La Roma pareggia a Napoli e centra il dodicesimo risultato utile consecutivo stagionale.
Ecco cosa ha detto mister Mourinho dopo il match.
Quali sono le sue sensazioni? L’abbiamo vista esultare.
“Ho esultato perché durante la partita mi sembrava impossibile uscire da qua con un risultato positivo. Non perché la mia squadra non abbia giocato bene, perché ha giocato benissimo, ed è anche cresciuta durante la partita, però ho avuto sempre il feeling che sarebbe stato molto, molto difficile - direi, impossibile - finire la partita con un risultato positivo.
Per questa ragione lì per lì ho festeggiato il pareggio. Ma poi, a freddo, dopo quello che ho sentito durante la gara, dopo quello che ho visto nello spogliatoio… questo è il motivo della mia esultanza. Perché mi sembrava impossibile.
Ma credo che la mia squadra sia stata fantastica. Dopo la partita di giovedì, il campo oggi sembrava l’Everest. Ma la squadra è stata fantastica: grande qualità, grande carattere, una condizione fisica e mentale incredibile. Volevamo di più, ma abbiamo preso quello che è stato possibile”.
Il cambio di marcia sembra essere dipeso dall’ingresso di Mkhitaryan.
“Questa è la ragione per cui gioca sempre, gioca ogni minuto. Analizzando tutti i gap che abbiamo, è un ragazzo che non è mai squalificato, non è mai infortunato, che gioca tutte le partite.
Abbiamo pensato che nel secondo tempo avrebbe potuto fare qualcosa per noi, ma fargli disputare di nuovo 90 minuti, facendo fare 12 chilometro e mezzo come fa sempre, sarebbe stato duro per noi. Guardiamo ieri il Leicester: per la partita di Premier, ha cambiato 9 giocatori rispetto al match con il PSV. Noi abbiamo già dodici gare di Conference League, che si gioca di giovedì, e ora da 12 andremo a 14, e questo è duro.
Però, squadra fantastica e momento incredibile. Da primo minuto mi sembrava impossibile poter vincere o uscire con un risultato positivo. Ci siamo riusciti, e in un modo assolutamente fantastico. Sono tremendamente orgoglioso di questi ragazzi.
Ma se mi dai due secondi senza che io dica troppo, perché non voglio dire troppo, ci sono delle squadre che giocano per vincere lo Scudetto. Noi no. Però, noi abbiamo il diritto di giocare per vincere le partite. E oggi mi è sembrato di no. Oggi mi è sembrato che noi non avessimo il diritto di giocare per vincere questa partita.
Ho anche letto qualcosa di gente con responsabilità nei giornali, come: ‘Il campionato si deciderà se un arbitro sbaglierà contro le tre che giocano per lo Scudetto’. Il campionato si decide anche se gli arbitri sbagliano a favore delle squadre che giocano per vincere lo Scudetto. E oggi sembrava che fosse impossibile vincere, per noi. Non voglio parlare troppo, però il signor Di Paolo, per non dire il signor Di Bello… In qualche momento della partita ho provato vergogna di essere lì”.
C’è qualche episodio in particolare?
“Quanti vuoi che te ne dica? Due? O tre? O di più? Ok, te ne dico tre. Rosso a Zanoli. Nel primo tempo è giallo, lo sarebbe su qualunque campo del mondo, e nel secondo tempo sarebbe il secondo giallo. Poi, il rigore non fischiato a Zaniolo è rigore. Perché sì, il portiere para, ma dopo la palla è libera per Zaniolo che la attacca e che potrebbe fare gol, e c’è il contatto con il portiere prende palla, poi c’è contatto: niente.
E c’è di più. C’è molto di più. E per me basta. Un po’ di rispetto. Oggi abbiamo giocato senza i nostri tifosi - oggi erano a casa e noi lavoriamo tanto: io voglio avere il diritto di giocare. Purtroppo, non siamo stati bravi a sufficienza durante un periodo di formazione di questa squadra e non possiamo lottare, purtroppo, per vincere lo Scudetto. Ma vogliamo lottare per vincere le partite. Io voglio avere il diritto, sabato (con l’Inter, ndr), di vincere la partita”.
E lei ritiene che in certi momenti questo diritto le sia stato tolto?
“Sì, sì. Sì”.
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