Storia della Serie A 1989-90: la Roma di Gigi Radice – che il 15 gennaio del 2025 avrebbe compiuto 90 anni – non solo torna in Europa dopo una stagione fuori dalle coppe, ma lo fa grazie ad una cavalcata emozionante in campionato, coccolata dalle mura più che mai amiche e confortevoli dello Stadio Flaminio.
Un impianto meno grande dell'Olimpico (in quella stagione chiuso per i lavori di ristrutturazione in vista di Italia 90), capace di concentrare e convogliare tutta la passione dei tifosi giallorossi, creando ogni partita una bolgia difficilmente sopportabile per qualsiasi avversario. E la Roma molto spesso ne beneficia, arrivando persino a cullare sogni di primato assoluto dopo Roma-Cesena. Il momento più brutto, invece, è rappresentato dall'infarto a Lionello Manfredonia durante la gara di Bologna a fine dicembre. Ne uscirà bene, ma da quel giorno non vedrà più il campo di calcio.
Ecco alcuni momenti chiave di quella stagione, memorabile per qualsiasi tifoso che l'ha vissuta.
La squadra, allenata da Gigi Radice, inizia nel mese di luglio la sua preparazione a Pinzolo, località del Trentino Alto Adige. Queste le parole del presidente Dino Viola in ritiro: "Adesso la gente è scettica, ma cercheremo di riconquistarla, di farla riavvicinare a noi con i risultati".
10 settembre 1989: la Roma conquista i primi due punti in casa battendo in casa l'Atalanta per 4-1. Desideri, Gerolin, Berthold e Voeller sono i marcatori. Siamo alla quarta giornata di campionato.
8 ottobre 1989: la Roma di Radice ospita il Napoli di Diego Armando Maradona. Il Flaminio ribolle, la squadra giallorossa è quarta, i campani guidano il campionato. La sfida è tirata. Comi porta in vantaggio la Roma, Maradona pareggia su rigore. Per poco non cade l'imbattibilità dei futuri campioni d'Italia.
19 ottobre 1989: nel corso della stagione, a pochi giorni dalla sfida con il Milan al Meazza, i giallorossi giocano in mezzo alla settimana al Flaminio (alle 14.30) contro la nazionale del Costarica. Vince la Roma 2-1 grazie a Conti e Baldieri, un buon test verso sfide più importanti.
Giuseppe Giannini è il leader e il capitano della squadra coraggiosa allenata da Gigi Radice. La sua maglia 10, con quei numeri gialli e tondeggianti, sembra una bandiera da sventolare. Lui è la bandiera. Tre gol segnati in campionato, uno è nel Derby di andata con la Lazio (pareggiato 1-1).
17 dicembre 1989: la Roma ospita la Juventus di Dino Zoff. La legge del Flaminio e di Radice vale anche per i bianconeri: il match è giallorosso. Lo decide Stefano "Ciccio" Desideri, irrompendo di testa. E nel gruppo esultante, spunta una chioma bionda di un raccattapalle... Lo riconoscete, vero?
18 marzo 1990: la Roma torna a vincere il Derby e lo fa in casa degli avversari biancocelesti. Lo decide Rudi Voeller, sfruttando un'indecisione in uscita di Nando Orsi. I romanisti sono tecnicamente in trasferta, ma si fanno sentire come e più del solito.
25 marzo 1990: la squadra di Radice ospita l'Hellas Verona di Bagnoli e di un giovane Peruzzi tra i pali (in prestito proprio dai giallorossi). Non c'è storia, la Roma vince 5-2 e il primo gol della serie lo segna Bruno Conti. Sarà l'ultima marcatura della sua carriera.
29 aprile 1990: Roma-Bologna, è l'ultima giornata del campionato 1989-90. La squadra giallorossa è già aritmeticamente in Coppa UEFA, la gara è una passerella soprattutto per i tifosi. E per Gigi Radice, al passo d'addio alla Roma (così come Franco Tancredi).
Il tecnico rimase un anno solo, dopo di lui arrivò Ottavio Bianchi. Nessuno l'ha mai dimenticata quella stagione 1989-90. Tutti la ricordano oggi come "La stagione del Flaminio".
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