Una qualificazione strameritata. È la Roma più bella della stagione?
“È una Roma bella che ha fatto un risultato importante. Ma anche una Roma completa, a tutti i livelli. E una volta in più, mi è piaciuto tutto: la squadra, l’empatia, la solidarietà.
Ma lasciatemi dire che il mio staff ha fatto un lavoro fantastico. Dico sempre che noi allenatori siamo sempre il risultato finale del lavoro di tanta gente e i miei analisti hanno fatto un lavoro molto, molto esaustivo, per permettere a me e a Foti di preparare la squadra nel modo migliore possibile.
E devo anche parlare di El Shaarawy, perché è stato il calciatore che ho sacrificato: non avevo infatti un piano B, se Stephan avesse giocato dal primo minuto. Perché non c’era Tammy, perché poteva fare solo qualche minuto. E non c’era Solbakken. Non avevo un piano B. El Shaarawy era il mio uomo per entrare e cambiare la struttura, la dinamica, l’intensità, per giocare venti minuti, trenta se necessario. E mi è dispiaciuto, perché sta giocando benissimo, ha fatto l’ultimo mese di campionato ad altissimo livello. Mi dispiace per lui, ma anche questa è la dimostrazione di come funziona tra noi. Gliel’ho spiegato e lui lo ha accettato. Sono davvero contento di questo spirito di squadra. È una grande vittoria contro una squadra di Champions League. Una squadra pienissima di qualità”.
Ci sono tante belle storie da raccontare, per la Roma e per il calcio italiano: quando ha capito che Spinazzola stava tornando ai suoi livelli?
“Se non sbaglio, Fiorentina, Juventus, noi e la Lazio ci siamo tutti…”.
No, mi riferivo a Spinazzola.
“Sì ma lasciami dire che siamo quattro squadre italiane che si sono qualificate, con l’Inter, il Milan e il Napoli in vantaggio nelle loro gare a eliminazione diretta. Noi quattro abbiamo due piedi agli ottavi, il Napoli un piede e mezzo, l’Inter e il Milan un piede e gli manca il secondo. Quindi, bene. Spinazzola è tornato molto forte dall’ultima partita e oggi ha fatto di nuovo una gara fantastica. Però è più facile a livello individuale giocare bene quando la squadra gioca bene. Oggi ho sofferto solo per il risultato. Ma la partita è stata tranquillissima. Zero rischi. È stata dominata. Anche quando loro avevano palla, negli ultimi 15, 20 minuti, noi eravamo tranquillamente in controllo. E la gente ha capito la dinamica. Gini sta tornando. Quando entra in campo, si vede che a livello di qualità e di esperienza la musica è diversa”.
E poi la generosità di Belotti: è uscito dal campo con tutto lo Stadio che lo applaudiva.
“Applausi meritatissimi. Ci sono attaccanti che se non fanno gol, non fanno niente. Questo ragazzo, anche quando non fa gol, lavora tanto per la squadra. È un lavoratore incredibile. Al di là del gol, ha fatto una grandissima prestazione. E non solo io, ma tutti noi siamo ultra felici per la riconoscenza mostrata dallo Stadio al lavoro svolto dal Gallo”.
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