Nome: Andreas Frank
Età: 32
Città: Graz
Paese: Austria
Dove sei cresciuto?
“Sono cresciuto a Graz, in Austria”.
Perché hai scelto la Roma?
“Quando avevo 11 anni, il mio vicino di casa mi ha portato allo stadio dove giocava la squadra della nostra città, lo Sturm Graz, la stessa squadra per cui, un anno più tardi, avrebbe firmato la leggenda giallorossa Giuseppe Giannini. Non conoscevo molte cose su di lui, ma tutti erano entusiasti per il fatto che un giocatore così famoso avesse firmato per la nostra squadra. Nel corso della stagione, tuttavia, Giannini non rese come tutti speravano, ma io iniziai a informarmi sull’AS Roma e lì nacque la mia passione per i giallorossi”.
Qual è il tuo primo ricordo della Roma?
“La stagione 1997-98 è stata la prima in cui ho veramente iniziato a seguire l’AS Roma da tifoso. Ha aiutato molto il fatto che la Roma avesse preso il portiere austriaco Michael Konsel dal Rapid Vienna, assieme al brasiliano Paulo Sergio dalla Bundesliga, così per me c’erano abbastanza notizie in tedesco per potermi tenere aggiornato”.
Chi è stato il tuo primo idolo e perché?
“Come detto, la prima stagione da sostenitore della Roma è stata quella del 1997/98, la stagione in cui è esploso anche il nostro capitano, Francesco Totti. Giocò benissimo, mostrando tutto il suo talento, e fu molto utilizzato da Zeman sulla sinistra, dove si intendeva a meraviglia con Abel Balbo e Marco Delvecchio. Anche all’epoca era chiaro come da romano avrebbe avuto un futuro brillante e di successo con la maglia giallorossa”.
Chi è stato fino ad ora il tuo allenatore preferito e perché?
“Sin dalla sua prima avventura alla Roma, senza dubbio Luciano Spalletti. È una persona che trasmette molta energia positiva – non credo ci siano allenatori in circolazione che sorridono così tanto in allenamento, che abbracciano i propri giocatori, che parlano schiettamente in conferenza stampa e che abbiano questa passione per la squadra e per i tifosi. Sono stato veramente contento di vederlo di nuovo sulla panchina della Roma, sebbene fossi un grande di fan di Rudi Garcia”.
Qual è stato il punto più basso toccato dalla squadra da quando sei tifoso?
“La cosa davvero difficile da mandare giù è stata la sconfitta con la Lazio nella finale di Coppa Italia 2013. Sarebbe stata l’occasione perfetta per chiudere in bellezza una stagione senza troppi acuti.
Anche la sconfitta per 1-6 contro il Barcellona è stato un duro colpo, anche perché eravamo al Camp Nou per guardarci la partita dal vivo. Credo che tutti i tifosi della Roma sapessero che sarebbe stato difficile vincere contro il Barcellona ma i catalani ci hanno battuto troppo nettamente”.
Sei mai andato a una partita della Roma? Se sì, cosa ti ricordi della tua prima partita?
“Sono stato fortunato per il fatto che la Roma è venuta più volte in Austria per il ritiro estivo, quindi ovviamente ho assistito a tutte le amichevoli che hanno giocato qui. La prima che ho visto è stata nel 2004 contro il Grazer AK, che ha coinciso con l’esordio di Philippe Mexes e con la prima partita vissuta assieme a Romazone, un piccolo gruppo fondato appena l’anno prima.
La mia città natale, Graz, è a sole tre ore da Udine, quindi andiamo in Friuli ogni stagione quando la Roma affronta l’Udinese. Ma la mia prima gara di Serie A a cui ho assistito dal vivo è stata nel 2007 a San Siro, quando Mirko Vucinic ha segnato il gol della vittoria nel successo per 1-0 contro il Milan.
La mia prima gara all’Olimpico è stato il derby del 2013, quello in cui Totti ha segnato il gol del pareggio”.
Dov’eri quando la Roma ha conquistato il suo ultimo Scudetto?
“Ho visto la gara contro il Parma in un pub di Graz assieme ad alcuni amici di scuola. È un bel ricordo, perché poche settimane prima eravamo stati a Roma in gita scolastica e la città era carica, impaziente di festeggiare lo scudetto”.
Ci sono altri tifosi giallorossi nella città in cui vivi?
“Probabilmente non ci crederai, ma ci sono parecchi tifosi della Roma a Graz – abbastanza da incontrarsi regolarmente al pub per guardare le partite assieme. Ma non abbiamo mai pensato di creare un fanclub esclusivamente rivolto ai tifosi di Graz perché la comunità online Romazone è stata creata per coinvolgere tutti gli appassionati di madrelingua tedesca. Avevamo quindi collegamenti con i tifosi giallorossi di Austria, Germania e Alto Adige”.
Quali squadre ti piace battere di più?
“Ovviamente la Lazio, ma anche la Juventus, perché alcuni dei miei migliori amici sono juventini. E per i membri di Romazone, l’Udinese. Perché? Perché siamo sempre presenti quando la Roma gioca a Udine quindi speriamo sempre che i giallorossi conquistino i tre punti!”.
Cosa rende la Roma speciale?
“Il passato, principalmente. Perché è stata fondata nel 1927, perché è diventata la squadra della Capitale e perché indossa i colori della città. Per quanto riguarda il presidente, mi piace come James Pallotta sta gestendo la società, con rispetto. Non è una cosa scontata nel calcio moderno – basta guardare quello che fanno alcuni proprietari delle squadre della Premier League inglese”.
Cosa significa Totti per te?
“Si potrebbero scrivere libri per rispondere a questa domanda. Totti è una leggenda di Roma, un grandissimo giocatore, una persona che ha dedicato tutta la sua vita alla Roma e ai suoi tifosi. Un figlio di Roma. Queste cose, assieme alle storie che conosciamo su di lui e a quello che fa dentro e fuori dal campo – prendiamo il selfie ad esempio –sono sufficienti affinché Totti sia il volto dell’AS Roma”.
Chi è attualmente il tuo giocatore preferito e perché?
“Sicuramente Alessandro Florenzi. È una persona davvero gradevole che dà sempre tutto per la maglia che indossa. In campo è il classico calciatore moderno. È versatile, intelligente, può giocare in diversi ruoli – a volte anche all’interno della stessa partita. Sa segnare, è rapido, sa dribblare in velocità, distribuisce assist e controlla il pallone meravigliosamente. Mi piace paragonarlo all’austriaco David Alaba, tranne il fatto che lui gioca a destra!”.
Se potessi incontrare una persona legata alla Roma – presente o passata – chi sceglieresti e perché?
“Credo che qualsiasi tifoso della Roma che ancora non lo abbia incontrato darebbe la stessa risposta: Totti!”.
Cosa ti rende orgoglioso di essere un tifoso della Roma?
“La mia regola d’oro è: scegli solo una volta la tua squadra del cuore, quindi scegli bene e non pensare mai di poterla cambiare con un’altra – mai! Quindi sono orgoglioso di non aver mai pensato di aver fatto la scelta sbagliata. Sono fiero di poter mostrare i colori della Roma e sono contento di quanto si sia sviluppata la nostra comunità. E i romani romanisti sono la ciliegina sulla torta. Quando li incontri (come mi è capitato a Milano o a Barcellona) non ti danno mai l’impressione che tu sia uno sconosciuto che indossa per sbaglio la stessa maglietta”.
Per concludere, cosa renderebbe la tua giornata perfetta, da tifoso romanista?
“Voglio essere sdolcinato: la giornata perfetta sarebbe assistere all’ultima gara della stagione allo Stadio Olimpico, vincere la partita e lo scudetto. Dopo, riversarsi tutti in centro città, ad ascoltare Antonello Venditti cantare “Grazie Roma” davanti a migliaia di persone”.
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