Queste sono state le parole del nostro tecnico.
Un mix di sentimenti: delusione, ma anche orgoglio, perché una delle squadre più forti d’Europa ha tremato fino all’82’.
“Abbiamo fatto una partita eroica da quel punto di vista. Sono forti. Abbiamo fatto i primi 20/25 minuti del primo tempo molto bene, come a Roma. Abbiamo tirato un po’ poco: abbiamo questo vizio di provare poco la conclusione verso la porta, che a volte può fare la differenza.
Ma i ragazzi hanno fatto una partita veramente incredibile: due giorni fa eravamo dentro lo stadio contro la Juve a dare tutto, a spingere fino all’ultimo secondo, e stasera abbiamo fatto un’altra partita di incredibile sforzo fisico e mentale.
Ovviamente, il Leverkusen ha giocato bene, ha tirato tante volte in porta, non stiamo parlando di quello. Ma quando la riprendi, sfiori il miracolo, sapendo che contro di loro non ha vinto nessuno, e poi riapri la partita con un gol davvero sfortunato, ti fa male. Ma si riparte da questo spirito qua: abbiamo altre partite importanti, bisogna recuperare e andare a fare le ultime tre fatiche”.
Che conclusioni trae in vista della trasferta a Bergamo, dal punto di vista fisico? Dal punto di vista dell’orgoglio, non ci sono dubbi.
“L’orgoglio ti porta fino a un certo punto. Abbiamo perso un altro giocatore (Spinazzola, ndr), tanti giocatori sono stanchi da tempo. Ma dobbiamo essere pronti. Sicuramente, avremo due umori diversi, noi e l’Atalanta, però partite così si giocano sul campo.
Anche oggi, loro erano strasicuri, avevano parlato parecchio prima della gara, e poi alla fine era cambiato tutto… Quindi, dobbiamo essere pronti a fare un’altra partita difficilissima, perché l’Atalanta, che è andata in finale, non la scopriamo oggi, e dovremo farci trovare pronti.
Sappiamo che è un momento tosto: da quando siamo arrivati, sapevamo che saremmo stati con l’acqua alla gola fino alla fine e io non posso dire niente alla squadra”.
Il momento di sofferenza maggiore è stato dopo l’infortunio di Spinazzola: Zalewski è entrato ma non è riuscito a prendere le misure a Frimpong. Poi hai invertito le fasce, con El Shaarawy e la squadra ha ripreso compattezza. Potevi prevederlo o ti sei reso conto con l’andare dei minuti che la situazione a sinistra era difficoltosa?
“Quella fascia, quell’interscambio tra Spinazzola e Angelino, era un po’ la parte principale della nostra preparazione alla gara. Avevamo messo due attaccanti di peso, più Bryan che si inseriva, proprio per sfruttare i cross, perché avevamo visto che loro, nonostante fossero molto alti, facevano molta confusione in area nelle marcature. Abbiamo preso molto vigore in questo modo. Potevamo farlo molto di più.
Poi, dal nulla si è stirato un giocatore (Spinazzola, ndr) e Nicola, che è entrato, si è scaldato venti secondi: ci sta di soffrire, all’inizio. Ho ricambiato le fasce un po’ per quello e un po’ perché Zalewski era stato ammonito, e Frimpong è uno che ti punta sempre: non volevo esporlo a un secondo cartellino”.
Cosa ha imparato in questo percorso europeo? E come sta Dybala?
“In ogni partita imparo qualcosa. È un’esperienza nuova: l’anno scorso di questi tempi ero stato appena esonerato in Serie B. Abbiamo fatto un percorso – abbiamo raggiunto una semifinale europea - che, se non sbaglio, nella storia della Roma sarà riuscito a quattro o cinque allenatori: Mourinho, Di Francesco, Fonseca, Liedholm ovviamente, e Ottavio Bianchi.
Mi sento orgoglioso di questo, perché abbiamo fatto quattro semifinali: abbiamo giocato contro quattro squadre che potevano stare tranquillamente qui, in semifinale. E di questo io devo ringraziare i ragazzi.
Ho imparato, perché il mio lavoro non si limita ai 90 minuti, o a raggiungere una semifinale e godersela: il mio lavoro consiste nell’analizzare perché non siamo andati in finale. Penso che abbiamo affrontato una squadra più forte di noi. Ho sempre detto: diamo tutto, facciamo tutto quello che si può fare dentro il campo e fuori per metterli in difficoltà, poi se l’avversario è più bravo, gli stringiamo la mano. E bisogna stringerli la mano, perché, secondo me, a oggi il Bayer è più forte di noi.
Quanto a Dybala, Paulo ha dato grande disponibilità, è ancora dentro lo spogliatoio con il ghiaccio, anche se non ha giocato. Ieri, dopo 10 minuti di allenamento, ha sentito di nuovo fastidio. Abbiamo scongiurato ogni grave infortunio. L’abbiamo portato pensando che, se fossimo stati sull’1-0, negli ultimi dieci minuti l’avremmo buttato dentro per provare a fargli tirare fuori una delle sue magie. Poi, la partita è andata diversamente.
Avrei atteso magari i supplementari per farlo entrare, per non fargli fare troppi minuti”.
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