UEFA Europa League, Giovedi, 12 DIC, 18:45 CET
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    Mourinho: “Cambiano i giocatori, non la professionalità e l’anima di questa squadra”


    Dopo il pareggio in trasferta con il Bologna, mister Mourinho ha commentato così la prestazione della Roma.

    Partiamo dalle occasioni che ci sono state per la Roma. Non sono state tante, ma forse con un po’ più di lucidità sotto porta questa partita si poteva vincere, con tutte le emergenze, con i bambini… Si può essere soddisfatti nonostante il pareggio?

    “Partiamo da una domanda mia (il mister si rivolge allo studio di DAZN, ndr): in occasione del fallo di Palomino a Dybala, avete dato tanti replay come in questa azione di Camara?”.

    (risponde l’inviato di DAZN, ndr) Il nostro Luca Marelli stava facendo tutta un’analisi.

    “Sì, però dieci ripetizioni. Spero che per l’aggressione di Palomino a Dybala abbiate fatto lo stesso”.

    Marelli ha specificato solo che era solo da ammonizione.

    “Ok, grazie, ed era un’ammonizione giusta. Camara va sulla palla, ma ci va con vera aggressività. È una decisione corretta. Non ha bisogno di tanti replay. Per me è un orgoglio questa partita. Anche se viene con noi un ragazzino di 15 anni o una calciatrice, la squadra non cambia la sua professionalità, la sua anima, il suo cuore, la sua empatia. 

    Non cambia niente. Può cambiare la qualità, ma non i principi di base di questa squadra. È veramente un orgoglio. Poi ovviamente possiamo parlare dei singoli: prima partita per Svilar, per Missori, Tahirovic non aveva giocato tante partite da titolare. Però, collettivamente la squadra ha fatto una bella partita contro un ottimo Bologna, figlio del grando lavoro fatto da Motta”.

    Sono finite le speranze di molti tifosi di arrivare in Champions dal campionato?

    “I tifosi mi devono sentire. Quando eravamo secondi, terzi per tante settimane, dicevo sempre che questa squadra poteva pensare solo alla partita seguente, perché quando sopraggiungeva l’accumulo di gare, noi non avevamo il potenziale per arrivare fino in fondo nelle due competizioni. 

    Non abbiamo mai fatto una scelta, abbiamo sempre ragionato partita dopo partita: il campionato è più importante, poi è più importante l’Europa League: abbiamo sempre pensato così. Ma è da due, tre mesi che dico questa cosa qua”.

    Quanto sposta la partita di giovedì?

    “La nostra stagione è fantastica. Si può dire quello che si vuole, si può analizzare tutto in funzione di un risultato finale: vinci la competizione o no, arrivi in finale o no, finisci quarto o settimo. Ma per me è una stagione nei limiti di questa gente. E questo per me è fantastico. Anche oggi è stata una partita difficile, contro una squadra difficile, organizzata. Ed è stato un pareggio solido, non sofferto, con l’opportunità grandissima che ha avuto Belotti per fare l’1-0, con un rigore che è stato girevole. I ragazzi hanno fatto molto bene”.

    La Roma arriva con le risorse giuste a giovedì? Recupererà qualche giocatore?

    “Wijnaldum è recuperato. Eravamo d’accordo per fargli fare 60, 65 minuti, e l’ho tolto prima perché non volevo mangiare un’opportunità di cambio quando Celik si è infortunato e ho fatto tre sostituzioni tutte insieme. Però, Gini è recuperato. Celik è un dubbio. E Paulo un grande dubbio”.

    Orsato le ha detto qualcosa in merito a quell’episodio in area di rigore, con quel movimento del braccio di Lykogiannis che ha colpito Ibanez?

    “No, niente”.

     Quanto effetto le fa vedere tutti questi suoi allievi diventare allenatori: Stankovic, Xavi, Motta?

    “È anche emozionante. Significa che il tempo passa veloce, che loro sono cresciuti, come i miei figli. E significa che io ho ancora la forza di stare qui dopo tanti anni. Sicuramente la gente si può stancare di me, di Ancelotti, ma alla fine siamo qui”.