Ecco le parole del tecnico giallorosso.
Cosa si sente di dire sul momento che sta attraversando il mondo?
“Molto obiettivo, molto pragmatico, stop alla guerra. A questa e a tutte le altre guerre. Stop. E se lo devo ripetere ogni giorno, lo ripeterò ogni giorno. Di politica non parlo, mi interessa la politica, ma di politica non parlo pubblicamente. Però, dire, urlare e ripetere ogni giorno stop alla guerra sempre. A tutte le guerre”.
Domenica a Udine ha sottolineato un calo di tensione da parte della squadra. Crede che in queste due partite la squadra ritroverà le giuste motivazioni? Avete lavorato in questa direzione?
“Lavoriamo ogni giorno. E niente, pensiamo di essere preparati per domani”.
Lei ha sempre detto che ragiona partita per partita. Anche in questa settimana è più importante il Vitesse della Lazio o la testa potrebbe andare anche a domenica prossima?
“L’unica partita che interessa è il Vitesse, domani. Se vinciamo, se pareggiamo, stiamo ai quarti di finale. Se perdiamo siamo fuori. Non c’è Lazio, non c’è partita domenica. L’unica partita che mi interessa è questa qui”.
C’è qualcun altro nella rosa che ha la stessa capacità di trasmettere il pallone e la velocità di pensiero di Mkhitaryan?
“Tutti i giocatori sono diversi. Tutti conoscono la nostra rosa. Tutti sono critici feroci. Siete capaci anche di essere critici con un ragazzino che è arrivato qui a 8-9 anni e che gioca per la prima volta da titolare in Serie A. Siete voi gli uomini delle critiche".
"Mkhitaryan è importante per noi, sì. Non voglio dire che non abbiamo vinto a Udine per la sua assenza, ma è un giocatore importante per noi”.
Questa nuova regola del gol in trasferta che non vale più come prima, le piace? Quanto cambia?
“Non lo so. Non lo so se è più giusta o meno giusta. Però cambia o può cambiare il profilo delle partite. Per esempio, l’Ajax in Champions ha fatto un bel pareggio a Lisbona. Ma con questo bel pareggio, il Benfica è andato ad Amsterdam senza necessità di dover segnare per andare ai quarti di finale".
"Ha potuto avere un atteggiamento di controllo, non un atteggiamento di rischio. Quando prima una squadra che pareggia in casa con gol, sa perfettamente che quando arriva alla seconda partita sta in svantaggio. Però io ho giocato la prima gara di Vitesse e domani farò lo stesso senza pensare troppo al risultato”.
“Lì siamo andati per vincere la partita. Non abbiamo pensato ad un pareggio con gol, non ad altro. Abbiamo pensato ad una gara che volevamo vincere. Sappiamo che domani un pareggio può portarci ai quarti di finale. Ma non andremo per pareggiare. Vogliamo vincere la partita. Quando si pensa così, si pensa meno alla situazione dei gol. Vediamo”.
La Roma a parte Abraham ha attaccanti che segnano poco. Eppure, vedendo le statistiche resta la seconda squadra con più tiri verso la porta. Come si risolve questo?
“Parliamo di giocatori che hanno segnato sempre tanto e adesso non segnano? O sono giocatori che hanno segnato poco nel corso della loro carriera? Non è Lewandowski che non segna ora che gioca nella Roma, no?”. Non è un problema di qualità, è un problema di profilo”.
Rispetto a Udine, quanti uomini pensa di cambiare? E Zaniolo può riposare in vista del derby?
“Perché Zaniolo? Ha già riposato 25 minuti ad Arnhem. Perché dice Zaniolo? Perché non Rui Patricio, perché non un altro? Da due, tre giorni si parla di questo. Zaniolo sta bene. Perché mi chiedete di lui? Rispetto a Udine quanti ne cambio? Sergio Oliveira, Mancini… Tornano Kumbulla e Mkhitaryan”.
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