore”.