Serie A, Domenica, 15 DIC, 18:00 CET
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    Mourinho: "Servirà personalità per affrontare al meglio la Juventus"


    José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Roma, giornata numero 18 di Serie A.

    Ecco le parole del tecnico giallorosso.

    Come arriva la squadra a questa gara così importante? Come sta Mancini? E Dybala, che ha sostenuto tre allenamenti in gruppo negli ultimi giorni? Possono bastare per una maglia da titolare?

    “La risposta sul fatto che possa essere titolare o no, non te la do. La conferenza stampa alle 10:30 prima dell’allenamento è anche una protezione, però la sensazione è che Paulo sarà disponibile. Poi, che giochi, che vada in panchina, che sia titolare, questo, al di là del fatto che non te lo voglio dire, la verità è che non ho ancora deciso, perché mi manca ancora di parlare anche con lui, delle sue sensazioni.

    Però se tutto va normale nell’allenamento, viaggia e sarà disponibile per giocare. Mancini è nella stessa situazione della settimana scorsa, con la sensazione che lui conosce già: giocare senza allenarsi. Ha fatto molto bene con il Napoli. Domani giocherà, non c’è dubbio. Giocheranno lui, Llorente e Ndicka. Il Mancio sa che è molto importante per noi”.

    Come valuta il percorso della Juventus di Allegri? E quanto è cambiata rispetto allo scorso anno?

    “La Juve è la Juve e Allegri è sempre Allegri. Sappiamo sempre cosa aspettarci dalla squadra e sappiamo cosa aspettarci da Max.

    Quando si parla di squadra e di allenatori risultatista – è una parola strana - io la interpreto come la cosa più importante nel calcio, cioè fare risultato. C’è gente oggi che quando parli di risultatista pensa ad una connessione con qualcosa di negativo. Per me, quando si parla di risultatista, tutte le connotazioni sono positive.

    La Juventus è risultatista: difende tanto e bene. Quando esce in contrattacco, è fortissima. E quanti punti hanno fatto su palla inattiva… Gioca una partita a settimana e questo non significa solo essere riposati: significa tanti giorni di lavoro tattico, tanti giorni di lavoro in campo. Sta lì, in guerra con l’Inter per lo Scudetto”.

    Parliamo anche un po’ di mercato.

    “Il mercato è a gennaio…”.

    Lo so, però manca poco per esaudire la sua esigenza di avere un difensore.

    “Esigenza? No, zero…”.

    Allora, il desiderio di avere un giocatore in più?

    “Desiderio, sì…”.

    Ecco, visto la partenza di Ndicka per la Coppa d’Africa, si è parlato di Bonucci, come soluzione e ora sembra che si sia andati oltre per trovare una soluzione. L’umore di un ambiente, di una piazza, può influire in una trattativa di mercato come è successo apparentemente con Bonucci? Almeno così è sembrato. E poi, l’altro nome di mercato, stavolta in uscita, dovrebbe essere Renato Sanches. C’è la possibilità che vada via già a gennaio?

    “Io mi sento a mio agio a parlare di Renato, essendo un giocatore nostro. Su Bonucci non mi sento a mio agio. Secondo me, va rispettato e un modo per rispettarlo è non parlare di un giocatore dell’Union Berlino. Non vedo nessun motivo per parlarne.

    Su Renato non ho nessuna informazione, sulla possibilità che possa uscire o no. Né da parte di Renato, né da parte dei procuratori di Renato, che sono i miei. Né un messaggio, né una parola sulla sua situazione e parliamo degli stessi agenti. Non ho alcuna informazione da parte del direttore Pinto. Non ho nessuna informazione sulla possibilità di Renato di continuare. Che viva una situazione complicata è ovvio, che è anche complicata per me, ed è anche complicata per la rosa. Ma ho zero informazioni su Renato.

    A proposito della domanda che mi hai fatto, a proposito di una possibile influenza della piazza, esprimo un’opinione molto personale. Io dico sempre due cose. Il cuore di un club sono i tifosi, però ci sono le proprietà, le strutture, che sono diverse ma sono sovrane. Le decisioni sono di chi ne è sovrano. Però, io penso sempre che il cuore di un club, non solo nella Roma, siano i tifosi. E quando stai facendo qualcosa di buono per loro, stai alimentando quella passione, quell’amore. Quando fai qualcosa che non piace ai tifosi, secondo me, non si deve fare. Più di questo, non posso o non ho altro da dire”.

    Per integrare su Renato Sanches, partirà per Torino?

    “È un dubbio perché non è stata una settimana pulita di lavoro, in cui ha lavorato come tutti gli altri. Sicuramente non giocherà. Se viaggerà con la squadra, lo decideremo oggi”.

    Prima ha parlato di Juventus risultatista: squadra granitica, che non prende mai gol a Torino. Cosa serve per andare a fare risultato lì? Personalità, carattere…

    “Personalità. C’è tanto bisogno dal punto di vista fisico, tattico, ma serve personalità. Noi per esempio possiamo confrontare stili diversi, ma la squadra ha un potenziale altissimo: possiamo paragonare il Napoli alla Juventus.

    In casa, abbiamo avuto la personalità di cui hai bisogno per giocare faccia a faccia contro una squadra tecnicamente, fisicamente superiore. Contro il Napoli, magari è stato l’Olimpico che ci ha dato questa personalità, ma la squadra ha interpreto la gara molto bene. I giocatori dal punto di vista individuale hanno fatto molto bene. Llorente ha offerto una prestazione straordinaria, Ndicka ha giocato la miglior partita da quando è alla Roma e potrei parlare anche di altri. Domani ci sarà bisogno di tutto questo, e di quella personalità che abbiamo avuto contro il Napoli.

    Sappiamo che sarà una partita difficile, sappiamo che ci saranno duemila tifosi nostri e circa quarantamila juventini, contro una squadra abituata a giocare per vincere sempre, per vincere del titoli. Ovviamente, la situazione non sarà semplice. Serviranno personalità, coraggio, per andare lì. E giocare come abbiamo fatto con il Napoli, faccia a faccia. Con il Napoli non abbiamo mai giocato per il pareggio, abbiamo giocato per vincerla. Mi piacerebbe che anche con la Juventus avessimo la capacità di farlo”.

    C’è un giocatore che tu più volte hai elogiato e che adori, Lorenzo Pellegrini. Ultimamente, quando lo vediamo in campo, abbiamo l’impressione che abbia un velo negli occhi, non sembra perfettamente centrato, non è il Pellegrini che conosciamo. È una questione fisica, tecnica, magari che c’entra con altri aspetti? Volevo un tuo parere su questo.

    “Il mio parere è che sta migliorando e questo è quello che mi piace. Al di là del gol che ha fatto con il Napoli, importantissimo, al di là di come è entrato in quella partita lì, ma anche la settimana prima aveva fatto un ottimo lavoro.

    Non è che lui lavora male, perché non l’ho visto mai lavorare male, alcuni puoi vederli lavorare non benissimo durante la settimana: no, lui è uno che lavora sempre concentrato, che lavora sempre bene, però la settimana scorsa l’ho visto con quel feeling di qualità, da Lorenzo.

    È entrato bene, ha giocato bene e questa settimana ha dato continuità a queste sensazioni. E sono contento. Magari tu hai ragione, per un periodo di tempo s’è visto un Lorenzo piatto - una piattaforma di rendimento non altissima, che sembrava non avere salite – ma ora questa salita è accaduta. Bisogna approfittare del momento ed è un momento in cui abbiamo tante partite da giocare, sette o otto di fila a gennaio. È importante, perché lui è un giocatore di qualità superiore”.

    Volevo tornare sulla difesa. Si è parlato dell’arrivo di Bonucci, che sarebbe stato un giocatore pronto, da inserire subito. Quando parlate con il direttore, ipotizzate una tempistica per l’arrivo di un difensore? O dovrà adattarsi per qualche settimana? E sta pensando ad alternative tattiche?

    “Se io inizio a pensare a tutto questo, magari perdo la concentrazione sulla partita da affrontare prima di gennaio, che è questa di Torino, domani. Domani abbiamo questi tre difensori centrali che giocano già da tempo. Abbiamo Bryan che giocherà a centrocampo, ma se c’è bisogno può andare a giocare là. Da un po’ di tempo stiamo lavorando con Celik lì da terzo, per cercare di dargli più conoscenza tattica per poter giocare lì. Ha fatto lì 60 minuti con lo Sheriff. Ovviamente, stiamo parlando di un livello molto molto basico. Però poco a poco cerchiamo di migliorarlo lì.

    Sono sei mesi che sappiamo della partenza di Ndicka per la Coppa d’Africa. Sono sei mesi che sappiamo che Kumbulla non sarà disponibile per gennaio: titolare impossibile, magari in panchina, per aiutare. E sono tre mesi che sappiamo che Smalling non sarà disponibile per gennaio. E sono sei mesi che sappiamo che da gennaio a inizio febbraio, fino alla fine della Coppa d’Africa, questa è la situazione. Ora sappiamo anche che Mancini e Cristante sono diffidati. E puoi immaginare lo scenario di avere un unico difensore centrale per una partita specifica.

    La situazione la conosciamo bene da tanti mesi. Ho promesso a me stesso di andare su una strada che è quella di dare tutto quello che ho, al di là delle circostanze. Ed è quello che farò. Ci sta.

    Dopo la Juventus, inizieremo a pensare alla partita con la Cremonese. Il mio lavoro è preparare la squadra al massimo con quello che avrò a disposizione”.

    Kumbulla parte per Torino?

    “No”.