In novanta minuti di gioco un esemplare fulgido del suo enorme bagaglio tecnico, di calciatore. Bomber. Centravanti. È il 15 ottobre 2000, a Lecce la Roma di Capello affronta i salentini di casa allenati da Cavasin. Due dei quattro gol li realizza l’ex 9 della Fiorentina, mentre le altre due segnature sono di Tommasi e Totti su rigore. Il 18, in maglia bianca per l’occasione da trasferta, spariglia da par suo.
Per la prima volta va a segno in Italia con una divisa diversa da quella viola. È in qualche modo un evento storico.
Nel primo tempo, sul risultato di 0-0, l’uomo di Reconquista porta avanti la Roma nel punteggio con un colpo di testa poderoso, scherzando la marcatura di Juarez, indirizzando la palla nell’angolino dove Chimenti non può arrivare.
Questo contenuto è fornito da una terza parte. A causa delle tue scelte riguardo la policy dei cookie
sul nostro sito, questo contenuto esterno non può essere visualizzato.
Se vuoi vederlo modifica le tue impostazioni sui cookie premendo uno dei due tasti seguenti.
La rete non è banale, interrompe un equilibrio pericoloso in una gara insidiosa, a tre minuti dalla conclusione della prima frazione. Di fatto, la giocata spiana la strada alla Roma. Nella ripresa, Tommasi concede il bis. Ma a chiudere definitivamente i giochi ci pensa ancora una volta “Il Re Leone”.
Stavolta mostrando un altro pezzo forte della casa. Quei tiri imprendibile per qualsiasi estremo difensore avversario che solo lui (e pochi altri) riescono a fare. In quest’occasione, di sinistro e non di destro come da piede preferito. La conclusione impatta prima sulla parte bassa della traversa e poi entra in porta.
I due squilli di Batistuta sono un avvertimento serio alla Serie A, di quelle che erano le intenzioni sue e della Roma. Di quello che sarebbe successo il 17 giugno 2001 in Roma-Parma 3-1, mandando in delirio una città. Il terzo scudetto della storia romanista.
“Me lo sono meritato. Ho faticato e sudato tanto per arrivare ad una soddisfazione così grande”, le parole di Bati nel documentario “El numero nueve” di Pablo Benedetti (in programmazione in questi giorni su Sky). Parole sentite, dette in un momento di commozione del film, all’interno di una sala cinematografica della Capitale, lo Stardust.
Quel titolo ha senza dubbio anche il volto di Gabriel Omar Batistuta. Se l’è meritato davvero. E tutto iniziò da quella doppietta a Lecce.
"Ho sudato tanto per lo scudetto con la Roma, me lo sono meritato"
- Gabriel Omar Batistuta
Confermo di aver preso visione della privacy policy.
© 2018/2024 Soccer S.r.l. – P.IVA 09305501000 - tutti i diritti riservati. I nomi AS Roma, i loghi e le immagini sono marchi registrati o non registrati di Soccer S.r.l. Tutti gli altri marchi possono essere di proprietà dei rispettivi titolari.