Per diverse ragioni. Può dare un’indicazione sul ruolo del giocatore, può rappresentare l'anno di nascita (tipo El Shaarawy 92), ma anche fornire un interessante indizio sulla storia personale. Per fare un esempio, Daniele De Rossi volle la 16 dal 2005 non tanto per l'idolo Roy Keane, ma soprattutto per la data di nascita della prima figlia Gaia. Oppure, citandone un altro, Jeremy Menez dal 2009 scelse il 94 per la banlieu di Parigi dove era nato e cresciuto.
La prossima sarà la ventinovesima stagione con la numerazione fissa. E in ambito giallorosso abbiamo avuto due "spoiler", con il 22 di Houssem Aouar e il 5 di Evan Ndicka.
In Serie A, la regola vige dal 1995-96. Uno o due numeri dietro la schiena e il cognome del giocatore proprietario. Quella che era un’usanza solo per le nazionali (dall’Europeo del 1992 in poi), diventò consuetudine anche nei campionati nazionali. La UEFA, invece, diede il via libera per i propri tornei solo dal 1996.
Nel 1995, il primo numero fisso ad andare in gol per la maglia giallorossa fu il 22, sulle spalle di Marco Branca. Giornata numero 1 di campionato in casa della Sampdoria, la squadra di Mazzone pareggiò 1-1 con la rete dell’attaccante che poi sarebbe passato all’Inter qualche mese dopo nell’ambito dell’operazione che portò Delvecchio a Roma. Colui che sarebbe diventato un popolare 24.
Partendo da qui, dal primo gol nell’era della numerazione fissa, abbiamo calcolato la top five dei più prolifici dal 1995 al 2023. Eccola qui, dal quinto posto a scalare verso l'alto.
Sono 106 i gol segnati con il numero 8, quello che è attualmente sulle spalle di Nemanja Matic (“inizialmente avevo il 21, poi Paulo mi ha chiamato piangendo chiedendomelo e gli ho detto, “Va bene, prendilo”, ha così scherzato di recente il serbo in un’intervista…).
Diversi i proprietari in passato che lo hanno indossato, difensori, centrocampisti e attaccanti. Matteo Ferrari, Alberto Aquilani e Adriano, per citarne uno per reparto. Il primo 8, nel 1995-96, fu di Francesco Statuto. Il calciatore più prolifico ad averla portata è l'argentino Diego Perotti, "El Monito".
118. Non il numero per chiamare un’ambulanza, ma i gol segnati con la maglia 24 della Roma (oggi del difensore, Marash Kumbulla).
Una cifra che, per dire, ha "esultato" diverse volte nei derby della Capitale dalle parti della curva Sud. Dieci, per l’esattezza. In 9 occasioni con Marco Delvecchio e una con Alessandro Florenzi. Delvecchio è anche il primo 24 ad aver segnato con la Roma. Ed è il marcatore più prolifico di questa rappresentanza.
Diverse storie ha visto il numero 11 della Roma. In principio fu di Daniel Fonseca. Nell’era Zeman appartenne a Eusebio “Turbo” Di Francesco. Nell’anno dello scudetto, e fino a quando allenò qui Capello, il proprietario restò Emerson Ferreira da Rosa.
Per quasi dieci anni rappresentò il sinonimo di Rodrigo Taddei. E in tempi più recenti anche di Momo Salah e Aleksandar Kolarov. L'attaccante egiziano, a questo proposito, è il romanista ad averci segnato di più. La numero 11 ha avuto diverse storie e altrettanti proprietari. Oggi è del “Gallo” Belotti, che ha contribuito alle 144 reti complessive realizzate con questa maglia.
In questo caso la storia è pressoché monotematica. Basterebbe un solo nome e cognome: Francesco Totti. Lo storico capitano giallorosso, che scelse la maglia più prestigiosa dal 1997 dopo aver indossato prima la 20 e poi la 17. Venti anni di colpi e magie da fuoriclasse autentico. Con il numero dei fuoriclasse sulle spalle.
Proprio nelle due stagioni in cui Totti non era il proprietario della “camiseta”, gli altri gol segnati con questa maglia – 299 totali – portano la firma di Daniel Fonseca nel 1996-97. Nel 1995-96, invece, il “Principe” Giuseppe Giannini segnò una sola volta in stagione. Quella struggente e commovente allo Slavia Praga di testa, in Coppa UEFA, torneo dove però fino al 1996 si assegnavano le maglie dall’1 alla 11.
Al primo posto di questa graduatoria non poteva esserci che il 9, il numero dei bomber per antonomasia. O del Bomber per definizione, Roberto Pruzzo. Lui non ha mai giocato nell’era della numerazione fissa, ma da titolare la 9 era indiscutibilmente sua. Gli bastavano i gol per essere definito tale.
Ma di reti ne hanno segnate tante anche altri giocatori giallorossi con questa maglia dopo Pruzzo, dal 1995. Abel Balbo, Vincenzo Montella, Mirko Vucinic, Daniel Pablo Osvaldo, Edin Dzeko e Tammy Abraham. Tutti attaccanti, tutti fortissimi, tutti con un unico comune denominatore: gol. Alla fine, sommando tutti i 9, il risultato dice 395.
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