Mentre gli 883 diventano un fenomeno musicale nazionale con “Hanno ucciso l’uomo ragno” e “Nord sud ovest est”, e al cinema nelle sale italiane escono capolavori come “Schindler’s List”, “America oggi”, “Lezioni di piano”, la Roma vive due annate di ricostruzione. È la fase di passaggio tra Giuseppe Ciarrapico e Franco Sensi, che rileva il club con Pietro Mezzaroma, salvo poi diventare – Sensi, appunto – l’unico proprietario qualche tempo dopo.
In panchina si avvicendano due personaggi simbolo della Serie A di quegli anni. Vujadin Boskov e Carlo Mazzone. Il primo, aveva compiuto il miracolo dello scudetto con la Sampdoria due anni prima, facendo un capolavoro. L’altro, aveva conquistato varie provincie italiane e finalmente coronato il sogno di allenare la squadra del suo cuore e nella quale aveva esordito da calciatore, la Roma.
Giuseppe Giannini è nel suo “prime”: numero 10 e capitano, bellissimo con i capelli lunghi al vento e tanto romanismo dentro. E, intanto, si fa strada un ragazzo – non ancora di 17 anni – che esordisce a Brescia in un assolato pomeriggio di marzo, tal Francesco Totti.
A distanza di circa 30 anni, torniamo a vivere quei tempi così lontani, ma anche vicini, con la linea “AS Roma Bring Back collection”: tra i vari articoli, troviamo la tuta che indossavano gli allenatori, ma anche la prima maglia da gioco.
Ripercorriamo in ordine cronologico 5 partite storiche tra il 1992 e il 1994, vissute con quella maglia tutta rossa, con qualche inserto giallo e le tre strisce adidas sulle spalle.
Stadio Olimpico, semifinale di andata di Coppa Italia. La Roma di Boskov affronta il Milan degli invincibili, guidato da Capello. I rossoneri non perdono da 11 mesi in tutte le competizioni.
La squadra giallorossa, invece, vive una stagione di alti e bassi e su questa sfida il pronostico sembra abbastanza sbilanciato dalla parte dei rossoneri. Ma nel calcio, si sa, nulla è scontato. E la Roma riesce a sovvertire ogni aspettativa. Muzzi di testa e Caniggia con un colpo sotto (dopo una corsa entusiasmante verso la porta) battono il portiere milanista Cudicini due volte, fissando il risultato sul 2-0.
Un buon margine in vista del ritorno. Al “Mezza”, poi, ci penserà Giovanni Cervone parando un rigore decisivo. E Alberto Mandolesi, in una radiocronaca storica, dirà: “Dio c’è”.
Venticinquesima giornata di campionato. È la partita che precede la semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Milan. La Roma di Boskov si trova a pochi chilometri dal capoluogo milanese, precisamente al “Rigamonti” di Brescia.
La Roma di capitan Giannini riesce a fare suo l’incontro nel primo tempo, nel giro di quattro minuti: con un gol di Caniggia di testa e una punizione magica di Mihajlovic. Entrambi segnati sotto il settore dei tifosi giallorossi, dove si leggono gli striscioni “Vecchio Cucs” e “Fedayn”.
Citando, inoltre, un commento del giorno del radiocronista Mandolesi, al 43’ della ripresa accade “un fatto storico”. “È uscito Rizzitelli, ha lasciato il posto al giovane Francesco Totti, che quindi conosce il giorno dell’esordio in una giornata di gloria romanista, una vittoria fuori casa, almeno così dovrebbe essere a pochi minuti dalla fine (…)”.
Stadio Olimpico, finale di ritorno di Coppa Italia. La Roma ospita il Torino in casa sua dopo aver perso la gara di andata per 3-0 al Delle Alpi. Sembra una scalata impossibile verso la conquista del titolo, tra tante difficoltà di formazione, avendo anche tra i pali il giovane (terzo) portiere Patrizio Fimiani, data l’indisponibilità contemporanea di Cervone e Zinetti.
E invece, “la Roma è magica”, come si scrive sui banchi di scuola in quel periodo. Riesce ad arrivare a pochi centimetri dalla clamorosa rimonta, vincendo la partita 5-2, con tre gol di Giannini, Rizzitelli e Mihajlovic. Un palo del “Principe” verso la fine poteva sancire il definitivo sorpasso. Ma non va così. La Coppa Italia non viene dalla parte nostra, ma la storia è stata comunque scritta. “L’onore va alla Roma, che non ha mai considerato chiusa questa partita”, dice Bruno Longhi in telecronaca.
È un esordio e un battesimo per tanti, questo Roma-Juventus allo stadio Olimpico, valido per la seconda giornata di campionato.
La nuova Roma di Carlo Mazzone non ha cominciato bene il suo percorso in Serie A, perdendo 2-0 in trasferta con il Genoa alla prima giornata. Ma il debutto tra le mura amiche è sempre una cosa diversa. È la prima volta di Mazzone su quella panchina, davanti alla sua gente. È la prima volta di Abel Balbo nella sua nuova casa, con la maglia numero 9 sulle spalle.
È lui il bomber su cui si poggiano tante speranze. Davanti, poi, c’è la Juventus di Trapattoni e Baggio, che è ovviamente un’avversaria difficile da affrontare. Stavolta passa la Roma. Passa 2-1. Un gol lo segna proprio Balbo (l’altro è di Muzzi). Mazzone vince la prima partita da allenatore giallorosso. Sono i primi due punti del campionato 1993-94.
Ultima giornata di campionato. Non si tratta di una semplice passerella di fine stagione, in ballo c’è molto di più. La Roma, dopo il pareggio liberatorio di Foggia firmato da Giuseppe Giannini, che aveva allontanato quasi drasticamente ogni spettro di retrocessione, nelle cinque partite successive aveva raccolto quattro vittorie e un 2-2 incoraggiante in casa dell’Inter. E può giocarsi l’ingresso in Coppa UEFA. A patto di vincere e che si incastrino altri risultati (oppure, che il Parma vinca la Coppa delle Coppe in finale con l’Arsenal).
La squadra di Mazzone segna un gol per tempo. Nella prima frazione con Balbo, con un gol dei suoi di opportunismo sottomisura, a battere Giovanni Galli. Nella ripresa, poi, è Cappioli a mettere al sicuro il risultato con la rete del definitivo 2-0. Ultima vittoria giallorossa ottenuta con 2 punti. Che però non servirà per l’Europa.
Una partita in più. 5 + 1. Se non altro, perché la nuova linea “Bring back collection” esce nel giorno in cui nel 1992 venne disputata Roma-Ancona. Proprio il 22 novembre.
Vittoria in rimonta della squadra di Boskov con i gol di Antonio Comi e Andrea Carnevale, entrambi sotto curva Nord. Quello di Comi, in particolare, da raccontare: sforbiciata al volo di destro e palla in rete alle spalle di Micillo. La rete significa il momentaneo 1-1. Ci pensa poi Carnevale a completare la rimonta al 90’, risolvendo al meglio una mischia in area di rigore. Quel giorno sulle tribune tanti ragazzi delle scuole calcio della Capitale, a vedere la Roma.
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