UEFA Europa League, Giovedi, 12 DIC, 18:45 CET
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    Mancini: “Dovremo lottare su tutti i palloni, siamo carichi”


    Prima del ritorno dei playoff di Europa League con il Salisburgo, Gianluca Mancini ha risposto così alle domande dei giornalisti in conferenza stampa

    Che partita ti aspetti domani?

    “Sarà una battaglia, come all’andata. Dovremo lottare su tutti i palloni e dare qualcosa in più, cercando di sbloccarla subito per portarsi tutti dietro, per vincerla e passare il turno”.

    Se la Roma passerà il turno, avrà fatto un’impresa o solo il proprio dovere?

    “Domani sarà una partita importante, giochiamo in Europa League ed è una gara che vale la qualificazione. Se la Roma poi vincerà, ci concentreremo sulle prossime partite. Non bisogna certamente tappezzare tutta la città per la qualificazione a un ottavo, ma è una partita che riteniamo importante perché vogliamo continuare il nostro percorso in Europa League”.

    Quest’anno la difesa è migliorata come solidità ed è migliorato il tuo rendimento. In particolare, sei migliorato anche nei comportamenti in campo: hai lavorato su questo?

    “L’anno scorso, dopo il finale di stagione, mi sono guardato allo specchio e ho visto che tutti i cartellini gialli presi mi avevano fatto saltare tante partite. Quindi, semplicemente, ho lavorato su me stesso, cercando di ridurre queste situazioni, per essere continuo nel giocare e non saltare delle partite. Rivedendo alcune gare dell’anno scorso, prendevo dei gialli in maniera stupida e non aveva senso. Ho cercato di migliorarmi sotto questo aspetto e anche il mister mi ha dato una mano a comprendere certe situazioni. Ho lavorato su me stesso per non prenderne.

    Penso che ci stia di avere degli alti e bassi in una stagione, è successo l’anno scorso e sta ricapitando adesso. Poi, è chiaro che il rendimento è legato alla squadra, alle partite che facciamo e al lavoro svolto in settimana: è un anno e mezzo che stiamo insieme e capiamo più cose. È quindi un insieme di cose a portarti a rendere meglio. Ma ci saranno sicuramente degli alti e bassi, capitano a ogni calciatore: uno deve essere bravo a restare concentrato e a lavorare sempre al massimo”.

    Voi tre in difesa - tu, Ibanez e Smalling - siete quasi una cosa sola, siete come una famiglia. Che rapporto c’è con i tuoi compagni di reparto? E la prossima stagione ti aspetti di giocare ancora con Smalling?

    “La mia famiglia, e non lo dico tanto per dire, siamo tutti. È uno spogliatoio veramente eccezionale, dove ci vogliamo bene, abbiamo un unico obiettivo e lavoriamo tutti i giorni al massimo delle nostre potenzialità. Sì, giochiamo da tanto tempo insieme noi tre, ma c’è anche Marash Kumbulla, un ragazzo eccezionale che si allena sempre al massimo e si fa trovare sempre pronto quando è chiamato in causa. Adesso è arrivato Diego Llorente, che ha portato esperienza e anche lui fa parte della famiglia dei difensori.

    Giocare insieme da tanto tempo aiuta a capirci in primis, anche con un semplice sguardo, a capire pregi e difetti del compagno, lavorando anche su quelli e portandoti ad avere un rendimento migliore. Ma come dico tante volte, non siamo solo noi difensori a far andare bene il reparto arretrato: è tutta la squadra che si sacrifica, a partire dagli attaccanti, per far sì che la fase difensiva sia solida e forte.

    Quanto al fatto di giocare con Smalling, spero e penso di sì”.

    Il tecnico ha parlato di qualche fischio, di qualche parte dello stadio che senteb passiva: nello spogliatoio c’è stata questa percezione? Qualche fischio vi ha dato fastidio?

    “Credo che il mister si fosse riferito all’ultima partita, quando diceva che Edoardo Bove è un ragazzo giovane, che sta giocando le sue prime partite in una piazza importante, e quindi era un aiuto che poteva esserci per Edo.

    È chiaro che se sentiamo lo stadio presente, come lo scorso anno ma come è successo quest’anno, in casa è un aiuto in più, è una forza in più, è il giocatore in più. Perché l’Olimpico, quando è bello concentrato, si fa sentire: lo faceva a me da avversario e tutt’oggi, quando so che i nostri tifosi sono al massimo, ti spingono a fare qualcosa in più. Poi, io personalmente quando gioco sono concentrato su quello che faccio in campo e, se ricevo qualche fischio e mi viene detto qualcosa, non lo sento. Speriamo che domani lo stadio ci dia una mano e sia quella spinta in più. Ma sta anche a noi far sì che lo stadio ci spinga”.

    "Se sentiamo lo Stadio, è un aiuto in più. È una forza in più. È il giocatore in più. Speriamo che domani ci dia una mano"

    - Gianluca Mancini

    L’ultima vittoria vi ha dato l’equilibrio giusto per ribaltare il risultato dell’andata?

    “La scorsa partita era di campionato ed era importante per il campionato. Domani, abbiamo un turno a eliminazione contro il Salisburgo. E siamo pronti, carichi per ribaltare, perché ci siamo messi nella posizione di essere sotto nel risultato, e ora dobbiamo ribaltarlo per andare avanti.

    Quanto all’equilibrio nello spogliatoio, lo abbiamo sempre: con lo staff e con tutti coloro che lavorano a Trigoria. E questo equilibrio c’è sempre, sia quando le cose magari non vanno bene, sia quando vinciamo”.