Queste sono state le sue parole in conferenza stampa.
Sono tutti recuperati, a parte Cristante, e Bryan come sta? Poi le chiedo se a Milano può essere più funzionale l’utilizzo di un centrocampista in più e di un trequartista in meno.
“Sapete che decido sempre la sera prima della gara, quindi domani tirerò le somme. Vedremo… Sono sempre convinto che chiunque vada in campo faccia una buona partita, dunque hanno tutti la mia fiducia.
Hanno recuperato tutti. Quanto a Bryan, ho letto che ci sono state delle critiche verso i nostri dottori, ma voglio spezzare una lancia in loro favore: hanno fatto né più né quello che il referto radiologico ci aveva detto. Abbiamo subito rimproverato chi si doveva rimproverare e siamo corsi ai ripari”.
L’allenamento aperto del 1° gennaio al Tre Fontane, con tanti bambini, è una forza in più per la Roma?
“Sicuramente sì. Inutile sottolinearlo, ma i nostri tifosi sono la nostra forza, sono il nostro sangue, sono quelli che ci danno le energie, la voglia di lottare sempre. Sì, siamo professionisti, ma un conto è esserlo con un pubblico che ti sospinge e un conto è esserlo con un pubblico che non ti sospinge.
Ricordo quando ero ragazzo e facevamo le amichevoli vicino a Roma: all’epoca il campo di allenamento si poteva aprire ancora di più, oggi resta tutto più difficile. Per cui, quando mi hanno chiesto della possibilità di far venire i bambini, ho risposto di farli venire il primo dell’anno, per farli innamorare subito della Roma. Questo è stato lo spirito che ha accomunato chi lo ha organizzato e io che ho dato l’ok”.
È più complessa la missione di Fonseca al Milan o la sua alla Roma?
“Gli allenatori, quando prendono una squadra in mano, hanno sempre delle difficoltà e sta poi sta a loro riuscire a gestirle, a superarle. Alcune volte è più facile, altre è più difficile. Dipende sempre sia dalle piazze, sia dall'incontro che si fa con gli addetti ai lavori.
Io sono fortunato perché ho trovato dei giocatori splendidi che si sono messi a disposizione e una società sempre a mia disposizione. So che ho un compito doppiamente gravoso, però lo sto portando avanti con tutto il mio entusiasmo, con tutto il mio amore”.
L’allenatore di oggi e il dirigente del futuro vogliono che Hummels, Paredes e Dybala facciano parte della Roma del prossimo anno?
“Sicuramente sì”.
Ha studiato qualcosa per limitare le giocate di Reijnders?
“Se li contiamo uno per uno, Il Milan ha tutti calciatori fortissimi e particolari. Credo che sia uno sforzo di tutta la squadra, nel momento in cui si perde la palla, quello di essere attentissimi. Il Milan è una squadra che, sul proprio campo, mi pare che abbia la difesa meno battuta dopo il Bologna, mentre noi siamo una delle squadre che segna meno in trasferta. Per cui dobbiamo fare una super partita”.
Come si deve approcciare la Roma alle sfide con Milan e Lazio? Che carica in più sta dando ai calciatori?
“Cerco di dare tranquillità, serenità, poi in allenamento cerco di mettere tutto me stesso: voglio sempre il massimo da ognuno di loro e non sono mai contento.
Questa partita con il Milan si carica da sola, perché tutti vorrebbero giocare a San Siro contro il Milan. Sono convinto che faremo una buona gara. È importante dare tutto fino all'ultimo secondo, e poi vediamo il risultato, vediamo quelle opportunità che avremo loro e quelle che avremo noi. I piccoli particolari alcune volte fanno i risultati. Noi dovremo stare attenti a questi piccoli particolari”.
A che punto è la scelta dell'amministratore delegato? Lei è coinvolto?
“Non sono coinvolto, io sono coinvolto solo sull'aspetto tecnico della società sportiva. Non entro in questi meandri. Queste sono cose delicate, che spettano giustamente alla società”.
Qual è la sua posizione e quella del club su Pellegrini in vista del mercato di gennaio? È sul mercato o non si muove?
“Il giocatore gode di tutta la mia fiducia, perciò se verranno delle offerte le valuteremo come tutte le altre, per tutti gli altri, né più né meno. Io mi auguro che Lorenzo possa restare qui con noi, però deve essere contento anche lui. Questa è la cosa più importante”.
Io avrei aggiunto Svilar a Hummels, Paredes e Dybala. Lei gli chiede di iniziare le azioni offensive? E a chi possiamo paragonarlo?
“Lasciamo stare i paragoni tra portieri. Da quando sono arrivato io, sta facendo veramente molto, ma molto bene. Lui sa che può iniziare l’azione da dietro, ma anche rinviare velocemente lungo.
Una volta che sono tutti catechizzati, lascio i giocatori liberi, perché poi in campo ci stanno loro. Noi allenatori possiamo urlare, ma tante volte tu gridi al tuo giocatore che ti sta a due metri e non ti sente assolutamente.
Per cui uno cerca di dare delle nozioni, ma poi sta a loro giocare in base alla loro esperienza e a quello che sentono in quel momento. E poi il portiere è quello che più di tutti ha in mano l’andamento della gara, e quindi sa quando può accelerare o rallentare l’inizio dell’azione”.
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