Così fu nel 1927, quando l’allora Alba-Audace contribuì alla fusione con la Fortitudo-ProRoma e il Roman per la costituzione dell’AS Roma. Così la descrive anche Daniele Gabriele, 42 anni, uno dei nuovi fondatori dell’Alba Roma 1907 insieme a Alfredo Di Vasta ed Angelo Busà.
La società, che ha ispirato la nuova maglia della Roma, con la trama verde a dominare la divisa (proprio come il colore di riferimento del club romano), oggi è una realtà del calcio dilettantistico della Capitale.
Perché l’Alba? Come nasce l’idea di far rinascere questa squadra storica?
“L’Alba perché significasse un’identificazione a doppia mandata con Roma e anche una speranza. Non a caso, il verde è il colore della speranza. Succede tutto durante il Covid, in un momento abbastanza difficile per le società sportive dilettantistiche.
Gli impianti d’allenamento erano fermi, le strutture inavvicinabili. Si era tutti chiusi dentro casa e l’unica cosa che potevamo fare era tenerci in contatto con i nostri ragazzi attraverso delle videochiamate. Ma rischiavamo anche di dover lasciare le nostre strutture”.
Racconti.
“Noi eravamo allenatori e istruttori dell’Empire Sport Academy, nella sede di via degli Aldobrandeschi dove siamo anche oggi. Ma durante il periodo del lockdown il proprietario degli impianti ci fece sapere che probabilmente saremmo dovuti andare via perché lì voleva costruire uno dei centri di padel tra i più grandi d’Europa, dato che il padel era uno degli sport che meno veniva toccato dall’emergenza sanitaria.
Così prendemmo tempo, diciamo che anche le mie notti qualche ora di insonnia l’hanno incontrata, però da lì ci venne l’idea di far rinascere l’Alba, avviando un progetto formativo diverso e innovativo nel panorama regionale. E l’intuizione è risultata felice, tanto che siamo ancora lì come sede per gli allenamenti”.
E per quanto riguarda i campi da gioco?
“Al momento ci appoggiamo in due strutture diverse per le partite, ma stiamo facendo di tutto per concretizzare un progetto per una casa tutta nostra. Sempre in zona Roma Ovest, valorizzando dei terreni di gioco abbondonati.
Abbiamo presentato il piano e ci aspettiamo una risposta dalle istituzioni nei prossimi mesi. L’idea è quella di realizzare una struttura in linea con la storia della nostra società”.
A proposito, anche il nome della società è particolarmente evocativo: Alba Roma 1907.
“La fortuna è stata quella di averlo potuto registrare, in quanto ancora inedito e mai usato in precedenza. Un nome così – con l’indicazione dell’anno di nascita – era l’ideale per far rinascere il marchio dell’Alba sotto presupposti seri, che identificasse questa società.
Ci stiamo anche attivando per avviare una precisa e dettagliata ricostruzione storica della società. Rispetto a quello che si legge in rete esistono alcune incongruenze che vogliamo ristabilire nel modo corretto. Abbiamo chiesto anche alla FIGC una consulenza che ci permetta di poter avere quanti più elementi possibili fino allo scioglimento del 1968”.
Quali sono i valori che cercate di trasmettere ai ragazzi?
“Il progetto dell’Alba nasce per provare a fare un percorso diverso. Più sull’individuo, che sulla tattica. Stiamo cercando di impegnarci per promuovere un calcio che fonda le proprie basi sull’educazione, il rispetto e la conoscenza sportiva.
D’altronde, a parte il sottoscritto che ha giocato per diversi anni e allena da quasi 25, ci avvaliamo di gente profondamente connotata nel territorio e con principi sportivi ben saldi. Abbiamo anche un responsabile del comportamento e dell’etica, un dirigente della CAN ed ex responsabile degli arbitri di Modena e Siena”.
Che significato ha per voi l’iniziativa della Roma di dedicare una maglia all’Alba?
“Un motivo di orgoglio che la Roma abbia pensato a noi e che sia sempre alla ricerca di un filo conduttore con il passato. D’altronde, l’Alba è una delle mamme della Roma.
Abbiamo potuto apprezzare la bellezza del materiale, il disegno, tutto molto bello. Per noi è un momento emozionante”.
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