Queste sono state le parole del nostro allenatore.
Come siete riusciti a mascherare la pressione enorme, anche in considerazione della forza degli avversari?
“Quando ci sono queste grandi partite, i grandi giocatori si vedono. Quando dei campioni del mondo, prendono la squadra in mano e caricano tutti i compagni. Dietro siamo stati sempre attenti: avevamo paura delle loro ripartenze, perché sapevamo che avrebbero giocato così.
I ragazzi sono stati bravi, hanno fatto girare palla velocemente come avevo chiesto e poi hanno messo palla dentro: è stata una gran bella vittoria”.
Prima di lei, in campione del mondo (Hummels, ndr) non giocava per scelta tecnica e Angelino, oggi dominatore della fascia, faceva il difensore centrale: non era così semplice mettere tutti al posto giusto.
“Io lavoro per come vedo io il calcio: sono calciatori abituati a giocare in quel settore, per cui mi sembrava normale. Hummels lo stimavo da avversario, quando lo vedevo in Bundesliga, quando lo vedevo con la nazionale tedesca. Giocatore immenso. E poi è di un’intelligenza… Lasciamo stare il calciatore, che lo conoscono tutti: io parlo dell’uomo. Hummels è un punto di riferimento per tutti i compagni.
Gli ho detto: ‘Dovresti restare qua, perché pure se dovessi giocare poco dovrai guidare la squadra, perché come ti alleni te è troppo importante’. Oggi ai ragazzi ho detto: ‘Il corpo è la vostra azienda, mantenetelo bene perché guardate Hummels quanto continua a guadagnare”. Si sono messi tutti a ridere”.
Le ultime due partite di Shomurodov possono cambiare qualcosa sul suo futuro?
"Gli ho detto che resta con noi. Tutti i ragazzi gli vogliono bene e il pubblico lo ama perché dà sempre tutto. Io l'ho avuto a Cagliari e per me è un ragazzo importante. E poi è sempre sorridente. Io mi incavolo spesso con lui e allora gli ho detto: 'Se vai via, con chi mi incavolo? (il mister ride, ndr)".
(Chi parla è Bergomi, talent di Sky Sport, ndr) Sono contento quando un ragazzo come Soulé tira fuori le sue qualità, che avevamo visto l'anno scorso.
"Il ragazzo è valido, io lo ripeto dall'inizio. Gli ho detto: 'Tu devi determinare qualcosa di importante, quando hai la palla al piede mi devo aspettare da te qualcosa di importante: un filtrante, un tiro in porta, qualcosa di bello perché tu hai le qualità per farlo'. Io capisco le difficoltà di quando passi da Frosinone a Roma, senza sminuire Frosinone, che gli ha dato la possibilità di fare il salto di qualità...
Tu sai che su certi campi la cosa più importante sono il carattere, la personalità, il fatto di riuscire a mettersi la maglia di una squadra importante. Ecco, lui sta entrando piano piano in questo meccanismo. Ho molta fiducia in lui. Sono convinto che tutte le qualità, che a Roma non ha ancora espresso, piano piano ce le farà vedere".
Ora vi sentite tra le favorite?
(Ranieri ride, ndr) Sono arrivato e tutti avevano paura della retrocessione, ora ci sentiamo favoriti per l'Europa? Andiamo passo dopo passo, senza promettere nulla. Noi daremo sempre il massimo delle nostre possibilità. Siamo in un momento di crescita e dobbiamo continuare così. Sono contento anche io, perché tutti quelli che entrano danno qualcosa in più. Domenica scorsa è entrato El Shaarawy e oggi lo stavo per far rientrare, ma poi ho deciso di cambiare per metterci a 5 dietro.
Sono tutti ragazzi importanti che, quando entrano, danno sempre tutto quello che hanno. E questo per un allenatore è una grande cosa, perché sai di poter contare su ognuno di loro".
A che punto è la crescita e quando è cominciata, è stata silenziosa o l'ha percepita?
"Silenziosa. Ancora non l'ho capita e la voglio vedere. Dobbiamo continuare così, lavorando con molta umiltà. Quando siamo umili, riusciamo a fare buone cose. Restiamo umili, con i piedi bene piantati a terra".
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