Dopo l’annuncio dell’interruzione del rapporto di lavoro tra Spalletti e il Club, il direttore sportivo Monchi ha rilasciato un’intervista a Roma TV, dove ha parlato del prossimo allenatore giallorosso, dei piani futuri della squadra e di Francesco Totti.
Ecco le parole del dirigente spagnolo.
La Roma ha annunciato oggi di aver chiuso il rapporto di lavoro con Luciano Spalletti. Quanto le è dispiaciuto che le vostre strade si siano separate?
“Come ho già dichiarato, uno degli obiettivi e dei desideri che avevo quando sono arrivato a Roma era quello di poter lavorare assieme a Luciano. Purtroppo non è stato possibile. E come ho detto in conferenza stampa oggi, questo mio desiderio, che avevo espresso prima del mio arrivo qui, è oggi ancora più giustificato, perché ho visto come lavora Luciano. E spero che in futuro le nostre strade possano incontrarsi. Voglio semplicemente augurargli il meglio per il futuro, perché penso che se lo meriti”.
Grazie alla vittoria di domenica contro il Genoa è arrivato il secondo posto: cosa significa per la Roma?
“Innanzitutto è un premio per l’ottimo lavoro svolto. Penso che quando una squadra batte i record che ha battuto la Roma, quello dei gol segnati, dei punti conquistati, classificandosi come seconda con un bottino record, sia motivo di soddisfazione, perché significa che si è lavorato bene. Cosa significa per il futuro? Significa molto. Penso che il brand AS Roma debba essere legato a quello della Champions League. E nel progetto che intendiamo costruire per il futuro, la possibilità di giocare la Champions è fondamentale. Quindi è un grande motivo di soddisfazione, ma anche di gioia, che serve a gettare le basi per il progetto futuro”.
La qualificazione ai gironi di Champions cambia le strategie del mercato estivo giallorosso?
“No, perché indipendentemente dalla qualificazione, il lavoro per questo nuovo progetto è iniziato tempo fa. Certo, la qualificazione diretta ci consente di avere una presenza più forte sul mercato e di avere gli argomenti per poter convincere i giocatori a venire. Ma il brand Roma è già di per sé molto forte e da questo punto di vista è un vantaggio, anche se non è tutto. Il progetto che abbiamo in mente è un progetto ambizioso, entusiasmante, su cui abbiamo già iniziato a lavorare. E non ci saranno stravolgimenti”.
Quando si parla di Champions League viene spesso sottolineata l’importanza dell’aspetto economico, ma quanto fa la differenza prender parte a un torneo così prestigioso per i calciatori attuali e per quelli che arriveranno?
“Certo, c’è un aspetto economico importante, ma credo sia più importante il valore del marchio, il prestigio, la qualità dell’immagine che il Club proietta all’esterno piuttosto che il valore economico in sé. I top player vogliono giocare nella migliore competizione del mondo, ossia la Champions League. Quindi il potere attrattivo della Roma, già di per sé grande, aumenta ulteriormente con la partecipazione al torneo”.
Totti ha giocato la sua ultima partita con la maglia della Roma domenica. Ha mai visto una carriera simile alla sua nel mondo del calcio?
“Non l’ho mai vista e credo che non la vedrò mai. È impossibile, è qualcosa di irripetibile. L’amore, il senso di appartenenza, l’affetto, il coinvolgimento emotivo che Francesco ha avuto…credo non ci sia stato nulla di simile in passato e nemmeno che ci sarà qualcosa di simile in futuro. Stiamo parlando di qualcosa di insolito, in senso positivo, che la Roma ha avuto la fortuna di vivere in prima persona, come parte attiva in questa storia, in questa favola, in questo amore così bello e intenso tra un giocatore, Francesco, e un club, la Roma”.
I tifosi vorrebbero sapere chi sarà il prossimo allenatore della Roma: cosa si sente di rispondere?
“Stiamo ancora lavorando, ma gran parte del lavoro è stato fatto. La priorità era ovviamente quella di far rimanere Luciano. Ma abbiamo anche lavorato in parallelo per trovare altre opzioni in caso di partenza dell’allenatore. Sappiamo già chi vogliamo a capo del progetto sportivo a partire dalla prossima stagione e stiamo lavorando per questo”.
Qual è il profilo di allenatore che la Roma cerca? Ci sono delle caratteristiche in particolare che vorrebbe vedere?
“Un allenatore che abbia le idee chiare, che sia dedito al lavoro. Un allenatore che sappia abbracciare la filosofia della società, che trasmetta i valori del Club e che sia un vincente. Penso che in questi cinque aspetti possa essere riassunto il profilo di tecnico che vogliamo per il futuro”.
Molti tifosi anche in questi giorni di Pallotta a Roma hanno sottolineato che il presidente dovrebbe essere più presente: che ne pensa?
“Posso solamente dire che se Pallotta fosse ancora più presente sarebbe un altro Monchi, perché ci parliamo continuamente. Ci sentiamo più volte al giorno, c’è una comunicazione quotidiana. Ho trovato un presidente molto coinvolto, interessato e con molta fiducia nel lavoro della società”.
Alcuni tifosi sono preoccupati che con un nuovo allenatore la strategia tecnica del Club debba ripartire da zero. È veramente così?
“Quello che posso dire ai tifosi della Roma è che devono avere fiducia nel progetto e nel fatto che il percorso che abbiamo intrapreso porterà risultati positivi. Come ho detto il giorno della mia presentazione, non sono andato via da Siviglia senza motivo. Se sono venuto qui è perché voglio vincere, voglio raggiungere traguardi importanti in una società importante. Il mio messaggio è lo stesso di quel giorno. Spero di poter raggiungere i traguardi che i tifosi sognano. Sarebbe la ricompensa più grande per il lavoro svolto”.
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