Che partita ti aspetti domani?
“Sarà una battaglia, come all’andata. Dovremo lottare su tutti i palloni e dare qualcosa in più, cercando di sbloccarla subito per portarsi tutti dietro, per vincerla e passare il turno”.
Se la Roma passerà il turno, avrà fatto un’impresa o solo il proprio dovere?
“Domani sarà una partita importante, giochiamo in Europa League ed è una gara che vale la qualificazione. Se la Roma poi vincerà, ci concentreremo sulle prossime partite. Non bisogna certamente tappezzare tutta la città per la qualificazione a un ottavo, ma è una partita che riteniamo importante perché vogliamo continuare il nostro percorso in Europa League”.
Quest’anno la difesa è migliorata come solidità ed è migliorato il tuo rendimento. In particolare, sei migliorato anche nei comportamenti in campo: hai lavorato su questo?
“L’anno scorso, dopo il finale di stagione, mi sono guardato allo specchio e ho visto che tutti i cartellini gialli presi mi avevano fatto saltare tante partite. Quindi, semplicemente, ho lavorato su me stesso, cercando di ridurre queste situazioni, per essere continuo nel giocare e non saltare delle partite. Rivedendo alcune gare dell’anno scorso, prendevo dei gialli in maniera stupida e non aveva senso. Ho cercato di migliorarmi sotto questo aspetto e anche il mister mi ha dato una mano a comprendere certe situazioni. Ho lavorato su me stesso per non prenderne.
Penso che ci stia di avere degli alti e bassi in una stagione, è successo l’anno scorso e sta ricapitando adesso. Poi, è chiaro che il rendimento è legato alla squadra, alle partite che facciamo e al lavoro svolto in settimana: è un anno e mezzo che stiamo insieme e capiamo più cose. È quindi un insieme di cose a portarti a rendere meglio. Ma ci saranno sicuramente degli alti e bassi, capitano a ogni calciatore: uno deve essere bravo a restare concentrato e a lavorare sempre al massimo”.
Voi tre in difesa - tu, Ibanez e Smalling - siete quasi una cosa sola, siete come una famiglia. Che rapporto c’è con i tuoi compagni di reparto? E la prossima stagione ti aspetti di giocare ancora con Smalling?
“La mia famiglia, e non lo dico tanto per dire, siamo tutti. È uno spogliatoio veramente eccezionale, dove ci vogliamo bene, abbiamo un unico obiettivo e lavoriamo tutti i giorni al massimo delle nostre potenzialità. Sì, giochiamo da tanto tempo insieme noi tre, ma c’è anche Marash Kumbulla, un ragazzo eccezionale che si allena sempre al massimo e si fa trovare sempre pronto quando è chiamato in causa. Adesso è arrivato Diego Llorente, che ha portato esperienza e anche lui fa parte della famiglia dei difensori.
Giocare insieme da tanto tempo aiuta a capirci in primis, anche con un semplice sguardo, a capire pregi e difetti del compagno, lavorando anche su quelli e portandoti ad avere un rendimento migliore. Ma come dico tante volte, non siamo solo noi difensori a far andare bene il reparto arretrato: è tutta la squadra che si sacrifica, a partire dagli attaccanti, per far sì che la fase difensiva sia solida e forte.
Quanto al fatto di giocare con Smalling, spero e penso di sì”.
Il tecnico ha parlato di qualche fischio, di qualche parte dello stadio che senteb passiva: nello spogliatoio c’è stata questa percezione? Qualche fischio vi ha dato fastidio?
“Credo che il mister si fosse riferito all’ultima partita, quando diceva che Edoardo Bove è un ragazzo giovane, che sta giocando le sue prime partite in una piazza importante, e quindi era un aiuto che poteva esserci per Edo.
È chiaro che se sentiamo lo stadio presente, come lo scorso anno ma come è successo quest’anno, in casa è un aiuto in più, è una forza in più, è il giocatore in più. Perché l’Olimpico, quando è bello concentrato, si fa sentire: lo faceva a me da avversario e tutt’oggi, quando so che i nostri tifosi sono al massimo, ti spingono a fare qualcosa in più. Poi, io personalmente quando gioco sono concentrato su quello che faccio in campo e, se ricevo qualche fischio e mi viene detto qualcosa, non lo sento. Speriamo che domani lo stadio ci dia una mano e sia quella spinta in più. Ma sta anche a noi far sì che lo stadio ci spinga”.
"Se sentiamo lo Stadio, è un aiuto in più. È una forza in più. È il giocatore in più. Speriamo che domani ci dia una mano"
- Gianluca Mancini
L’ultima vittoria vi ha dato l’equilibrio giusto per ribaltare il risultato dell’andata?
“La scorsa partita era di campionato ed era importante per il campionato. Domani, abbiamo un turno a eliminazione contro il Salisburgo. E siamo pronti, carichi per ribaltare, perché ci siamo messi nella posizione di essere sotto nel risultato, e ora dobbiamo ribaltarlo per andare avanti.
Quanto all’equilibrio nello spogliatoio, lo abbiamo sempre: con lo staff e con tutti coloro che lavorano a Trigoria. E questo equilibrio c’è sempre, sia quando le cose magari non vanno bene, sia quando vinciamo”.
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