Ecco cosa ha detto il nostro allenatore.
Immaginiamo che si sarà messo paura sul quel colpo di testa all'ultimo, quando la partita era abbondantemente nelle mani della Roma, ma non dal punto di vista del risultato.
"Sì, l'ho detto ai ragazzi, io sono una persona di una certa età e non mi potete far stare sul chi vive fino in fondo. Abbiamo creato tanto e dovevamo chiuderla, perché queste sono le partite che alla fine le pareggi e dopo ti domandi perché. Siamo venuti qui umili e determinati, perché sappiamo che il girone di ritorno è difficile per tutti: abbiamo visto anche in Europa quante squadre che hanno giocato durante la settimana abbiano poi 'ciccato' in campionato.
Ho messo dentro dei ragazzi che avevano fame di giocare, ho lasciato quelli che magari giovedì hanno speso tanto dal punto di vista nervoso. E adesso possiamo preparare bene la partita di Bilbao".
Aveva talmente tanta fame Soulé da impiegare 22 secondi per segnare.
"A me è piaciuta tutta la squadra. Comunque, vi ho sentito dire che 'poi ci si culla', ed è quello che dico io a loro: non mi piace l'accademia, mi piace la praticità. Ok giocare bene, ma per me giocare bene significa vincere le partite, e quando c'è da fare gol bisogna farlo".
Per esempio Shomurodov ha avuto due palle gol e la Roma ne ha avute anche altre: cosa manca, un pizzico di cattiveria?
"Lui è un ragazzo splendido, ma non è che abbia fatto mai tantissimi gol, per cui credo che questo tu ce l'abbia nel tuo pedigree quello che puoi fare e quello che non puoi fare. Io gli ho detto di non preoccuparsi, perché era molto dispiaciuto. L’importante è trovarsi al posto giusto al momento giusto, e poi i gol arriveranno. Ci ha risolto già diverse partite e altre ce ne risolverà”.
Come sta Celik, pensa di recuperarlo per giovedì? E le è piaciuta la prestazione di Hummels?
"Mi è piaciuta molto. Celik lo valuteremo domani”.
Quanti allenamenti ti sono serviti per capire che c’era anche molto valore tecnico in questa squadra?
“Il valore tecnico c'era. La cosa importante delle prime partite, anche in quelle che abbiamo perso - ed è stata importante anche quella con il Tottenham - era ridare entusiasmo, autostima a questi ragazzi, perché la qualità ce l'avevano. La rosa è buona.
Ero convinto di far bene, anche se così no, onestamente. Quando è così, io mi metto l'elmetto e inizio a lavorare, e voglio che questo accada anche per i miei giocatori. Io non ho fatto tabelle, non ho detto nulla, se non che i cavalli purosangue si vedono sul rettilineo finale. E io voglio vedere questo, voglio vedere sul rettilineo finale quello che sapremo fare".
Quello che mi ha impressionato nelle ultime settimane è l'inclusività: oggi lei ha ottenuto tante risposte da tanti calciatori che non sono abituati a giocare insieme.
“Vero, anche nella partita con il Napoli avevo fatto determinati cambi, l'ho fatti a Venezia e a Parma... I ragazzi sanno che io non premio nessuno, io voglio vedre che in allenamento fanno quello che dico io, lo fanno a mille all'ora, con convinzione, con determinazione. Poi c'è sempre da migliorare, perché le cose più piccoli sono anche le più difficili da limare. Il grosso l'hanno capito, però c'è ancora tanto da fare".
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