Forse oggi qualcuno non ha sfruttato appieno la possibilità che ha avuto, è d’accordo?
“Sì, sono d’accordo. Ma prima lasciami dire che voglio abbracciare tutta la famiglia di Sinisa (Mihajlovic, ndr). E chiedere loro scusa, perché avrei voluto farlo prima della partita, ma mi sono dimenticato. Rivolgo loro un abbraccio: alla moglie, ai figli.
Voglio anche chiedere pubblicamente scusa a Renato. Sentivo che dovevo farlo (il mister parla della sostituzione, ndr). So che è molto dura per un giocatore, però lo è di più per un allenatore. A me sarà successo tre o quattro volte negli ultimi venti anni. È dura e mi scuso.
Quanto alla tua domanda: senza Paulo, la classe non c’è; e senza Romelu, non c’è la fisicità. Senza loro due contemporaneamente, sapevo ovviamente che sarebbe stata dura per noi. Ho percepito che chi è andato in campo avrebbe voluto fare meglio e dare di più, però se non abbiamo avuto alcun problema dal punto di vista tattico - e se guardi, quando abbiamo preso il primo gol, la partita era assolutamente in controllo -, abbiamo avuto grande difficoltà a livello fisico.
Loro avevano gente con un motore, con gamba, con intensità, e noi invece non abbiamo tanti giocatori con questa gamba, con questa fisicità.
Per farti un esempio, Kristensen è uno che può avere i suoi limiti dal punto di vista tecnico ma ha la fisicità per giocare ad alto livello. Non ne abbiamo tanti così.
E poi a quel punto la partita si è complicata. Abbiamo avuto le nostre possibilità per fare l’1-1 e il 2-1, e non ci siamo riusciti. Così la gara è diventata difficile”.
C’è qualche calciatore che sta pagando in termini di brillantezza?
“No, scusami: Mancini è in grande difficoltà, perché sta giocando con una pubalgia molto, molto forte. Ha grandi difficoltà a giocare. Gioca, perché vuole aiutare, perché la squadra ha bisogno di lui.
Però, è un esempio. Non sono tutti nella stessa sua situazione. Altri hanno dei limiti dal punto di vista tecnico e fisico. C’è gente che ha grandi difficoltà. Se fai il paragone con Moro, Ferguson, Ndoje, è dura per qualche calciatore nostro”.
Dunque, la Roma è dunque inferiore a livello fisico rispetto al Bologna?
“Certo che sì. Però, ti dico una cosa che non avevo ancora detto, perché non volevo: io voglio continuare nella Roma. Io voglio continuare. E se continuo nella Roma, dobbiamo riflettere davvero bene, con i limiti che abbiamo noi dal punto di vista del Financial Fair Play. Perché magari è meglio lavorare con qualche giovane, dando maggiori possibilità a qualche giovane dove vedi che c’è del potenziale da sviluppare, piuttosto che farlo con dei giocatori sui quali non c’è niente da sviluppare, perché sono quello che sono e non c’è niente da fare per il futuro. Sei il primo a cui lo dico: voglio continuare e sono disponibile a pensare in modo diverso”.
Adesso arriva anche un mese determinante per capire la dimensione della squadra.
“Ovviamente è determinante. Ma la dimensione della squadra la conosco io, la conosciamo tutti. È una squadra che, quando ha tutti i giocatori a disposizione, ha qualità sufficienti per lottare, come abbiamo lottato, tutte le stagioni: quella scorsa non siamo finiti quarti perché abbiamo disputato una finale europea, e siamo arrivati con qualche problema fisico, di stanchezza accumulata. Se siamo tutti, siamo capaci di fare risultato. Senza dei giocatori fondamentali, è dura”.
Anche la Società vuole continuare con Mourinho?
“Non abbiamo parlato di questo, tu sei il primo a cui lo dico. Quando vedo questi tifosi che, dopo una partita giocata a livello basso, ci sarebbe poco da essere innamorati della propria squadra, quando giochi come hai giocato così, appoggiando… Quanti km dividono Roma da Bologna? Quanti soldi hanno dovuto spendere per essere qua? Sono tifosi unici. E per me la separazione sarebbe sempre dura. Se dovesse succedere, non sarebbe mai per una mia decisione”.
Ha fatto i complimenti anche a Motta?
“Certo. Un bambino mio sarà sempre un bambino mio”.
Sull’arbitraggio ha qualcosa da dire? Non sembrava molto soddisfatto in campo.
“È dura parlare dell’arbitro quando abbiamo fatto questa partita. Penso che ci sia stata una differenza di criterio nelle ammonizioni. Da dove mi trovavo io, mi è sembrato che il secondo giallo al difensore centrale del Bologna (Beukema, ndr), che poi Thiago ha fatto cambiare subito, fosse ovvio. Ma magari sbaglio. Non voglio criticare Guida”.
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