Nella delegazione della Roma c'era anche Franco Sensi, la notte tra il 10 e l'11 dicembre 1956, ad accogliere alla stazione Termini Ferenc Puskas e la Honved.
Il fuoriclasse ungherese cui è intitolato lo stadio che ospiterà la finale del 31 maggio aveva già giocato a Roma in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Olimpico, ma il 12 dicembre 1956 affronta per la prima volta la Roma. È una delle ultime partite dello squadrone ungherese che aveva formato l'ossatura del leggendario "Aranycsapat", la squadra d'oro, cioè la nazionale campione olimpica nel 1952 e vicecampione del mondo nel 1954.
La partita dell'Olimpico si gioca tra le due gare di Coppa dei Campioni contro l'Athletic Bilbao. Puskas e compagni giocheranno il ritorno a Bruxelles e non a Budapest, scegliendo di non tornare in una patria sconvolta dalla rivoluzione in corso. Giocheranno altre amichevoli in giro per il mondo e poi dopo quasi due anni alcuni di loro troveranno ingaggi importanti altrove.
La Roma della stagione 1956/1957 è allenata da un altro simbolo del calcio ungherese, Gyorgy Sarosi, che in occasione del ricevimento organizzato nella sede di Viale Tiziano il giorno prima della partita si commuove quando riceve dal vicepresidente Sandro Campilli il gagliardetto che lui stesso aveva consegnato a Fulvio Bernardini in occasione di Roma-Ferencvaros disputata il 16 giugno 1935 a Campo Testaccio.
Ci sono tanti tifosi che sperano di poter vedere i campioni ungheresi, da Puskas a Kocsis, fino a Czibor, che la Roma metterà sotto contratto ma poi non potrà tesserare perché la FIFA squalificherà tutti i giocatori che non sarebbero rientrati in Ungheria. C'è anche Bela Guttmann, che non lancia maledizioni e fa da direttore tecnico e interprete in occasione della conferenza stampa di presentazione dell'evento.
C'è la Roma, naturalmente, che è molto carica per l'evento. In sede il capitano Arcadio Venturi stringe la mano a Ferenc Puskas, per poi ripetere il gesto il giorno dopo alle 14:45 prima del fischio d'inizio.
"Abbiamo affrontato al squadra che era il simbolo di tutto il movimento calcistico - ha ricordato Giacomo Losi nella sua autobiografia -. Ci fu un'atmosfera incredibile all'Olimpico, i tifosi ci diedero una grande mano verso quella che rimarrà nella storia come una delle pagine più belle. Seppur in una gara amichevole, siamo riusciti a battere la squadra dei sogni della Honved per 3-2".
C'è una bella atmosfera e la partita inizia con i giocatori ungheresi che regalano al pubblico i fiori ricevuti dai romanisti. Al 10' la partita si interrompe per commemorare le persone morte in Ungheria. La Roma va in vantaggio con un gran tiro di Nordahl al 26', ma due minuti dopo proprio Puskas viene atterrato da Giuliano e realizza il calcio di rigore.
Al 35' è ancora Nordahl il protagonista: serve in corsa Ghiggia, l'uruguayano anticipa il portiere e lo scavalca con un pallonetto. Il secondo tempo è dominato per almeno 20 minuti dalla squadra ungherese, che però non riesce a concretizzare. Al 25' però una bella azione di Venturi e Pestrin fa arrivare il pallone sul piede di Ghiggia, che con un tiro improvviso segna il 3-1. La Honved continua ad attaccare, Czibor realizza il 3-2, Panetti evita il 3-3 e la Roma vince, uscendo dal campo tra gli applausi.
"Avremmo meritato il pareggio - dichiara Puskas a fine partita - perché abbiamo attaccato di più e avuto tante occasioni da gol. Ho apprezzato molto la bravura dei difensori della Roma. Individualmente, credo che Ghiggia e Da Costa siano i giocatori tecnicamente più dotati".
Ferenc Puskas sarebbe tornato ad affrontare la Roma il 30 agosto 1962, con la maglia del Real Madrid e in coppia con Alfredo Di Stefano. E quella volta avrebbe trovato il pareggio, perché la partita sarebbe terminata 3-3 con gol di Angelillo e Lojacono per la Roma, una doppietta di Amancio per il Real e un'autorete per parte.
Avrebbe anche trovato sulla panchina della Roma il suo ex allenatore Luis Carniglia, che nel 1959 era stato mandato via da Santiago Bernabeu prima della finale di Coppa dei Campioni proprio per far dirigere la squadra dal fuoriclasse ungherese. Luis Carniglia nel 1961 aveva vinto la Coppa delle Fiere con la Roma.
Oggi la Roma cerca un'altra vittoria europea nello stadio intitolato a Ferenc Puskas.
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