Lo stadio di Budapest viene immaginato addirittura nel 1896 come possibile sede delle prime Olimpiadi moderne e, dopo aver sfiorato anche i Giochi del 1920, viene finalmente costruito fra il 1949 e il 1953, e denominato “Lo stadio del popolo” (Népstadion).
Ci sono volute però almeno sei proposte diverse per arrivare al restyling che vediamo oggi, e tutte ipotizzate per i tentativi (falliti) di ospitare gli Europei di calcio fra il 2004 e il 2012.
Nel 2013 finalmente la scelta cade su un intervento di rinnovamento e integrazione: prendere lo stadio originale del 1953, completarlo e reinventarne l’architettura in modo contemporaneo.
Cosa potete vedere oggi dello stadio originale?
L’edificio del ‘53 aveva un semicerchio di gradinate a due livelli sul lato ovest: si decide di replicarlo completando tutto l’ovale (progetto Gyorgy Skardelli - Skardelli Studio), ricostruendo tutto in materiali moderni e acciaio perforato e ricopiando anche la sequenza di pilastri monolitici perimetrali (ora sono 30 in totale).
La cavea delle gradinate è completamente nuova, ricavata all’interno della precedente, e un disco di copertura in acciaio completa l’edificio.
L’unica porzione conservata dall’impianto originale è il blocco in pietra e muratura all’ingresso est: accoglie i visitatori al fondo del parco Szoborpark e testimonia lo stile monumentale che derivava dagli anni ‘30 e dalle influenze sovietiche. I cinque cerchi in facciata ci ricordano l’ambizione polisportiva e olimpica di questo stadio.
Numeri e dati
L’iter di rinnovamento dello stadio è stato lungo e complicato (dal 2012 al 2017, poi il cantiere 2017-2019) e il costo è salito dai 90 milioni di euro previsti a quasi 500.
L’edificio è stato costruito con 12mila tonnellate di acciaio e 120mila metri cubi di cemento (dei quali 50mila riutilizzati dalla demolizione dell’impianto precedente).
Come l’Olimpico ma senza pista d’atletica?
In pratica sì. La Puskas Arena è un utile paragone per lo stadio capitolino: aveva la pista e ora non più, e con 67mila posti, tre anelli di gradinata e 57mila metri quadrati coperti in pianta, lo stadio è quasi complementare per dimensioni a quello di Roma ma con uno sviluppo ora ottimizzato e contemporaneo.
il parco all'ingresso est dello stadio ospita 16 gruppi scultorei di tre statue ciascuno: rappresentano scene di sport e gesti atletici di richiamo classico.
Fra i tanti grandi concerti musicali ospitati qui, nel 1986 si esibirono i Queen per il “Magic Tour”: fu una delle ultime apparizioni live di Freddie Mercury davanti a 104mila persone, e meritevole di essere filmata integralmente e distribuita in video come “The Hungarian Rhapsody”.
Antonio Cunazza (Sports Architecture Writer)
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