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L'intervista a Ranieri dopo la qualificazione ai quarti di Coppa Italia


Dopo il 4-1 della Roma alla Samp, mister Ranieri è stato intervistato dallo Studio Mediaset.

Queste sono state le parole del nostro tecnico.


Che peso specifico ha questa vittoria, rispetto al valore dell'avversario e al momento attuale della Roma?

"Sicuramente non stiamo attraversando un buon periodo, altrimenti non mi avrebbero chiamato. Dovevamo rispondere dopo il passo falso del secondo tempo con il Como e i ragazzi hanno fatto una prestazione di determinazione, di voglia di vincere, di lottare su ogni palla, che poi è quello che chiedo sempre alle mie squadre. Loro la qualità ce l'hanno, ma se gli altri mettono cuore, determinazione, grinta, con la qualità da sola nel calcio non fai grandi cose: devono esserci qualità, ma anche senso di appartenenza e cattiveria agonistica, perché il Como ci ha messo sotto in quell'aspetto. 

Ai ragazzi ho detto: 'Avete corso più contro il Como che nelle altre partite, alzando la nostra media. Significa - ho spiegato - che non avete giocato da squadra, che non avete corso da squadra e avete fatto una pessima figura".

Si aspettava l'affermazione di Dovbyk: è sbocciato?

"Io me lo auguro. Non si sta allenando ancora come dovrebbe. Ma non perché non vuole lui, ma per mille problemini: o è l'influenza, o è il ginocchio o è qualcos'altro. Purtroppo è una struttura importante e ha bisogno di allenamento, ma certamente i gol ti aiutano ad allenarti meglio, ad avere più fiducia. Torna un po' di autostima, e questo è importante per lui come per la squadra".

(La domanda è di Christian Panucci, talent di Mediaset) Non è meglio pensare adesso ai problemi della squadra, piuttosto che parlare del nuovo allenatore?

"Hai ragione, ma i media devono chiedere (il mister sorride, ndr), devono creare atmosfera, interesse... Per cui, più se ne parla e meglio è. E noi rispondiamo. Scherzando, l'altro giorno ho detto: 'Ma perché, io non sono buono?'. Noi siamo concentrati su questo campionato, che è la cosa più importante. Anche perché se la Roma non si riprende, non puoi andare dai top manager. 

Per cui, pensiamo a fare bene quest'anno, fino a marzo, aprile, e poi vediamo che succede, vediamo chi possiamo portare a Roma, perché Roma non è una piazza per tutti. Abbiamo bisogno di un allenatore che sappia vivere queste emozioni, questa intensità, questa determinazione e le attese di una piazza importante".

Cosa deve fare un terzo allenatore come lei per mettere a posto le cose? 

"Quello che ho sempre fatto nella mia carriera: allenare e pensare a lavorare, perché solo con il lavoro si risolvono le problematiche di una squadra. Ho la fortuna di avere una squadra con grossa qualità. Sono molto seri in allenamento e io credo molto che giochi come ti alleni. Dobbiamo insistere su questo tasto, perché ci che una grande squadra sbagli l'inizio di campionato, ma, come dico sempre, i cavalli si vedono all'arrivo".

 A oggi, cosa c'è di positivo su cui stai continuando a battere e cosa c'è di negativo che non riesci ancora a cambiare?

"Per quanto riguarda la positività, il loro approccio con me. Ho detto loro: 'Aiutatemi, perché non posso conoscere 27 giocatori dall'oggi al domani, mentre voi dove conoscere una sola persona: me'. Io credo molto nel feeling che si instaura tra allenatore e giocatore. Io sono uno che chiede sempre il massimo e loro mi stanno dando il massimo. 

La delusione è stata il secondo tempo con il Como, perché da quando sono subentrato, anche se abbiamo perso - con il Napoli, con l'Atalanta - la squadra ha sempre trasmesso determinazione, voglia di voler fare il risultato a prescindere se lo abbiamo fatto o meno: la squadra mi era sempre piaciuta peri intensità e determinazione. Con il Como, il secondo tempo mi ha sorpreso: non me lo aspettavo. Per cui, voglio sperare che quello sia stato solo un incidente di percorso. 

Adesso già stiamo pensando al Parma, una squadra con un attacco devastante, perché hanno qualità. Per cui dobbiamo essere molto concentrati".

Potrebbe puntare su Dybala?

"Io ci punto sempre".