Ecco cosa ha detto il nostro allenatore.
Il suo piano partita ha funzionato perfettamente: un pizzico di prudenza in più nella prima fase e poi il reparto offensivo cambiato con quattro uomini freschi per aggredire nel finale. Era questa la sua idea?
“No, l’idea era di avere più opzioni prima di cominciare la partita. Parti con un’idea e poi ti prepari sia nel bene che nel male su come aiutare i ragazzi in campo. Era una gara difficilissima e lo sarà ancora di più quando dovremo andare in casa loro. Conosciamo la loro forza, sappiamo tutto, ma sappiamo anche che noi ci siamo: siamo duri da digerire, lottiamo su ogni pallone, e questo mi fa ben sperare.
È finito il “primo tempo”, abbiamo il 50% di possibilità noi e 50 loro”.
I giovani stanno diventando dei professionisti maturi, stasera l’hanno dimostrato.
“Vedendoli in allenamento, mi danno la consapevolezza che tenerli fuori mi rincresce, perché sono sempre pronti. E poi Baldanzi è in un momento d’oro. Mi ero visto la gara che avevano disputato a settembre contro l’Athletic, dove li aveva messi spesso in difficoltà, per cui mi sono detto di ripetere queste situazioni, con lui che gioca tra centrocampo e attacco. Ha fatto veramente una grande partita”.
Che corde ha toccato con Celik, che prima del suo arrivo era un po’ in difficoltà?
"Credo che dare fiducia ai giocatori sia la cosa più importante per un allenatore. Tanto tutti commettiamo degli sbagli, dall’allenatore ai giocatori. Se uno si mette a infilare tutte le perline, i ragazzi perdono fiducia in loro stessi e non va bene.
Io cerco sì di fargli migliorare dove vedo che devono migliorare, poi devono essere liberi di giocare come sanno, di spingere, di aiutare la squadra. Do delle direttive, dei correttivi, studiamo molto gli avversari e studiamo cosa fare per cercare di creare dei problemi agli avversari.
Ho dei ragazzi splendidi, sono sincero, mi seguono in tutto e per tutto e questa è una grande soddisfazione per ogni allenatore che trova questo tipo di calciatori”.
Dove può ancora dare qualcosa in più la tua squadra, visto che sta facendo molto bene?
“Dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo riuscire a sbagliare un po’ meno passaggi e a cercare di giocare più velocemente, perché solo giocando velocemente riesci a trovare un varco giusto. E oggi l’Athletic chiudeva molto bene sulle fasce e dovevamo stare attenti, perché avevano i due fratelli (Williams, ndr) che hanno una motocicletta al posto delle gambe. Per cui dovevamo aiutare anche i nostri difensori a raddoppiare su di loro, a triplicare, perché questi giocatori sanno andare sia sull'esterno che sull'interno. Dobbiamo migliorare nei piccoli particolari, che è la cosa più difficile. Adesso il grosso lo sappiamo fare, dobbiamo cercare di migliorare le piccole cose che poi fanno veramente grande una squadra”.
Nel grosso ci metto anche fino a qualche settimana fa una piccola contrarietà rovinava la partita. Adesso nonostante uno svantaggio mentre giocate bene o un episodio avverso, scivola tutto via: la squadra attacca, attacca, attacca...
“Questa è la mia filosofia. Alle mie squadre dico sempre che si può vincere e si può perdere, ma si deve lottare fino in fondo. Devi credere in quello che stai facendo: fammi la prestazione e poi accetteremo il risultato. Se gli altri sono stati più bravi o più fortunati… perché poi, come stasera, ci sono degli episodi che ti girano a favore o contro.
Se nel momento delle difficoltà, se quando tutto ti va male, tu abbandoni, poi non ti riprendi più. Se invece insisti e credi sempre in te stesso, alla fine la ruota la giri. E quando tutta la squadra spinge, riesci a fare delle cose che due o tre mesi fa non riuscivi a fare”.