Forse, la cosa buona che porta a casa è che la Roma non molla mai. O c’è poco da salvare?
“C’è stata una reazione alla fine, dopo l’episodio del rigore. Però, dovremmo reagire prima. Fermo restando che loro sono forti, vanno al doppio della velocità di tante squadre in Italia e forse anche in Europa.
Ma le reazioni mentali esistono nel calcio, e a volte quella spinta la dobbiamo trovare e a riuscire a vincere qualche duello in più, a fare qualche giocata giusta in più, perché non possiamo aspettare un rigore per riaprire una partita.
Dopo il primo gol ci siamo sciolti, ne abbiamo preso poi subito un altro. Io lo so che non è facile giocare contro queste squadre qui, in questo stadio, in questo nostro momento, ma abbiamo rischiato di prendere tanti gol, e non va bene”.
A volte l’abbiamo sentita chiedere alla squadra di non mandare indietro la palla: è mancato un po’ di coraggio?
“Non è una questione di coraggio o di andare all’indietro. Contro l’Atalanta, che ti viene a prendere forte, avevamo preparato una partita più diretta di questa. Sapevamo che saremmo rimasti uomo contro uomo con Romelu e Hien e tenevamo palla con il portiere perché sapevamo che li avremmo aperti un po’.
Quando poi c’è da giocare in verticale, saremmo dovuti andare a sostegno di Romelu, e c’è riuscito forse poche volte nel primo tempo. Quindi, la decisione di mettere dentro un altro attaccante è legata al fatto che pensavo che, con un altro punto di riferimento davanti, potevamo arrivarci meglio”.
Con i due attaccanti vicini, siete andati più diretti ed è venuta fuori la Roma. Si pensava a una Roma stanca, invece la squadra nel finale ha cambiato passo.
“Secondo me, il cambio di passo è stato mentale. Abbiamo visto lo spiraglio per riaprirla, nonostante non lo meritassimo, e abbiamo fatto meglio nell’ultima mezz’ora: abbiamo avuto qualche occasione. Fermo restando che poi anche loro venivano giù e di occasioni ne hanno avuto parecchie.
Il discorso di giocare in verticale è che l’avevamo preparata solo così. Il possesso palla, che a me piace, è fine a sé stesso se giochi contro una squadra che ti viene a portare dentro. Quindi, gestisci la palla per farli venire fuori – e loro lo fanno già da soli – e poi vai in verticale.
Purtroppo, quando vai in verticale devi riuscire a tenerla, a risalire, ad andare in profondità, e noi non siamo una squadra con grande profondità”.
Credo che la differenza l’abbia fatta la forma fisica, nei duelli arrivate sempre secondi. La cosa buona è la reazione. Ora, vi serve molto riposo e poi magari riuscirai a lavorare con le tue idee, visto che, giocando sempre ogni due giorni, non sei riuscito a farlo.
“Dobbiamo ritrovare queste energie, perché le abbiamo perse. Mancano due partite importanti, dobbiamo arrivare sesti per forza, il gruppo se lo merita per quello che ha fatto. È ovvio che non meritiamo di arrivare davanti a questa Atalanta, se è in queste condizioni. E per arrivare a giocarsela, questo ultimo ciclo di partite è stato davvero un ostacolo, una sfida tosta per i ragazzi.
Ci riposeremo e ricostruiremo qualcosa di più pronto per fare calcio a questo livello, perché le squadre forti giocano ogni tre giorni: l’Atalanta gioca ogni tre giorni. Non è che noi giochiamo e gli altri si riposano. Soprattutto stasera, non possiamo aggrapparci alla stanchezza. Dobbiamo essere pronti, perché loro vanno al doppio, e non solo di noi. Ma se vogliamo raggiungerli, dobbiamo essere più pronti”.
La scelta iniziale è stata di giocare con tre centrali: perché tornare ogni tanto a questa conformazione tattica, forse per la ricerca di una comfort zone?
“Ma neanche troppo. Era legato al fatto che pensavo che così fosse più semplice andarli a prendere, perché loro giocavano a specchio. I primi venti minuti del secondo tempo eravamo con due punte, ma la partita era molto simile a quella che avevamo visto nel primo tempo.
La reazione non è dipesa da un discorso tattico, ma perché ci è capitato un rigore abbastanza casuale e ci ha svegliato un po’, ci ha fatto credere di più in qualcosa. Io non ne faccio un discorso di difesa a 3 o a 4: abbiamo fatto delle partite non buone con la difesa a 4 e alcune buone con la difesa a 3. Che poi, difesa a 3…: abbiamo messo un terzino a fare il terzo centrale, e quando costruiamo, ogni tanto, saliamo su con i quattro. Mi sembra che la partita di oggi abbia detto tante cose, ma poco dal punto di vista tattico”.
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