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    Le dichiarazioni di mister Mourinho dopo Roma-Genoa


    L'analisi dell'allenatore giallorosso dopo il pareggio interno con il Genoa

    Dopo lo 0-0 con il Genoa, mister Mourinho ha commentato così la partita.


    Come ha vissuto il gol annullato?

    “No, non voglio commentare. Posso commentare la partita, ma non commento né la rete, né il rosso (di Zaniolo, ndr), né le reazioni dopo il gol annullato”.

    C’è qualcosa su cui vuole tornare?

    “Preferisco evitare. Preferisco non parlare dell’incidente”.

    Si poteva sfruttare un po’ più l’ampiezza, vista l’ultima partita del Genoa?

    “Il Genoa è una squadra che gioca disperatamente per prendere punti-salvezza, e quindi gioca come gioca. Gioca una partita brutta, ma gioca una partita che le consente di portare a casa il suo punto. Non è una critica, perché se fossi al loro posto probabilmente farei lo stesso. È difficile affrontare una squadra che gioca così.

    Nel primo tempo abbiamo dato ampiezza, ma senza profondità: ogni volta che la palla arrivava a Maitland-Niles e a Karsdorp, non c’era profondità, non c’era continuità, i giocatori erano isolati. Nella ripresa abbiamo cambiato questa dinamica, e lo abbiamo fatto anche prima delle sostituzioni: abbiamo fatto un triangolo a destra e a uno a sinistra, abbiamo creato tanto, siamo arrivati tante volte nella situazione in cui sul cross perfetto può essere gol. Ne abbiamo avute tante di situazioni come questa. Per esempio, quando Zaniolo ha ricevuto un assist da sinistra e ha messo la palla alta.

    Nel secondo tempo, anche in undici contro undici – e non ho avvertito molte differenze rispetto a quando il Genoa è rimasto in dieci – abbiamo fatto di tutto per vincere. E penso che la squadra che fa di più per vincere sia quella che meriti. Ma ok, diamo merito al Genoa che ha fatto la partita che voleva fare e che ha preso il punto che voleva prendere”.

    El Shaarawy è una risorsa importante per le prossime gare.

    “Per la prima volta, oggi ho sentito di avere una panchina che poteva aiutarmi a vincere la partita. Non abbiamo vinto, ma ho visto che avevo soluzioni diverse, per cambiare giocatori e dinamiche. Adesso abbiamo più opzioni di prima in panchina. Con Stephan e Felix, uno aperto e l’altro vicino a Tammy e tra le posizioni (di attacco, ndr), abbiamo creato abbastanza. Però non abbiamo fatto gol: l’unico che abbiamo realizzato è stato annullato. Non voglio giudicare l’azione, perché potremmo andare in tante direzioni e stare qui a parlarne anche mezz’ora. Ci sarebbe molto da dire.

    Se l’arbitro ha deciso bene, il nostro gioco, il gioco diventato molti anni fa del popolo, il gioco di cui si è innamorato il mondo, è cambiato. Il calcio è un altro sport. Se questa è l’indicazione degli arbitri, se quello è un fallo, il gioco non è lo stesso. Dobbiamo cambiare nome al calcio, al football, al soccer, come si dice in America. Perché è un altro sport.

    Se invece l’arbitro ha sbagliato, e doveva convalidare il gol, sarà lui il primo a non essere contento dell’errore e per noi della Roma sarà stato un deja-vù, perché in questa stagione ci è già successo tante volte.

    Però, va bene così, domani è un altro giorno”.

    Quel fischio è figlio di un calcio che sta cambiando? È più la A o B rispetto alle due opzioni che ha immaginato?

    “Non lo so. Mettiamo anche una terza opzione: agli occhi del potere, la Roma è piccolina”.

    In chi identifica il potere?

    “Finiamola qui, perché il José Mourinho arrivato qua sette mesi fa ha un profilo diverso quando apre la bocca”.