La coppa nostra. Solo nostra. La prima di tutte. La Conference League. È già storia. Lorenzo, il piccolo nato il 25 maggio alle 12.56, non è stato registrato all’anagrafe come Lorenzo tanto per. E i genitori che hanno scelto il nome, non lo hanno fatto per Cherubini, meglio noto come Jovanotti, e nemmeno per Lamas. L’attore di “Renegade” con i capelli lunghi (all’epoca).
Lorenzo Miranda è Lorenzo per Pellegrini, il capitano della Roma. Così come il fratello maggiore di Lorenzo, Daniele. Anni 7, deve questa generalità al signore che con la maglia giallorossa ha collezionato 616 presenze ufficiali. Daniele De Rossi. DDR. Un faro di romanismo per i tifosi. Anche per il papà di Daniele e Lorenzo: Fabrizio.
Lorenzo, quello piccolissimo, aveva meno di 10 ore di vita quando l’altro Lorenzo – con la fascia al braccio – si apprestava a far impazzire di gioia un popolo intero. Mentre la Roma giocava in campo contro il Feyenoord, Fabrizio era tornato a casa. Perché così doveva essere e perché c’era anche una finale da vedere in tv. È rimasto da solo, per scaramanzia, per scelta. Perché sì. E al gol di Zaniolo, tramite una videochiamata, Lorenzo piccolissimo ascoltava l’inno della Roma. Con la Roma in vantaggio. Che poi ha vinto la coppa.
La mamma, Chiara, 32 anni, aveva programmato questa data da tempo, molto prima che la Roma avesse la certezza di volare in Albania per l’ultimo atto della Conference. E di certo le due cose non potevano andare di pari passo. Il destino ha voluto questo. Ma una certezza ce l’aveva ben scandita in mente. Ce l’avevano, entrambi. Chiara e Fabrizio. Sì il 25 maggio era una data spendibile, ma non il 26.
Perché se i figli si chiamano Daniele e Lorenzo, come De Rossi e Pellegrini, non c’è altro da aggiungere o spiegare. Che poi c’era stato anche un altro bel 25 maggio, nel 2015, sempre parlando di calcio. De Rossi era in campo, Pellegrini in panchina. Un derby vinto 2-1, gol della vittoria di Mapou Yanga-Mbiwa. Oggi calciatore svincolato, ma che ci diede un’immensa gioia, salvo poi tornare in Francia poco dopo.
Lorenzo, però, quello piccolo, del 26 maggio in un certo modo non ne sentirà mai parlare. O magari giusto come apostrofo rosa tra le parole Conference e League. Sì, perché c’è stato un 26 maggio – del 2022 – in cui Roma è stata Roma come e più del solito. Gente ovunque per le strade, amore incondizionato, un meraviglioso caos non tanto calmo. Ma tanto tanto bello.
I due colori del pantone capitolino a sventolare ovunque. La coppa vinta a Tirana sfilare fino ai Fori Imperiali, passando di mano in mano. Il pullman scoperto con i giocatori entusiasti e felici. Mourinho a salutare la sua gente davanti al Colosseo, come facevano gli imperatori un tempo. Spiegare tutto questo non è facile, specialmente a Lorenzo che è ancora piccolissimo.
Una parola sola, tu sei la Roma. Forse così è tutto più semplice.
Benvenuto Lorenzo, campione, nel giorno della Roma campione.
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