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    Mourinho: “Siamo tosti, non sarà facile per nessuno”


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Atalanta, gara numero 19 di Serie A.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.


    Chi potrà recuperare per questa gara? E cosa ci può dire di Huijsen?

    “Giocatori recuperati? Nessuno. Si può dire che Mancini sia disponibile per giocare? Penso di sì. Ma dire che è recuperato no, perché non è recuperato.

    Tutti gli altri - già lo sappiamo - sono infortuni a lungo termine: Smalling, Tammy... Si è infortunato anche Renato. Niente, non ci sono altri che recuperano. 

    La partita è ovviamente di alto livello, l’avversario è di alto livello: grande squadra, con tanti giocatori bravi. Partita difficile, come tutte le precedenti: abbiamo avuto Napoli, Juventus, avremo la Lazio alla prossima, poi il Milan. In questo momento il livello dell’avversario è questo, non si abbassa mai.

    Di Huijsen sappiamo tutti quello che è. Un ragazzo di 18 anni, che ha 10 minuti di Serie A, però è uno dei prospetti con maggiore qualità nel calcio europeo a questa età. Sarà in futuro un grandissimo calciatore. 

    Nella nostra situazione, che è difficile a tutti i livelli, difficile perché non abbiamo giocatori disponibili e per la situazione del FFP che crea una limitazione incredibile, questa è stata la soluzione trovata per potere aiutare noi e ovviamente per noi per aiutare lui a crescere, perché non è un giocatore nostro, è della Juventus".

    Arriva l’Atalanta, sarà un avversario di alto livello, duro.

    “Ha tutto, qualità, esperienza, opzioni, ha da tanti anni lo stesso allenatore, seguendo una stessa filosofia, uno stesso modo di giocare. È tutto molto empatico.

    È una squadra che gioca a occhi chiusi, che capisce l’allenatore a occhi chiusi, che hanno interpreti ideali per quel modo di giocare, è una squadra molto difficile. Due anni fa abbiamo vinto, lo scorso anno abbiamo perso, ma in casa abbiamo fatto una delle partite più belle all’Olimpico per vincere, anche se abbiamo perso.

    Sappiamo che con loro sarà sempre complicato, però noi siamo questi, siamo tosti, non siamo facili per nessun avversario. Troviamo sempre forza nelle nostre difficoltà e sicuramente loro sapranno che non sarà per niente facile”.

    Vorrei chiederle una valutazione di questi due anni e mezzo insieme al General Manager, Tiago Pinto: è stato ufficializzato il suo addio al termine del mercato. Inoltre, le vorrei chiedere se il prossimo direttore sportivo dovrebbe essere preso in base alle caratteristiche di quello che sarà il tecnico della Roma nei prossimi anni.

    “Un allenatore che fa delle considerazioni su un direttore: non è da me. Io sono sempre molto rispettoso delle gerarchie. Io sono qui, il direttore è qui, la proprietà è là. Anche se ho tanti anni di esperienza, non sono nessuno per fare dei commenti sul lavoro di un superiore. Non sono capace di farli.

    Sono capace, sì, di dire che mi auguro per lui il meglio. Lui lo sa, perché siamo amici. Lui lo sa che gli auguro il meglio. È stata una decisione sua, che si deve rispettare. Ovunque sarò io e ovunque sarà lui, sarò sempre lì a tifare perché gli vada tutto per il meglio. Ma valutare non è corretto: è lui che deve valutare me, non io lui.

    Per il futuro è la stessa situazione. Il direttore è qua, la proprietà è là: non è l’allenatore che è qui a dover fare qualche tipo di commento. 

    Se questa domanda è fatta internamente, nella nostra intimità, e c’è fiducia nella mia interpretazione, nella mia esperienza, ovviamente internamente siamo una famiglia e tutti parliamo e tutti diamo un’opinione.

    Però, pubblicamente mi rifiuto totalmente di entrare in un campo che non è il mio: (il mister indica una piramide, ndr) allenatore, direttore e proprietà. Io rimango qua e di qua non esco”.

    Tu in queste settimane hai detto nel modo più chiaro possibile quale vorresti che fosse il tuo futuro: a te andrebbe benissimo rimanere alla Roma. E hai detto nelle ultime settimane che, pur non parlando mai di contratto, hai contatti costanti con la proprietà. Ti sei fatto delle domande sul perché il tuo contratto non viene rinnovato? Io ho fatto tre possibili domande e mi sono dato altrettante risposte. La prima: sono diventati improvvisamente esperti di calcio e preferiscono un altro stile, tipo come gioca Zeman o come l’Olanda del ’74 o Vittorio Pozzo. La seconda: ci aspettavamo di più. La terza: può essere che si consiglino con qualcuno e questa persona gli dice di aspettare, di prendere tempo. Queste tre risposte possono essere vere tutte allo stesso modo o ce n’è una che vale più dell’altra?

    “La valutazione è tua, l’interpretazione è tua, sei un giornalista, lo devi fare, lo devi scrivere, se vuoi. Non voglio entrare in questo campo qua. Non voglio”.

    Qualche domanda te la sei fatta?

    “A me stesso? Sì, certo”.

    E ti sei dato qualche risposta?

    “A me stesso? Obiettiva, chiara, al cento per cento no”.

    Su Huijsen, quando sarà a disposizione? E, a proposito della considerazione che faceva sul ragazzo, c’era anche un pensiero sul futuro, se è possibile acquistarlo in estate? Infine, un punto su Smalling: può tornare a breve o siamo lontani?

    “L’aggiornamento su Smalling non c’è. Non spero di vederlo allenarsi con me nemmeno a gennaio. Se succede che si allenerà con me a gennaio, sarà stata una sorpresa positiva. In questo momento, non penso neanche a Smalling. Penso a Mancini che gioca o non gioca, che gioca oggi o non gioca domani, che si fa male, che non deve giocare o non si deve allenare per una settimana, per due… è questo tipo di calciatori che adesso sono nei miei pensieri.

    Paredes può giocare domani? Non lo so. Ha preso una botta incredibile con la Cremonese, non si è allenato, avevamo anche paura di una frattura. Non c’è frattura, ha fatto tutti gli esami. Se può giocare domani, non lo so. Questo è il tipo di giocatori che ci preoccupano: non è Tammy, non è Smalling, non sono questi giocatori ai quali penso io.

    E Huijsen? 

    “Dal punto di vista legale è disponibile per giocare. È arrivato ieri sera all’albergo, si è allenato un’oretta oggi con la squadra, ha fatto con me una riunione diciamo di introduzione per cercare un po’ di entrare nella nostra dinamica, nella nostra filosofia.

    Se mi fai la domanda se è pronto per giocare, se deve giocare, gioca. Anche perché lui è un ragazzo con grande fiducia in se stesso, con grande autostima. Non ha esperienza in Serie A, ma ha questa fiducia tipica dei giocatori che hanno un potenziale.

    Per lui, giocare la prima partita con la Roma sarà praticamente un debutto in Serie A, perché quei 10 minuti con il Milan sono stati poca cosa.

    Di difensori centrali per domani abbiamo Llorente, Mancini e Huijsen. Poi tutto quello che possiamo avere da Bryan, da Celik, da Kristensen: sono tutti giocatori adattati, no?”.

    Al di là della difesa, c’è emergenza anche a centrocampo, senza Sanches, Aouar, con Paredes non al meglio, Pellegrini in che condizione è? I tre centrocampisti a disposizione, compreso Cristante che oscilla anche con la difesa, sono pronti per giocare le prossime tre gare così intense?

    “Guarda, Angelo (Mangiante, ndr) sa che ho un grande rapporto con il tennis. Una volta parlavo con uno dei più grandi della storia - stiamo parliamo di uno dei tre più grandi - e lui mi diceva che sono poche le partite della stagione in cui lui gioca al 100%, senza un piccolo dolore, senza una piccola cosa. Sono pochissime. E stiamo parlando di uno dei più grandi. 

    Ieri parlavo con un altro, che non è tra i più grandi ma è un bravo giocatore di tennis, e lui mi diceva che la stanchezza è solo mentale, non è fisica. Però, è anche fisica: è dura. Se tu dici ai tuoi centrocampisti che devono fare 90 minuti con l’Atalanta, 90 o 120 con la Lazio, 90 contro il Milan… Per fortuna dopo il Milan c’è una settimana vuota in cui si può recuperare, ma possiamo tutti pensare che questa accumulo di partite è molto difficile. Lì davanti in questo momento abbiamo Lukaku, Belotti, e ancora Azmoun per altre due partite, Dybala, El Shaarawy: lì davanti abbiamo queste possibilità.

    A centrocampo e in difesa siamo in difficoltà, la Coppa d’Africa ci ha complicato un po’ la vita, ci obbliga a fare tante cose. Abbiamo questo infortunio interminabile di Smalling. Dal punto di vista personale, quasi ti dico che mi rovina la stagione: non un periodo, ma la stagione. 

    Anche il fatto che Renato praticamente non sia mai stato disponibile per noi, è una situazione difficile. Perché per l’infortunio oggi di Lorenzo, o di Dybala domani, ok, ci mancano sempre, ma poi tornano sempre, dopo due o tre settimane. 

    La verità è che, a partire dalla situazione di Smalling, per finire a questa della Coppa d’Africa, la situazione è difficile per noi. L’Atalanta ha Lookman in Coppa d’Africa, ma nel reparto hanno anche Scamacca, De Keteleare, Pasalic, Muriel, Miranchuk. Per noi è una situazione diversa.

    Però, come dicevo io, andiamo partita dopo partita: andiamo con tutto quello che abbiamo noi, dal punto di vista della disponibilità fisica. In questo caso, giochiamo con lo stadio di casa che spinge ed è sempre qui. 

    Andiamo con tutto, è una partita dura per noi, è stata una settimana dura per noi, ma allo stesso modo non sarà una partita per l’Atalanta, non lo sarà per la Lazio, non lo sarà per il Milan. Perché noi non siamo facili per nessuno”.