Queste sono state le sue parole.
Partita a sprazzi intensa, fisica. Dal punto di vista della Roma, eccellente prestazione difensiva ma è mancata un po’ la proposta offensiva: cosa aggiungiamo?
“Per noi era importante fare una partita concreta. La squadra è rimasta compatta dopo averlo cercato a Cagliari, averlo bene o male ottenuto e averlo perso soprattutto nel primo tempo contro l’Empoli. Questo è un periodo abbastanza pieno di pressioni per noi, ed era importantissimo fare una bella prestazione, e lo era anche uscire da qui con qualche punto, visto che in queste due settimane potremo lavorare. Non con molti giocatori, ma con più serenità.
E ora che è finito il mercato sappiamo chi saremo quest’anno. Quello che abbiamo visto stasera è un buon punto di partenza. Non è stata una partita bellissima, avremmo potuto fare molto meglio con la palla, però di fronte avevamo un avversario molto forte: nel secondo tempo sono entrati dei giocatori incredibili. I miei ragazzi sono stati veramente bravi”.
Come si migliora la comunicazione tra Dovbyk e la squadra? Faticano a trovarsi.
“No, non faticano a trovarsi: Dovbyk fa paura a tutti. Lo conoscono… Thiago Motta, che è un allenatore fortissimo, gli ha lasciato Bremer e Gatti per tutta la partita, e questo ci ha permesso di essere un po’ più liberi sui quinti. Però con i nostri quinti siamo stati meno pericolosi di quanto avremmo voluto esserlo se ci avessero lasciato uomo a uomo, come ci è successo in qualche occasione a inizio campionato.
Motta l’ha preparata bene, gli ha messo addosso questi due difensori molto forti e molto fisici. Non è quindi una questione di comunicazione o di prestazione incolore: si è dato da fare, ha lottato con la squadra. Adesso arriveranno tanti gol, sono sicuro”.
Hai detto che fra poco tempo la Roma lotterà per lo Scudetto: sei convinto di questo?
“Dipende che intendiamo per poco tempo. Non intendevo in questa stagione. Era riferito di più al mercato: sono stati inseriti giocatori molto buoni e non se ne possono inserire 15 in un anno.
Continuando a fare queste finestre di mercato così positive, inserendo gente con fame, con gamba e con qualità, secondo me la Roma non ha una forbice così grande dalle squadre più forti. Perché ad oggi ci sono squadre molto più forti di noi. Quindi, sì, ne sono convinto”.
Quanto tempo ci vorrà per vedere personalità e da chi ti aspetti che trasmetta questo agli altri?
“Hai colto una sfumatura importante. Con l'Empoli – in una partita descritta come negativa - abbiamo fatto i primi otto, nove minuti molto bene nella metà campo loro. Poi ci hanno fatto un contropiede e uno schema bello su calcio d’angolo: abbiamo rischiato di prendere gol, ci siamo impauriti ed è diventato un primo tempo brutto, lungo, lento. Uguale oggi: eravamo partiti molto bene, poi forse la forza degli avversari ci ha messo un po’ paura.
Dovremo lavorare su quelli che sono i nostri concetti. Se c’è uno spazio tra due giocatori, dobbiamo andarci sia se ci fanno 10 tiri in porta, sia se non la prendono mai. Dovremo mettere le nostre letture di calcio di fronte alla paura.
Non possiamo prenderci degli spazi di timore, perché il calcio è sempre lo stesso, gli avversari sono quelli. In questi momenti, nei quali ci tiriamo un po’ indietro e ci mettiamo paura, bisogna anche analizzare che al 94' Shomurodov pressava il portiere. Siamo andati nella loro area a pressarli. Quindi, spirito eccezionale. Bisogna mantenere la barra dritta quando sembra che stiamo soffrendo, perché poi la nostra paura ci fa soffrire ancora di più”.
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