Anzi, i gol sarebbero 13 solo perché, secondo le regole dell'epoca, la deviazione di Janich in occasione del derby vinto dalla Roma 1-0 il 6 marzo 1960, vale come autogol. La sua vittima preferita era il portiere biancoceleste Lovati, cui segnò anche in occasione di un derby tra ex giocatori. Ma è riduttivo parlare di lui "solo" per questo.
Dino Da Costa è stato uno dei migliori giocatori della Roma e della Serie A tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60. Tecnicamente completissimo: ambidestro, facilità nel dribbling, potenza nel tiro, ottimo colpitore di testa. Atleticamente fortissimo, aveva iniziato con l'atletica leggera, da centometrista e si vedeva. Al termine di una ottima stagione al Botafogo, in cui aveva vinto il titolo di capocannoniere del campionato carioca con 24 gol in 26 partite, si mise in mostra durante una tournée estiva in Europa. Giocò anche contro la Roma (il Botafogo, in cui c'erano anche Garrincha, Djalma Santos e Vinicio, vinse 3-2) e poche settimane dopo firmò il contratto con la Società.
Il “veto Andreotti” impediva di acquistare calciatori stranieri a meno che non avessero origni italiane. Lui le aveva, a Palombara, e così fu tesserato. Giocò anche in Nazionale. È stato il primo brasiliano della storia giallorossa, dando quindi il via a una tradizione che ha visto tanti campioni verdeoro, Falcao e Cerezo su tutti, regalare innumerevoli gioie ai tifosi romanisti. Non era un centravanti puro, ma vinse il titolo di capocannoniere nella stagione 1956-57 con 22 gol.
Ha spesso detto che era merito di Nordahl, dato che le difese avversarie si concentravano più sullo svedese che su di lui, ma il suo fiuto del gol è sempre stato notevole. Non capitava a un giocatore della Roma dal 1935 (Guaita) e non sarebbe più capitato fino al 1963 (Manfredini). In quella stagione firmò anche una storica doppietta che il 6 gennaio consentì alla Roma di vincere 2-1 in casa della Juventus. Al termine della stagione 1957-58 ebbe un periodo di appannamento, da cui uscì ancora più forte grazie a compagni e allenatore, che gli diedero la fascia di capitano. Giocò in giallorosso fino al 1960 per poi tornare dall'agosto al novembre del 1961, ma ha giocato fino a 44 anni concludendo la carriera nel Sacrofano, in quarta divisione.
È il decimo miglior marcatore della storia della Roma, che ha sempre seguito con passione. Si era stabilito a Verona e andava sempre a vedere la Roma ogni volta che giocava al Bentegodi.
È tornato sotto la Curva Sud in occasione di Roma-Lazio dell'8 aprile del 2013, insieme a Marco Delvecchio, con cui condivideva il record di gol nei derby di campionato. Ed è stato applaudito come se non se ne fosse mai andato.
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