Che sapore ha questo punto?
“Il sapore di un punto. Quando giochi per vincere, il punto è positivo: è meglio della sconfitta. Quando giochi contro un avversario che ha i tuoi stessi obiettivi e la stessa posizione in classifica, quando non perdi, significa che non perdi tre punti contro un avversario diretto. Però, è un punto”.
Si è parlato tanto dell’aspetto fisico. I cambi sono arrivati molto tardi: a dimostrazione che la squadra sta bene, oppure sono energie extra da Derby?
“Hanno giocato i calciatori nelle migliori condizioni. C’erano delle opzioni per i tre centrocampisti che sono in condizioni buone. Non ha giocato Renato, non ha giocato ovviamente Pellegrini, non ha giocato Aoaur. Abbiamo giocato con tre centrocampisti che potevano avere gambe, cuore, testa, anima, per disputare una gara di questo livello.
Per strategia, sapevo che sarebbe stato difficile per i due quinti giocare 90 minuti, anche se poi praticamente lo hanno fatto. Lì avevamo però delle soluzioni per compensare questo modo di giocare, perché oggi era veramente molto impegnativa per Karsdorp e Spinazzola.
Dietro, ci sono solo loro tre, non ne abbiamo altri. E quando l’arbitro, solo con noi, usa un criterio per dare due gialli in venti, venticinque minuti, a due difensori centrali, lì andiamo in difficoltà. Difficoltà che cambia anche un po’ tatticamente la situazione, perché a Karsdorp ho detto di non saltare mai su Marusic, perché se lo fa lascia Mancini nella situazione di scivolare sul contropiede. Pedro è un calciatore fantastico, ma poteva anche fare nuoto, perché si butta in piscina in modo fantastico. Il rischio era quello.
Secondo me, i ragazzi hanno fatto una buona partita, con personalità. Anche con tanto possesso palla. Non ho visto le statistiche, ma saremmo metà e metà. È mancato il gol, abbiamo avuto qualche opportunità. Mi sembra che soprattutto Bove, se fosse stato più fresco, ha avuto delle palle dentro l’area con cui avremmo potuto fare meglio.
E Rui praticamente non ha quasi toccato palla, ma quando lo ha fatto, mi pare che abbia fatto una parata straordinaria”.
Forse è mancata un po’ di brillantezza sulla trequarti: magari, Paulo Dybala è quello più indietro rispetto agli altri.
“Questa è la sua qualità. Ha fatto un bel lavoro per noi. Anche nel tenere la palla, nel non perdere i cambi di gioco, ha dato sicurezza alla squadra. Avrei potuto cambiarlo forse prima, ma la squadra ha bisogno di quella sicurezza e di quella classe. Specie contro la Lazio, che ha tanta gente in panchina per mettere in cambio calciatori freschi, se diamo la palla a loro e ci limitiamo a difendere negli ultimi minuti, diventa difficile. È un punto. Non sono due, è uno”.
Cosa vi siete detti con Sarri alla fine? Vi abbiamo visti sorridere.
“Lui è sempre ultra-simpatico con me. Ci siamo incontrati in una stanza prima della partita e abbiamo scherzato su quello che abbiamo detto in settimana. Ci siamo detti anche una cosa vera, ossia che ci vogliamo bene a vicenda. E dopo la partita ridevamo, perché nelle prossime due settimane nessuno di noi riderà, ma nemmeno piangerà. E questo è il significato del pareggino”.
Ci fa un bilancio di questo inizio?
“È molto facile. Siamo a tre punti dal quarto posto, e per me il campionato è iniziato alla quarta giornata. Le prime tre non erano campionato. Nonostante ciò, siamo a tre punti dalla Champions. Se il campionato fosse iniziato alla quarta, sono sicuro che saremmo in zona Champions.
All’interno di questo campionato dalla quarta, abbiamo fatto una performance disastrosa con il Genoa, ma a parte quella è in linea con il nostro potenziale. Un potenziale danneggiato per il fatto di non avere Smalling e Pellegrini, e Renato solo per un po’. In questo momento, siamo allineati al lavoro che stiamo facendo.
Siamo nelle condizioni per migliorare, sperando di essere più felici con questi giocatori che hanno una storia clinica. Tutti noi lavoriamo forte per cercare di portarli in una buona condizione. Renato, per esempio, ha fatto tre piccoli spezzoni di partita. Vediamo se nelle prossime due gare riusciamo a farlo migliorare, perché è l’esempio di un calciatore ci può dare tanto”.
Quindi Mourinho è soddisfatto di questo inizio, stante tutte le critiche.
“No. Le critiche mi lasciano indifferente. Io sono molto esigente con me stesso. E quando prima di questa partita dico che possiamo vincere 5-0, io non dimentico la gara di giovedì scorso. Questo ti dice la mia natura. Non sono mai soddisfatto”.
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