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    Mourinho: “Abbiamo lavorato bene in settimana, sarà difficile con la Fiorentina"


    Alla vigilia di Roma-Fiorentina, mister Mourinho ha risposto così alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.

    Sono stati sei giorni utili. Vorrei capire se si sta alzando il livello di qualche giocatore.

    “È stata una settimana buona, perché abbiamo potuto lavorare bene, ad alta intensità. Una cosa che normalmente non riusciamo a fare quando giochiamo tante partite.

    Smalling non ci sarà, non c’è alcun tipo di evoluzione. Kumbulla sì, ha già iniziato ad allenarsi con noi, anche se con qualche limitazione. Se tutto andrà bene, non dico che sarà totalmente a disposizione ma per dieci o quindici minutini ci potrà aiutare, magari con il Napoli oppure per la prima di gennaio. Marash sta lavorando molto, molto bene. 

    Poi gente come Renato, Pellegrini, che provengono da infortuni recenti, hanno svolto una buona settimana lavorativa. Sono questi quelli fuori, più Tammy. Era da tanto tempo che non si lavorava con tutta la squadra insieme, sui principi tattici… È stata una buona settimana”.

    Domani arriva la Fiorentina, un avversario di qualità: che partita si aspetta?

    “Un avversario con tanta qualità, tante opzioni, con una grande rosa. Contro il Parma (in Coppa Italia, ndr) hanno vinto senza tanti giocatori che scenderanno in campo domani. È veramente un’ottima squadra, con un’identità propria, che gioca per i nostri stessi obiettivi. Lo dimostra la classifica.

    Mi aspetto una partita molto difficile, sicuramente”.

    Ha incontrato il procuratore federale: cosa si aspetta dalla giustizia sportiva?

    “Dalla giustizia sportiva mi aspetto giustizia. Non è stato un problema per me. La mia vita a Roma è il lavoro. Mi sono presentato spontaneamente e anche felice, perché il procuratore federale, il signor Chiné, con tutta la naturalezza mi ha dato l’opportunità di dire quello che gli potevo dire, ossia la verità: non ho mai offeso l’arbitro, non ho mai messo in dubbio la sua qualità. Mai. 

    Quell’espressione lì, che mi è sembrata assolutamente normale - e mi continua a sembrare, perché la utilizzo anche quando parlo di me stesso riguardo al lavoro e anche alla vita sociale - è stata capita in un modo che non era quello che volevo far intendere. Durante la partita, l’arbitro ha dimostrato di avere le capacità per dirigerla. Dopo la partita, ho detto esattamente questo: l’arbitro aveva fatto un buon lavoro.

    Non riesco a trovare alcun problema su questa cosa. Ed è quello, fondamentalmente, che ho detto al procuratore federale. Mi aspetto giustizia. Solo questo”.

    C’è anche la questione Berardi, che ha fatto molto arrabbiare il Sassuolo. Magari avete parlato pure di questo.

    “Questo è un problema del Sassuolo. Ed è anche un problema di personalità: quando mi hanno incontrato, prima e dopo la partita, perché non mi hanno detto nulla? Perché hanno salutato con grande cordialità e grandi sorrisi, e il giorno dopo dicono alla stampa che non sono contenti per le mie dichiarazioni.

    Questa per me è una questione di dignità. Se io non sono contento di un avversario, per qualcosa, trovo un momento tranquillo dopo la partita per parlargliene. Questa cosa con il Sassuolo non è successa: mi sorprende. 

    Però, quello che ho detto è che io ho il diritto di dirlo. E più del diritto, ho il dovere di dirlo: perché chi allena ad alto livello da più di venti anni ha anche il dovere di difendere il calcio. Questa era solo la mia intenzione: difendere il calcio. Perché ci sono cose sul terreno di gioco che non dovrebbero succedere, e invece purtroppo tante volte accadono, settimana dopo settimana”.

    Prima di Sassuolo-Roma, Tiago Pinto l’ha difesa strenuamente. Quanto le hanno fatto piacere le sue parole? E può essere un segnale positivo anche per il futuro?

    “Per me, Tiago Pinto è la Roma. Quando parla lui, parla la Roma. La vedo così. Non parla a titolo individuale. In quel momento lì, ho sentito che era la Società che stava parlando.

    Non mi aspetto sostegno da parte della Società quando sbaglio, perché quando capita non me lo attendo da nessuno. Ma quando non sbaglio, quando le mie parole sono assolutamente normali, equilibrate, mi ha fatto piacere il fatto che la Società mi abbia detto Noi siamo qua. Usando un’espressione che non posso impiegare più, mi ha dato equilibrio emozionale per la partita con il Sassuolo”.

    Le hanno contestato anche la battuta sul fatto che Mancini prenderà un’ammonizione al 10’ da Marcenaro? 

    “Penso che non posso nemmeno parlare di quello che è successo ieri (davanti al procuratore federale, ndr). Sono andato assieme a Tiago Pinto, che mi ha accompagnato, e con l’avvocato Conte abbiamo incontrato il procuratore federale Chiné. Abbiamo parlato, e io mi fermo qua: non mi sento a mio agio nel dire altro“.

    Per la partita di domani, sono arrivate delle designazioni - Aureliano, Maresca e Rapuano - che gli esperti arbitrali sostengono abbiano avuto diversi problemi con la Roma in questi anni. Lei si sente tranquillo?

    “Io penso che noi allenatori non dobbiamo parlare degli arbitri prima della partita. Questa è una riflessione che ho fatto da solo. Ed è anche una riflessione che ho condiviso con il procuratore. Prima della partita, non dobbiamo farlo. Dopo, possiamo essere più o meno felici, criticare di più o di meno. Ma prima, dobbiamo partire dal principio che gli arbitri vogliono fare bene e dobbiamo lasciarli tranquilli, prima della partita“.

    Rispetto al suo futuro, non ho ben capito qual è la situazione rispetto alla Proprietà, che ha dimostrato vicinanza nelle sue battaglie. A distanza di due mesi, le torno a chiedere: se oggi le proponessero il rinnovo, lei lo firmerebbe?

    “È una domanda ipotetica, perché non è successo e a me non piace rispondere a domande ipotetiche: se, se, se... Non c’è un se. 

    Se la domanda è se quella vicinanza, quel sostegno, mi abbiano fatto piacere, ovviamente sì. Perché io do tutto per la Roma, e anche quando sbaglio, se sbaglio, mi piace la riconoscenza che faccio tutto quello che posso per aiutare la Società. Naturalmente, questo mi fa piacere.

    La vecchia domanda se io abbia dei contatti con la Proprietà, se ogni volta che succede io poi lo dico a voi, penso che anche la Proprietà non sarebbe felice. Ma oggi non è un segreto che qua ci sono il boss (il presidente Dan Friedkin, ndr) e due dei suoi figli: siamo stati insieme, abbiamo parlato, il rapporto è positivo. 

    Se mi domandi se abbiamo parlato del mio futuro in relazione alla scadenza del mio contratto, la risposta è no, non lo abbiamo fatto”.

    Come stanno Pellegrini e Renato Sanches? Sono disponibili dal primo minuto? E quanto sarà fondamentale, visto tutti gli scontri diretti al giro di boa, poter sfruttare tutti questi calciatori a centrocampo con caratteristiche diverse?

    “Abbiamo bisogno di tutti. Ripeto, la nostra rosa tutta insieme, senza gli infortuni, con tutti i giocatori in un momento positivo, è forte. È una rosa che mi dà diverse opzioni e mi permette anche di poter aiutare la squadra durante la partita, grazie a una panchina che mi offre diverse soluzioni.

    La verità è che lì a centrocampo le opzioni sono tante. Compresa la crescita di Bove, che non è più il ragazzino che entra per dieci, quindici minuti, come faceva due anni fa e l’anno scorso. È cresciuto ancora di più. 

    Lì abbiamo delle opzioni che ci consentono, anche quando mancano Renato, Lorenzo o Paredes squalificato, di non avere dramma, perché troviamo sempre delle soluzioni.

    Però, ovviamente, avere tutti disponibili in quel reparto, è importante. Tanto per farti un esempio, domani abbiamo Paredes, Renato, Cristante, Bove, Pellegrini e Aouar: abbiamo sei giocatori a disposizione ed è un numero ottimo. 

    E Renato è migliorato in questa ultima settimana. Di contro, mancano i carichi di lavoro: gli manca qualcosina per arrivare alla sua massima intensità. 

    Lorenzo ha fatto una settimana di lavoro ottima, anche svolgendo del lavoro extra. Con quel gruppo di giocatori siamo a posto.

    Però, abbiamo tante partite, tante importanti: a inizio gennaio c’è subito la Coppa ed eventualmente un’altra gara di Coppa, se vinciamo la prima. Abbiamo bisogno di tutti i giocatori per la nostra ovvia, chiara difficoltà che abbiamo avuto dietro, e che avremo nelle prossime settimane. E con Ndicka che parte, sarà ancora più difficile”.