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Il cordoglio dell’AS Roma per la scomparsa di Amos Cardarelli


Nato a Monterotondo (Roma), l’8 marzo 1930, Cardarelli muove i primi passi nella Ludovisi, con cui nel maggio 1949 raggiunge le finali regionali del Campionato Juniores. A quel tempo la residenza di Amos era in via XXI Aprile di fronte all’abitazione di Bernardini. Fulvio lo vede giocare e chiede notizie di lui. È “Gigetto”, gestore del negozio di casalinghi dei signori Fabbricini, a spiegare al tecnico che il “Roscio” che sta cercando abita al piano di sopra. Bernardini una volta rintracciato il ragazzo, in lambretta, lo accompagna a sostenere un provino allo Stadio Nazionale. Il giovanotto non ha nulla con sé ed è il guardiano, Vinicio, a fornirgli il necessario: «Se non sono svenuto in quel momento – ricorderà Amos – non mi capiterà più in tutta la vita. (…) Ero talmente emozionato che a un certo punto della partita il Mister, che durante l’allenamento utilizzava un megafono per comunicare con i giocatori, mi urlò: “A roscio, guarda che i compagni tuoi sono quelli che hanno la casacca”».

Una volta entrato nel settore giovanile giallorosso, l’incipit della avventura di Cardarelli con la Roma lascia subito intendere che avrà una carriera luminosa visto che, nel 1950, raggiunge la finale del Torneo Viareggio (giunto alla seconda edizione della sua storia). Sino al 1957 rimane nelle fila giallorosse, divenendo un punto fermo della squadra che vince il torneo di serie B nel 1951-52 riportandosi nell’élite del calcio italiano.

Colleziona in tutto 158 presenze e 3 reti con la Prima Squadra.

Lo stesso Amos, nell’agosto 1999, si raccontava come «un difensore alla Vierchowod, buon recupero, prestanza fisica ma se devo essere sincero avevo dei piedi migliori». Il trasferimento all’Inter e le altre esperienze nel mondo calcistico non hanno intaccato la sua passione romanista, sempre vivissima. Nel 1994-95 il presidente Franco Sensi lo richiama nei quadri sociali come rappresentante del Club presso la tifoseria organizzata.

Ai familiari e agli amici va il pensiero affettuoso della Società e della tifoseria giallorossa.